giovedì 21 novembre 2013

Ushuaia - Fin del Mundo

L'autobus che ci porterà fino alla fine del mondo è in ritardo e a onor del vero uno dei più scassati che abbiamo trovato fino ad ora, ma poco ci importa, l'eccitazione è tale per cui in questo momento potremmo viaggiare anche a dorso di mulo! Il viaggio fila liscio, passaggio alla dogana abbastanza veloce e senza nessun inconveniente, anzi ci aspettavamo chissà quali controlli serrati e invece non guardano nemmeno i bagagli grandi stivati nell'autobus, passaggio dello stretto di Magellano con vista di piccoli delfini saltanti, cartone animato..finalmente in spagnolo per grande gioia di Andrea…e un'atmosfera generale in autobus molto piacevole grazie soprattutto a un gruppo di giovani ragazzi di Rio Grande che stanno tornando a casa dopo una competizione di danze tradizionali gareggiata a Santa Cruz. Conosciamo anche i primi viaggiatori italiani, Marco un ragazzo di Torino di 29 anni che sta percorrendo da solo l'Argentina con sole tre settimane a disposizione, Nicola e Roberto, delle Marche partiti da circa una settimana e con tre mesi di scoperta davanti a loro. Passato lo Stretto e arrivati in Tierra del Fuego l'autobus incomincia a rallentare, fermandosi di volta in quando; pensiamo sia abbastanza normale dato che le strade sotto tutte sterrate e tira un vento incredibilmente forte. Ad un certo punto però l'autobus si ferma un po' più a lungo del solito e incominciamo a sentire puzza di plastica bruciata…..SCENDERE TUTTI PREGO!!!
Così tra risate nervose e un po' di stupore ci ritroviamo in mezzo al nulla, circondati dall'immensa tipica Patagonia (questa volta cilena) ad aspettare che torni indietro a recuperarci un altro autobus della stessa compagnia, il nostro s'è rotto! Per fortuna siamo abbastanza vicini alla frontiera, quella per rientrare in Argentina. I nostri bagagli infatti sono dentro al vano del bus rotto e  non si può aprire prima di aver passato la frontiera, sicché bisogna trainarlo, farlo passare dall'altra parte del confine e poi finalmente aprire i vani per poter trasportare i bagagli nell'autobus nuovo con il quale poter proseguire il viaggio! Tutto ciò richiede quasi tre ore, che noi trascorriamo alla frontiera, quasi sempre chiusi in bus dato il freddo e il vento! Mentre Giulia insieme agli altri ragazzi italiani va alla ricerca di sigarette, acqua e qualcosa da mangiare, Andrea viene circondato dai ragazzi di Rio Grande che incominciano a bombardarlo di domande in merito al nostro viaggio, l'Italia, il calcio, la musica, la lingua diversa e chi più ne ha più ne metta! Quando Giulia torna vittoriosa dalla sua ricerca viene immediatamente inglobata dalla piacevole conversazione, con aggiunta di mate caldo per riscaldarsi! Arrivati i bagagli e sistemati tutti i documenti ci dividono in due autobus diversi, quelli che vanno a Rio Grande e quelli per Ushuaia…scattano fotografie baci e abbracci con i nostri nuovi piccoli amici, quasi ci dispiace non passare una sera nella loro città natale! 
Il viaggio riprende, arriviamo a Ushuaia all'una e mezza di notte, più di quattro ore di ritardo!!! Per fortuna c'è Marco che sa dove andare, l'unico che avesse prenotato un ostello prima di arrivare, così insieme anche a Nicola e Roberto, ancora più stravolti di noi dato che arrivano da Puerto Madryn ovvero circa 36 ore di viaggio ininterrotte, lo seguiamo sperando di trovare un posto dove dormire almeno per stanotte. Al "Los Lupinos" c'è posto per tutti! L'ostello è proprio bruttino, enorme e organizzato tale da sembrare più un ospedale che un ostello, la pulizia lascia alquanto a desiderare ed è pure caro, però la stanchezza è tanta e sicuramente non ci mettiamo a cercare un altro posto alle due di mattina, anzi ci riteniamo molto molto fortunati ad aver trovato da dormire qui dato che la città è strapiena di turisti e quei due/tre ostelli che avevamo provato a contattare durante il viaggio ci avevano giù avvisato di essere strapieni per tutta la settimana! Nemmeno sei ore di sonno e già ci svegliamo, non sappiamo ancora se fermarci un'altra notte a Los Lupinos oppure no, andarsene comporterebbe non godere alla stragrande della colazione visto che avevamo completamente saltato la cena e soprattutto per 120 pesos a notte che gli abbiamo dato per dormire almeno vogliamo ingozzarci fino a scoppiare di pane, marmellata e caffè :D 
Marco prima di andare a dormire era andato a fare un giro di perlustrazione della zona incontrando un altro ostello, molto più bellino e allo stesso prezzo, purtroppo era quasi tutto pieno sicché aveva potuto prenotare solo per se stesso! Con Roberto e Nicola decidiamo di confermare un'altra notte a Los Lupinos per non rischiare di ritrovarci senza un letto dove dormire e di passare la giornata alla ricerca di un altro posto dove poter passare le prossime notti….in questo modo giriamo praticamente tutta la città a piedi e ci conosciamo sempre meglio! 
Ushuaia come città onestamente ci delude, chissà perché ci aspettavamo qualcosa di più contenuto, con case basse magari in legno, poco traffico e silenzio; ovviamente non è grande ma è molto disordinata, mal tenuta quasi, con tantissime macchine che si infilano ovunque pur di passare per primi, case costruite alla buona  con qualsiasi materiale reperibile, in particolare lamiera, panelli di truciolato pressato e cartongesso. Lo spettacolo naturale tutto intorno, però, è mozzafiato con i monti innevati che scendono fino a morire nel canale di Beaggle.
 La giornata trascorre in modo più che piacevole tra foto, chiacchiere, e momenti di religioso silenzio in adorazione dello spettacolo che ci circonda. Con Nicola e Roberto ormai c'è un tacito accordo per cui decidiamo di passare le nostre giornate a Ushuaia insieme, sicché anche quando troviamo un ostello dove ci sarebbe posto per due decidiamo di non accettare e di continuare la ricerca fino a trovarne uno dove poter stare tutti insieme! 
Ad un certo punto passiamo davanti ad un vecchio ed enorme camper in vendita, e gli animi si scaldano! Già ci immaginiamo di comprarlo e proseguire il viaggio tutti insieme mantenendoci cucinando torte ed "empanadas" da vendere ai bordi delle strade o all'entrata dei parchi nazionali e giocando a poker online ;) Quando finalmente il proprietario del camper ci risponde e ci comunica il prezzo siamo sinceramente delusi…30 mila euro….chissà perché ci eravamo convinti che sarebbe costato dieci volte meno ed eravamo già pronti con i soldi in mano….non si smette mai di illudersi come bambini dei propri sogni :D 
A metà pomeriggio finalmente troviamo un ostello dove poter andare tutti e quattro,"La Posta" ovviamente è il più distante di tutti dal centro della città ma è veramente molto ma molto accogliente, pulitissimo e soprattutto c'è la possibilità di farsi la "parrilla" all'interno, ad Andrea sarebbe bastato e avanzato per prendere la sua decisione e alloggiare qui a vita! Oltre tutto abbiamo scoperto che il prezzo per un posto letto in camerata è uguale praticamente in tutti gli ostelli dove siamo andati (tranne uno che costava 100 pesos invece di 120 ma puzzava e non aveva la colazione inclusa sicché non valeva la pena)
Ritorniamo verso il centro della città percorrendo la costa, fermandoci ogni dieci minuti per aspettare Nicola e Andrea che scattano diecimilacinquecento foto ai monti, gli uccelli, le piante, le barche, la statue….viene da chiedersi che diavolo stiano facendo dato che ormai avranno già fotografato ogni sasso di Ushuaia ;) Ce ne torniamo nel nostro poco accogliente "Los Lupinos", nulla potrebbe rovinarci il buon umore e la mega spaghettata al tonno che abbiamo deciso di prepararci! Oltre tutto la sera in ostello ritroviamo una coppia di signori inglesi e tre vecchi bikers australiani che avevamo conosciuto/ospitato nell'ostello di Esquel….pazzesco come sia facile ritrovarsi in un paese così grande. 
Partita a carte, birrette e tanto tanto buon umore.
La mattina dopo decidiamo di andare a "La Posta" a piedi con zaini e tutto…siamo veri uomini non abbiamo bisogno di prendere un taxi noi…nonostante costi solo 5 euro in quattro!  Le due guide Giulia e Roberto decidono durante il cammino di fare un taglio per risparmiare strada, questo comporterà allungare di più di un quarto la già lunga strada. Arriviamo al nuovo ostello una quarantina di minuti dopo belli stanchetti…soprattutto Andrea il vecchietto della situazione hihihi…..e il piano di Giulia di andare a scalare il Monte Glaciar slitta al giorno dopo, meglio dedicarsi alla passeggiata in baia che è tutta in piano e alla mega parrillada della sera! Andrea emozionato nel poter finalmente preparare un asado, e dal macellaio vorrebbe comprare di tutto, ci limitiamo però a due tagli diversi di carne e a delle salsicce. Comprate patate, carbone e vino ce ne ritorniamo in ostello a cucinare. La carne è un favola, il vino è buono e la compagnia ottima, che si può chiedere di più???

Il giorno dopo si va finalmente al Glaciar! All'andata decidiamo di andare in taxi fino alla partenza della seggiovia così da risparmiarci un bel pezzo di strada in salita e arrivare carichi all'inizio del sentiero! CHE SPETTACOLO!! la camminata è piacevole e sinceramente breve per cui decidiamo di proseguire e inoltrarci sempre più in alto, almeno fino a dove il sentiero e le nostre scarpe lo permettono!
 

Ci ritroviamo con mezzo polpaccio immerso nella neve, circondati da monti incredibilmente belli e cullati dal suono del mare……non si riesce a raccontare la sensazione dell'essere in montagna e sentire l'echeggiare delle onde dell'oceano…Giulia è talmente felice che si sente il cuore in gola e non riesce a smettere di ridere! Come bambini decidiamo di riscendere un pezzo della montagna "sciando" sulla neve fresca incuranti del fatto che i nostri scarponi si stiano riempiendo di neve……la sensazione di leggerezza e di pace ci riempie e innalza allo stesso tempo. Ripreso il sentiero e arrivati alla seggiovia decidiamo di tornare verso la città a piedi, siamo ancora pieni di energia ed entusiasmo! Troviamo un sentierino in mezzo ai boschi che costeggia la strada principale…anche questo stupendo, con passerelle  che costeggiano i torrenti, ponti in legno e tanta tanta pace! Tornati in ostello doccia calda, zuppa e tortilla danno il colpo finale a questa giornata indimenticabile!
Nicola e Roberto dovranno svegliarsi nel cuore della notte, hanno l'autobus alle 5 di mattina, è l'ultima sera insieme e questa è l'unica cosa che dispiace! Dopo due mesi e mezzo che viaggiamo soli, certo sempre incontrando e condividendo il nostro tempo con altre persone, è stato più che piacevole trascorrere le nostre giornate con questi due buffi e amabili ragazzi….il sogno del "bus magico" ovviamente prosegue, hai visto mai che troviamo qualche offerta nel nostro cammino, se no, mal che vada, prima o poi, gli piomberemo in casa a Fano jajajaja!!!

Il nostro autobus invece parte alle 20.30, abbiamo deciso spezzare in 
due il viaggio fino a Punta Arenas (Cile) con sosta di una notte a Rio Grande, sia perché in questo modo si riesce un po' a risparmiare ( un totale di 510 pesos invece di 660, agenzie Lider & Pacheco) sia perché l'autobus diretto per Punta Arenas non c'è tutti i giorni e saremmo dovuti restare altre due notti in ostello. Lucas, il gestore de La Posta, un ragazzo molto simpatico che sa il fatto suo, una volta guida di escursioni e cavallo, ci indica un bel percorso da fare a piedi tra costa e boschetto non molto conosciuto e che in pratica permette di passeggiare dentro il parco nazionale Tierra del Fuego senza dover pagare il biglietto d'entrata! I luoghi come sempre sono stupendi purtroppo il clima non è nostro amico e dopo un paio d'ore incomincia a piovere in modo abbastanza consistente sicché siamo obbligati a tornare indietro, è un peccato ma possiamo decisamente ritenerci comunque soddisfatti del tempo trascorso e di ciò che abbiamo avuto occasione di scoprire. Una volta fuori dal sentiero, grazie ad un passaggio in autostop riusciamo a tornare velocemente verso "casa". Passiamo il resto della giornata in ostello dove ci permettono di ripararci nonostante avessimo già fatto il check out, approfittiamo per scrivere, effettuare alcune ricerche su internet, sostanzialmente cazzeggiare fino al momento di prendere l'autobus.
Partiamo con il cuore, la mente e gli occhi pieni di splendore e meraviglia! C'è decisamente bisogno di fermarsi un paio di giorni prima di riempirsi di altre bellezze ed emozioni se no corriamo il rischio di non riuscire ad afferrare e vivere a pieno questi incredibili sogni che stiamo continuando a vivere.





sabato 16 novembre 2013

Piccola parentesi a Rio Gallegos

Arriviamo a Rio Gallegos verso le 16.30 e la prima cosa che facciamo arrivati in stazione degli autobus è guardare la mail nella speranza di trovare una risposta di qualche anima pia del couchsurfing  che ci ospiti una notte in questa città brutta e iper ventosa.
Troviamo alcune risposte quasi tutte negative, a parte una di un tale Jorge che ci lascia il suo numero di telefono. Proviamo a chiamare e come sempre abbiamo il telefono senza credito. Andrea si avventura al supermercato vicino per fare una ricarica. Al ritorno in autostazione possiamo finalmente chiamare il magnanimo ragazzo. Una decina di squilli che lascia presagire una non risposta che invece alla fine arriva. Jorge ci conferma la sua disponibilità ad ospitarci e ci da appuntamento alla stazione in un "rato medio largo" che vuol dire che dobbiamo armarci di pazienza ed aspettare. 
Usiamo il tempo per comprare i biglietti per l'autobus per il giorno seguente diretto a Ushuaia. SBAM! 500 Pesos!!! Mandiamo ulteriori richieste di couchsurfing per la città più conosciuta della "Tierra del Fuego", e aspettiamo. Nell'attesa Giulia viene accerchiata da cani randagi che si distendono ai suoi piedi, per la sua immensa gioia.
Alla terza sigaretta suona il cellulare e Andrea si trova di fronte Jorge che ci aiuta con i bagagli e ci invita a salire nell'auto…piccolo giretto turistico, ma davvero sembra non esserci nulla di interessante a parte il Rio che subisce forti maree, può ritirarsi fino a 14 metri
Arrivati al piccolo appartamento, tutto nuovo, Jorge ci dà la possibilità di farci la doccia, ci prepara delle "tostadas" con formaggio e prosciutto, e  l'immancabile Mate che aiuta a socializzare.
Raccontiamo del nostro viaggio e lui ci racconta della sua passione per la montagna sia per sciare che per scalare e fare trekking. Aggiunge spezzoni della sua vita, ci dice di aver 2 figli e di esser separato dalla moglie conosciuta nel loro paese natale La Plata. 
Si offre pure di farci la cena, vuole prepararci una torta salata e si accorge di essere senza cipolla, Andrea si offre di andare a comprarla e per la strada fa difficoltà ad avanzare a causa delle forti raffiche di vento. Il primo "almacen" è chiuso quindi si dirige ad un altro dove fa la conoscenza con la proprietaria del negozio a cui sembrava tanto strana la presenza di un turista in quel quartiere e incuriosita comincia a far domande a cui Andrea piacevolmente risponde.
La conversazione dura una decina di minuti, poi alla fine Andrea riesce a pagare le cipolle e l'immancabile litro di Quielmes.
Al ritorno trova Jorge y Giulia bevendo birra con tanto di patatine.
Il nostro Angelo Custode continua la preparazione della torta mentre noi scrocchiamo elettricità per caricare qualsiasi nostro oggetto elettronico.
La torta è buona e piacevole, il ragazzo è simpatico e davvero molto ma molto gentile.
Dopocena c'è tempo di una sigaretta prima di gettarci nel divano letto che ci accoglie per la nostra breve dormita, visto la sveglia puntata alle 7 del mattino.
Jorge ci offre addirittura la colazione con tanto di caffè e insiste per darci un passaggio in macchina fino alla stazione degli autobus.
Che dire? Esperienza veramente unica e piacevole a Rio Gallegos ed eterna gratitudine per questo ragazzo d'oro che ci ha aperto le porte della propria casa viziandoci con aperitivo, cena e colazione con in più doppio passaggio di andata e ritorno, veramente non potevamo chiedere di più, possiamo solo salutarlo con immensa gratitudine.

Rimasti soli alla stazione ci dirigiamo subito all'agenzia dove abbiamo comprato il biglietto per prendere i documenti necessari per le varie dogane che troveremo nel nostro cammino fino alla Tierra del Fuego. 

El Calafate

Scesi dall'autobus, affamati, cerchiamo l'ostello che avevamo contattato la mattina stessa, in realtà una prenotazione l'avevamo fatta da Esquel in un'altro ostello super economico, ma prima di prendere il bus abbiamo letto i commenti a riguardo e spaventati dalla sporcizia abbiamo deciso di alloggiare in un'altro.
Ci aspettiamo il tipico ostello con camerate da 4 letti, e invece le "camere" sono delle specie di bungalow, più o meno un container, all'interno del campeggio "El ovejero", però grazie al prezzo e alla pulizia del luogo decidiamo di fermarci almeno una notte per provare…alla fine ci fermiamo tutte e due le notti.  
Lasciamo gli zaini in camera e andiamo subito alla ricerca di un panino da azzannare, cercando un posto adatto alle nostre tasche percorriamo in lungo e in largo la via principale, molto ben curata, tipico boulevard, come lo chiamano qui, indicato per sfruttare al massimo il turismo che popola questa piccola cittadina durante tutto l'anno, l'attrattiva logicamente è il ghiacciaio che dista una 70ina di km. Divorato l'hamburger gringo e scolata la birra da litro rientriamo con la pancia piena in camping dove facciamo conoscenza con i nostri compagni di stanza, che è davvero piccola per 4, quindi bisogna socializzare per forza, non che ci dispiaccia eh!!! 
Sono entrambi Olandesi con storie di viaggio completamente diverse. Ingrid 32 anni, in viaggio da 7 mesi durante i quali ha percorso l'America Latina dal Messico fino al sud dell'Argentina e Kevin 33 anni, in Argentina da appena una settimana e con poco tempo per viaggiare. Per intraprendere insieme il loro viaggio i due amici hanno optato per il noleggio di un auto e spostarsi per il paese con quella. Chiaramente appena apprendiamo che sono in macchina ci si illuminano gli occhi e già immaginiamo di andare con loro al ghiacciaio e come manna dal cielo poco dopo chiacchierando, risulta che  sia noi che loro il giorno seguente vogliamo visitare il ghiacciaio e gentilmente la simpatica olandesina ci offre un passaggio che noi chiaramente accettiamo. 
Compiuta la missione ci prepariamo i nostri letti e li proviamo subito con un'oretta di siesta per riprendere un po' di forze.
Al risveglio decidiamo di seguire il consiglio del cameriere del locale dove abbiamo pranzato e dirigerci verso la Loma, dove c'è una sorta di festa paesana con competizioni di cavalli, che altro non è che un rodeo.  
Le ore passate in questa festa è stata l'esperienza più sud americana fatta fino ad ora. Vari gringos e indios provenienti da gran parte della Patagonia si sfidavano al rodeo, un cantautore del luogo con la propria chitarra narrava cantando tutto ciò che succedeva, banchetti di stivali e accessori vari in cuoio, choripan e tanto folklore.
Lo spettacolo è anche bello però pensare ai cavalli che soffrono ci fa una certa pena. 
Domina un vento freddo sicché avendo visto un'oretta di competizione e aver presenziato alla festa ce ne ritorniamo verso casa con il nostro bel panino con la bistecca preso in uno dei chioschi della festa stessa.  Al nostro arrivo troviamo i nostri compagni di stanza con altre due ragazze seduti attorno ad una tavola con liquore di "dulce de leche" e gin tonic. Ci fermiamo con loro anche se stremati. Un brindisi e a letto. 
Il risveglio per fortuna è alle 10.30 per quasi tutti a parte per Giulia che si sveglia molto prima approfittando del tempo per andare a bere un caffè e a controllare se qualche couchsurfer di El Chalten ci ha risposto, scoprendo però che nessuno ci può ospitare.
Tra una cosa e un'altra partiamo per il "Glaciar" a mezzogiorno. All'entrata del Parco, come sempre, bisogna pagare [130 pesos]. Facciamo i biglietti e continuiamo verso il ghiacciaio fermandoci in un paio di belvedere per scattare le prime foto.
 Già da lontano si nota la immensità del ghiacciaio e la bellezza unica del luogo, quando poi iniziamo le passerelle per vederlo da vicino cresce in noi lo stupore. E' veramente stupendo, si sente il ghiaccio scricchiolare continuamente e restiamo colpiti dal rimbombo ogni qualvolta che anche una piccolissima parte del ghiacciaio tocca la superficie del Lago Argentino.
Vogliamo assolutamente vedere un pezzo grande del ghiacciaio staccarsi, quindi ci fermiamo in vari posti per osservare e attendere l'avvenimento. Sembra una cosa impossibile e ci spostiamo spesso, finché il nostro desiderio si avvera, per ben tre volte di seguito in brevissimo tempo vediamo cadere pezzi enormi di ghiaccio nel Lago. Fantastico, una emozione unica. Soddisfatti per aver visto anche questa risaliamo le passerelle alla ricerca di Kevin che nel frattempo avevamo perso. 
Raggiunto il nostro quarto compagno decidiamo di avviarci verso la macchina a piedi percorrendo un'altro percorso di passerelle, e non in autobus come fatto all'andata.
Il cammino continua ad essere stupendo e ci permettere di vedere il ghiacciaio da una diversa angolazione, un'ulteriore soddisfazione. Veramente una esperienza unica, indimenticabile, uno squarcio di natura unico al mondo. Avevano ragione le guide e tutte le persone che abbiamo incontrato nel nostro cammino che ce la descrivevano come un'esperienza unica da fare per forza!
Al momento di fare benzina al ritorno a El Calafate, troviamo una coda infinita di auto in attesa di effettuare il rifornimento, essendo l'unico distributore del luogo che aveva benzina.
Solo in Patagonia  possono accadere simili cose… E' unica in tutto e per tutto questa magnifica terra desolata.
Prima di andare a cena tutti insieme, anche con le ragazze conosciute la sera prima, alla Parilla Libre dell'ostello/campeggio, controlliamo la mail nella speranza di trovare qualche risposta positiva dei couchsurfing di El Chalten, ma nulla da fare, decidiamo quindi di lasciar perdere e di cambiare destinazione, l'indomani andremmo direttamente a Rio Gallegos per poi proseguire per la mitica Tierra del Fuego.
La Parilla è il paradiso di Andrea, un ristorante dove si può mangiare carne alla brace a volontà, compreso il Cordero Patagonico, vera delizia del luogo.
I ragazzi mangiano veramente poco, gli unici che fanno onore siamo noi, con Andrea che mangia continuamente mentre tutti gli altri parlano in inglese tra di loro. 
Salsiccia, pollo, bistecca e cordero e varie verdure da potersi fare insalate "all you can eat". Fantastico!!!
La qualità sicuro non era il massimo ma per meno di 20 euro, bibite comprese non si poteva pretendere di più…
Prima di andare a letto ci sediamo a bere un'ultimo bicchiere di vino in compagnia, con l'aggiunta anche di un ragazzo belga. Andrea, bevuto uno, strapieno di cibo se ne va a letto, Giulia rimane a chiacchierare sotto le stelle con i nuovi amici e alla fine si scolerà mezza bottiglia di vino da sola. Ubriacona!!! :-)

All'indomani ci svegliamo con il rumore della pioggia, salta quindi in nostro piano di fare autostop, una volta salutati i nostri compagni di viaggio ci dirigiamo alla stazione degli autobus per prendere il biglietto per il bus per Rio Gallegos a mezzogiorno. Da questo ennesimo viaggio in autobus vi stiamo scrivendo.


ESQUEL - EL CALAFATE 24 ore di Autobus...


Il viaggio in autobus è la fotografia della Patagonia Argentina, centinaia di km senza vedere nemmeno un edificio, praterie sconfinate intervallate da monti di vari colori dal tipico giallo predominante, al rosso fino al azzurro…mai avevamo visto delle montagne con pietre azzurre eppure qui ci sono degli strati di questo insolito colore.
Per ore e ore il paesaggio è sempre lo stesso. La prima fermata è Gobernador Costa, sulla Ruta 40, un agglomerato di case sparute, un distributore di benzina, qualche negozio e un hotel, e il paese è finito. Proseguiamo sulla 40 per un bel pezzo, prima di deviare per Sarmiento, l'ultima cittadina irrigata più a sud dell'Argentina. Imbocchiamo la RN26 direzione Comodoro Rivadavia, dove possiamo finalmente scendere per sgranchire le gambe prendere un po' d'aria e fumare una sigaretta. La città sembra veramente brutta, tipica città industriale. Gli ultimi km prima di raggiungere Comodoro sono caratterizzati da pompe per l'estrazione del petrolio, vero motivo della crescita della città stessa, intervallati da paesaggi di rara bellezza.
Ripreso il viaggio ci servono la cena, saranno state le 21.30. Rimaniamo svegli fino alla fermata seguente, Caleta Olivia, giusto per fumare l'ultima sigaretta prima di tentare a dormire, compito assai arduo vista la continua proiezione di film con audio a livelli di cinema.
Quando l'autobus ferma a Puerto San Julian, intorno alle 4 del mattino, fortunatamente non ci svegliamo, saranno come minimo 3 ore che dormiamo.
Ci svegliamo sulle 8 e poco dopo arriviamo a Rio Gallegos dove il pullman fa la fermata più lunga, una mezz'oretta dove possiamo fumare come ad ogni sosta come due bravi viziosi e controllare la mail con l'Iphone grazie al wifi della caffetteria, a cui abbiamo "rubato" la password senza consumare nulla.
Ormai manca solo una tratta di più o meno di 4 ore che poi diventano di più grazie al posto di blocco all'entrata ad El Calafate, dove la Polizia locale e la Gendarmeria decide di controllare passaporti, bagagli con il cane antidroga e far scendere alcuni passeggeri, fargli aprire i bagagli e perquisirli per bene. Alla fine non trovano nulla e possiamo continuare. 
Pochi km e finalmente entriamo nella stazione di El Calafate. Tutto sommato il viaggio è stato molto meno duro del previsto, sarà perché ormai siamo abituati ai lunghi percorsi e anche perché in realtà abbiamo dormito quasi 8 ore in comodi sedili, abbiamo giocato a carte, guardato film, ascoltato musica e osservato il paesaggio.



venerdì 8 novembre 2013

Esquel - Planeta Hostel & Suites

Mercoledì mattina ci presentiamo all'ostello, Gustavo ci propone alloggio fino al 6 di novembre e se l'ostello lavora bene anche qualche soldino, ma l'ostello è vuoto, quindi di lavorare molto la vediamo dura. Si offre di venirci a prendere al pomeriggio in macchina a casa di Dani…mentre lo aspettiamo guardiamo internet e scopriamo che anche dalla fattoria di Trevelin ci hanno risposto, saremmo stati i benvenuti.
Titubiamo un po', logicamente ci piacerebbe di più la fattoria, ma ormai siamo d'accordo con Gustavo e alla fine teniamo fede alla parola data. Il giovane gestore dell'ostello ci accoglie con mate e piano piano ci insegna le poche cosa da fare durante la giornata. In linea di massima Giulia farà il turno di mattina, Andrea quello di pomeriggio, alla sera lavora invece un ragazzo brasiliano, Jayson.
Le giornate qui all'ostello sono quasi tutte uguali, tra internet, lettura, televisione e qualche passeggiatina alla sera… A onor del vero a parte alcune giornate un po' diverse in linea di massima ci siamo abbastanza annoiati, Giulia più che annoiata si è stressata dato che ha deciso di lanciarsi a fare un lavoro di traduzione a distanza….un file excell infinito di termini tecnici automobilistici!!! Prima di iniziare a fare questa "maldita" traduzione Giulia riesce a dedicare una mattinata al trekking fino al Mirador la Cruz, per vedere dall'alto la città che ci sta ospitando. Il Mirador è a tre km dal centro della città…un percorso piuttosto vicino ma abbastanza ripido. Per tagliare ed evitare di percorre la strada dove passano anche le macchine, si può passare per una scorciatoia molto ripida ma molto breve…il problema che arrivata a metà percorso Giulia si ritrova circondata da una serie di cani che abbaiano come matti, non le fanno nulla ma lei rimane paralizzata e non riesce più a proseguire verso l'alto, unica soluzione tornar giù e provare per l'altra strada; testarda com'è di certo non rinuncia piuttosto percorre il doppio della strada. Poco dopo aver intrapreso il secondo cammino un poliziotto in moto si accosta avvisandola che non è il caso che percorra il sentiero da sola, il "barrio" non è dei più sicuri e una ragazza turista sola con la macchina fotografica in vista attira l'attenzione…..non esiste proprio non si torna indietro una seconda volta!! Sono le 11.00 della mattina e il quartiere non pare proprio pericoloso, sostanzialmente si vedono vecchi e bambini sicché la nostra eroina ringrazia il poliziotto dell'avviso, cerca di coprire la macchina fotografica così che non sia troppo in vista e continua con il cammino, accelerando un po' il passo….non si sa mai! Dopo neanche un quarto d'ora, ormai fuori dalla zona abitata, Giulia sente dietro di se il rumore di una moto che si avvicina rallentando…….è di nuovo il giovane poliziotto che questa volta si offe di accompagnarla fino in cima con la moto…..non ha molto da fare e incredibilmente non è mai salito fino al mirador sicché ha deciso di approfittare… Que surte!!!  :D Un viaggio in moto a gratis fino a mirador e dintorni!!! Il gentile poliziotto fatto un giretto per alcuni sentieri, deve tornare a lavorare sicché lascia Giulia ai piedi del monte e se ne va! Avendo risparmiato strada in salita ha pure la possibilità di inoltrarsi un altro po' su per i monti, scattare alcune belle foto e giù di corsa all'ostello…è il primo giorno di lavoro, bisogna presentarsi per dare il cambio ad Andrea!
Il venerdì sera per Andrea c'è la prima uscita da solo senza la sua amata, indovinate per far che? Bravi! Proprio per una partita di calcio ovviamente…c'è in programma il derby di calcio a 5 tra le due formazioni di Esquel al "Polideportivo di Trevelin".
In una delle due squadre gioca Danilo, quindi perché non approfittare dell'invito…Il derby finisce male 2-3 all'ultimo minuto, peccato…torniamo a casa un po' delusi soprattutto i giocatori...

Nei venti giorni che abbiamo lavorato qui abbiamo avuto la possibilità di conoscere meglio delle nostre tasche la cittadina, al supermercato e al "kiosko" vicino a casa ormai ci salutano come vecchi conoscenti, forniamo informazioni dettagliate ai vari turisti che passano per l'ostello per pochi giorni e con coloro che si fermano più a lungo facciamo conoscenza, condividendo anche alcune cene o birrette di mezza giornata.
 Mirko, il motorero tedesco a cui si è rotta la moto qui vicino e che ha dovuto aspettare cinque giorni perché gliela aggiustassero prima di rimettersi in marcia, approfittando della sosta per rilassarsi completamente a birre, pizza e due pacchetti di sigarette al giorno;
Marcelo, di Buenos Aires il quale probabilmente si aspettava di trovare chissà ché ed una volta resosi conto che sei giorni sono decisamente tanti per visitare i dintorni si è dedicato a vita da ostello e chiacchiere pomeridiane e che per la sua ultima sera ci ha invitati a mangiare "empanadas" tutti insieme, comprandone una quantità decisamente esagerata; gli ultras del Marsiglia che hanno fatto cambiare idea ad Andrea in merito ai francesi soprattutto dopo averci sfamato con polpette e vino rosso, e tutta una serie di piccoli spaccati di umanità!!
Un tardo pomeriggio abbiamo avuto l'occasione di visitare la "Guarderia Infantil Mi Casita", dove un paio d'anni fa un nostro amico aveva trascorso tre mesi da volontario, Andrea ha anche potuto trascorrere una mezza mattinata con loro aiutandoli con i bambini.
Nel giorno di riposo a disposizione saremmo voluti andare alla "Piedra Parada" ma purtroppo c'è solo un autobus alla settimana che arriva fino a là e ovviamente quel giorno c'è brutto tempo sicché non varrebbe la pena andare, dopo aver cercato invano qualcuno che ci affittasse una moto, aver vagliato la possibilità di affittare una macchina (ma probabilmente è stato meglio aver rinunciato dato che entrambe non guidiamo da anni, e riprendere in mano una macchina per dover percorrere 120 km di strada sterrata non era la migliore delle idee) decidiamo di rinunciare e dedichiamo il giorno di riposo alla famosa "Trochita".
 Conosciuta ufficialmente con il nome "Viejo Expreso Patagonico", la "Trochita" è l'antica linea ferroviaria tra le province di Rio Negro e Chubut, nella Patagonia argentina, che attualmente viaggia solo in qualità di attrazione turistica. In particolare la linea di Esquel risale agli anni quaranta del Novecento, inizialmente come trasporto merci e poi sviluppatasi come treno passeggeri. La locomotiva a vapore così come i vagoni son ancora gli originali, quindi molto piccoli, il treno viaggia ad una velocità' di circa 30 km/h permettendo così di gustarsi il magnifico paesaggio durante il viaggio di circa un'ora che porta a Nahuel Pan, la comunità Mapuche e Tehuelche della zona.
Della comunità non si riesce a vedere molto, la sosta dura solamente una mezzora ed è più che altro dedicata al piccolo museo da poco creato dai giovani della comunità e ad una piccolissima fiera di artigianato locale. Un'escursione piacevole…tra l'altro anche grazie a Gustavo abbiamo potuto spacciarci per argentini e così pagare la metà del biglietto... hehehe!!! 
Tornati in ostello abbiamo scoperto che quegli incompetenti del South Pass non ci avevano ancora inviato i biglietti dell'autobus per El Calafate e qui ha avuto inizio un pomeriggio a dir poco sincopato e teso. Bisogna che sappiate che avevamo effettuato la richiesta on-line per il nostro viaggio il sabato precedente e il lunedì pomeriggio non avevamo ancora ricevuto alcuna notizia in merito, mentre di solito il biglietto viene spedito entro 24 ore! Un po' impensieriti li chiamiamo, ci rispondono che il ritardo è dovuto al fatto che la domenica gli uffici sono chiusi, ma non dobbiamo preoccuparci, entro sera avremo tutto….e invece martedì mattina non c'è ancora traccia dei nostri biglietti, dovremmo prendere l'autobus giovedì sicché abbiamo bisogno di capire il prima possibile se e a che ora c'è l'autobus per poterci organizzare al meglio. Continuano le telefonate all'ufficio generale di Buenos Aires! Mercoledì, il giorno di riposo, prima di andare alla Trochita controlliamo la mail ma non c'è ancora nulla, gli uffici aprono solo alle 11, speriamo quindi di trovar tutto sistemato una volta tornati dall'escursione e invece ancora nulla. Dall'impensieriti ci trasformiamo in innervositi, soprattutto quando dopo l'ennesima telefonata ci viene spiegato che in realtà il problema è che non hanno più la possibilità di inviarci un biglietto da Esquel a El Calafate ma solo da Bariloche….nonostante sia la stessa compagnia e che l'autobus in questione faccia una sosta anche a Esquel!!!!! Dopo un pomeriggio passato al terminal di autobus tra telefonate, mail, incazzatture forti e birrette ci arrendiamo e accettiamo l'offerta di South Pass, ovvero prendere un autobus la mattina fino a Bariloche (a carico loro) passare lì la notte (a carico nostro) e la mattina del giorno dopo partire per El Calafate……una cosa assolutamente senza senso!!! Per fortuna in ostello ci sono Jayson e Leo, un ragazzo Colombiano che vive in ostello con noi ma che lavora in un'altro albergo qui vicino….ci hanno preparato un'ottima cena di saluto :D 
Giovedì mattina ci svegliamo entrambi con la stessa idea, avremmo l'autobus alle 11 per Bariloche, ma documenti e biglietti inviati la sera prima dal South Pass alla mano, andiamo al terminal degli autobus a provare un'ultima volta a vedere se si riesce a far ragionare le persone….e così è!!!! FINALMENTE ci danno la conferma che possiamo prendere l'autobus da Esquel e che non siamo obbligati ad andare a Bariloche…non solo, come ciliegina sulla torta ci facciamo pure rimborsare i biglietti da Esquel a Bariloche…che in realtà non abbiamo pagato ;) Trionfanti e felici abbiamo anche tempo per l'ultima escursione alla Laguna la Zeta di cui abbiamo tanto sentito parlare, e parlato a nostra volta ai vari ospiti dell'ostello, ma dove non eravamo ancora mai riusciti ad andare. Nonostante la spiacevole tensione degli ultimi giorni alla fine come sempre le giornate si riescono a concludere in piacevole serenità….e in più con i 200 pesos "guadagnati" dal rimborso dell'autobus possiamo permetterci una cenetta fuori! 
A quelli di South Pass abbiamo promesso una cattiva pubblicità…sicché…..ragazzi NON fatevi l'abbonamento, sappiamo che in post precedenti abbiamo scritto il contrario ma solo con l'esperienza si può apprendere al meglio no? Il sistema in se non sarebbe male ma la verità è che non conviene, non si va in perdita di denaro per carità si spende quello che si deve spendere, forse si risparmia un po' però da un lato il limite dato dai due mesi è alquanto una scocciatura in quanto limita in parte i tempi di spostamenti e dall'altro abbiamo scoperto che in realtà ciò che fanno è appoggiarsi ad un altro sito, "Plataforma10", (http://www.plataforma10.com/) da chiunque in qualsiasi momento sicché è come passare da un'agenzia che compra biglietti ad un'altra agenzia! Non vale la pena, il sistema di autobus qui è molto semplice e diretto, ci si complica la vita per nulla!
Tempo di saluti per le persone che ci sono state accanto in queste settimane al sud della Patagonia, quindi:
Danilo, il primo ragazzo che ci ha ospitato e con cui abbiamo condiviso parte delle nostre giornate, soprattutto tanto futbòl, tra Fiorentina, Racing club, Belgrano di Esquel e ultima ma non in ordine di importanza il suo "equipo de futbol sala".
Gustavo, Macarena e il piccolo Salvatore, i proprietari dell'ostello che ci hanno dato la possibilità di lavorare in ostello e imparare qualcosa di nuovo da inserire nei curriculum.
Jayson il nostro simpaticissimo collega brasiliano e Leo il suo compagno di stanza colombiano colui che ci ha cucinato una super cena di "despedida"…





















Alcune note:

La Patagonia Argentina è decisamente più cara del nord e che ancora ci manca la parte a estremo nord che dicono sia la più economica. Più si scende e più cara è la vita, a parte El Bolson…

In Patagonia, e soprattutto qui a Esquel il tempo cambia rapidamente e ci si ritrova un giorno a sudare in maniche corte e il giorno dopo con la giacca pesante, tutto dipende dalla presenza del sole e del vento.

Gli hamburger sono enormi, uno basta per due persone…
http://www.noalamina.org/mineria-argentina/mineria-chubut/blog

giovedì 7 novembre 2013

Esquel - la città senza semafori

Dalla stazione degli autobus di Cholila ancora scossi per la decisione presa, proviamo a chiamare un ragazzo della rete Couchsurfing che avevamo contattato prima di andare a El Bolson. 
L'ora è tarda, sono le 16.30 e il bus arriva a Esquel alle 21, quindi le possibilità che il ragazzo ci ospiti sono minime…noi ci proviamo lo stesso…e Danilo, questo il nome del nostro salvatore, accetta senza battere ciglio, pazzesco!!! 
Il viaggio in autobus è assurdo per è quanto bello… La strada, completamente di sterrato, attraversa tutto il parco naturale Los Alerces, una 50ina di km di natura ineguagliabile, boschi, ancora laghi, ancora monti, ancora cascate, ancora fiumi… Il piccolo autobus va a 30 km/h quindi abbiamo tutto il tempo di gustarci l'occhio e approfittare al meglio del lungo viaggio, 4 ore per una distanza irrisoria.
Arrivati alla stazione di Esquel, chiamiamo Danilo, che non contento di ospitarci ci viene a prendere in macchina scomodando pure la sorella perché lui non ha la macchina.
A casa si capisce subito che c'è sintonia, soprattutto con Andrea che dopo pochi minuti scorge una maglietta della Fiorentina sopra una sedia. Da lì inizia un discorso interminabile sul calcio, su Batistuta e Andrea ne approfitta subito per chiedere a Dani se conosce un posto dove poter vedere il big-match del Franchi la mattina seguente. Il ragazzo, un tifoso sfegatato del Racing Club de Avellaneda, capisce subito l'importanza della partita e promette ad Andrea che sicuramente riuscirà a vederla.
Prima di andare a letto c'è tempo di una pizza offerta dal mitico Dani!!!
Restiamo sempre più incantati dalla disponibilità della gente che incontriamo, cose da non crederci!!!
La mattina inizia nel migliori dei modi, con Danilo che ci chiama alle 9 dandoci appuntamento in una stazione di servizio con la televisione dove poter vedere la partita. Ci incontriamo con lui, ma nel posto che sembrava essere sicura la trasmissione del match, il barista non vuole cambiare canale. Poco male, una paio di "quadras" più in là riusciamo impossessarci del telecomando e vedere già le due squadre in campo. Andrea è felice ma nervosissimo, le partite con la juve sono sempre una sofferenza e quasi sempre finiscono con un furto da parte dei bianconeri.
Infatti la partita, bruttona fino a quel momento si sblocca con un rigore dubbio ai danni di Tevez, lo stesso argentino s'incarica di battere dagli 11 metri e insacca.
La partita continua, la Fiorentina sembra incapace di produrre pericoli e in un capovolgimento di fronte, complice un erroraccio di Cuadrado, ci si trova sotto 0-2!
Che mal! Alla fine primo tempo già sembra sentenziata la sconfitta.
Ma a sorpresa nel secondo tempo è un'altra Viola, che si soffre in alcuni frangenti, ma poi reagisce fino a conquistare con il cileno Mati Fernandez, da poco entrato al posto di uno spento Aquilani, un generoso calcio di rigore. Pepito Rossi…GOOOL!
E li per Andrea cresce la tensione, al momento del 2-2 quasi non ci crede…
Il locale si svuota e quando Joaquin deposita in rete il pallone del 3-2 Andrea può esplodere la sua gioia…fino ad arrivare alla esagerazione della gioia incontenibile per il 4-2 del fenomeno Rossi!!! Conte piange, Andrea non sta nella pelle!!!
Usciamo dal bar, Andrea è sotto shock, non capisce una mazza, Giulia e Danilo cercano di interloquire con lui, ma nulla da fare, nella sua mente scorrono ancora le immagini di quella magnifica rimonta…
Si va a fare le spese, e il nostro tifoso Viola, imbambolato, pensa solo a comprare la "cerveza" per
festeggiare mentre Giulia e Dani comprano il resto.

Pranzetto all'italiana con una bella pasta al pomodoro e due litri di Quielmes. Dopo pranzo c'è tempo per una breve siesta prima di andare di nuovo a vedere il "futbòl", questa volta dal vivo allo stadio di Esquel dove la squadra locale, il Belgrano, quasi tutta composta da amici e conoscenti di Danilo, gioca contro una squadra di Bariloche. Finisce 3-3, al triplice fischio finale tiriamo un respiro di sollievo perché nella tribune faceva veramente freddo.Ritorniamo a casa a bere mate per riscaldarci e riposare un'altro pochino. 
Alla sera ce ne andiamo a fare una cenetta romantica, noi due soli, una sorta di cena di fidanzamento visto le parole d'amore che ci siamo scambiati nel pomeriggio. Per festeggiare questa giornata incredibile e questa occasione speciale andiamo in una delle migliori "Parilla" di Esquel per mangiarci finalmente un Asado come si deve… lo accompagnano con del purè di mele e delle patate alla crema…non poteva di certo mancare una bottiglia di vino buono, che si rivela essere ottima, Malbec - Elementos del 2012… Il conto è accessibile, neanche 25 € a testa… Ce ne andiamo a letto contenti, anzi veramente felici.
Per Andrea dev'essere stato uno dei giorni più felici della sua vita!

Gli altri giorni a casa di Danilo servono per conoscerci meglio, e per riorganizzare il nostro viaggio. 
Le ipotesi sono tante ma bisogna soprattutto prendere in considerazione l'elemento principale, cioè le pastiglie di Andrea che stanno finendo e che arriveranno via corriere dall'Italia.
Non è poi così semplice importare merce dall'estero, figuriamoci medicinali. Il problema è la dogana argentina. Pensiamo che la soluzione migliore sia rimanere ad Esquel e sperare che il pacco arrivi prima della nostra partenza obbligata fissata per il giorno 7 di novembre, ultima data utile prima che il nostro abbonamento di bus scada. Per quanto non sia una grande attrazione turistica come Bariloche o un piccolo nido magico come El Bolson, Esquel è una piacevole cittadina a dimensione d'uomo. Circondata da immancabili monti le cui cime più alte sono ancora innevate, un piccolo centro con parco, alcuni ristoranti, un bel centro culturale, negozietti, ci pare possa essere una buona occasione per sperimentare la vita
quotidiana di una cittadina della Patagonia.


L'unico problema è dove dormire, di certo non possiamo rimanere 3 settimane a casa di Danilo, quindi cominciamo a cercare in internet, contattiamo un paio di "granjas" che però non ci rispondono. 
Giulia scopre su un sito (http://www.helpx.net/) la possibilità di lavorare come volontari in un ostello, ci presentiamo direttamente, lasciamo i nostri dati al ragazzo alla recepcion, che ci assicura che il titolare in giornata ci chiamerà.
Nel frattempo andiamo a Trevelin, città fondata dai gallesi a pochi km di distanza da Esquel, nulla di entusiasmante, cittadina piccola, in crescita con quasi nulla aperto, restiamo un po' delusi. Fatta la nostra passeggiatina ce ne ritorniamo verso casa, quando, ci arriva un sms al telefono argentino, è Gustavo il ragazzo dell'ostello, che ci da appuntamento per il giorno seguente.
Al momento del colloquio ci sembra essere dubbioso, ci dà la sensazione che mai ci dirà di si, ci liquida con un ci sentiamo domani consulto il mio socio e vi richiamo.
Alla sera ci arriva un sms nel quale ci dice di presentarsi all'ostello la mattina seguente, gli interessa che noi ci fermiamo. OTTIMO!!!
Poco dopo usciamo per andare a fare la nostra prima lezione di Tango al centro culturale Melipal di Esquel, che avevamo visitato nel pomeriggio e dove abbiamo avuto il piacere di conoscere e parlare un po' con una signora Mapuche.
C'è abbastanza gente alla lezione e tutti sanno più o meno ballare, noi alle prime armi siamo un po' impediti ma ci divertiamo moltissimo…Giulia sente comunque bene il ritmo, Andrea invece è molto spesso fuori tempo. Finiamo la lezione belli stanchi e soddisfatti di aver perlomeno provato i primi passi base.