venerdì 20 settembre 2013

Ultimo giorno a Buenos Aires...emozioni forti

Eccoci all'ultimo giorno nella Capital Fedaral, giorno da vivere intensamente… Le condizioni climatiche sono ottime, un cielo splendido, sole che scalda moltissimo; passiamo tutta la mattina in maniche corte per la via principale del "barrio" San Telmo, barrio dove si trova il nostro ostello e dove ogni domenica c'è un immenso mercato di antiquariato, artigianato e qualsiasi altra cosa si possa vendere in una bancarella…
Approfittiamo per dare qualche notizia di questo quartiere splendido della città, uno dei più vecchi… Tutte le strade sono di ciottolato, le vie sono piene di negozi di qualsiasi genere, bar e ristoranti per qualsiasi tasca, dai più veri e tipici ai più grandi fatti apposta per i turisti.
C'è anche molta arte, chiese, palazzi storici, mercati  stabili e varie associazioni e scuole di ballo, dal tango alle danze africane…
La gente qui sembra vivere tranquilla, lavora perché tutti si occupano di qualcosa, ma non sembrano di certo stressata dalla vita. 
Girando per bancarelle alla ricerca di un contenitore, di cui mi sfugge il nome, per fare il mate troviamo un artigiano che vende dei ritagli  di cuoio con incise mappe dell'Argentina o dell'America Latina e di certo  per 50 Pesos, poco più di 7 euro, non possiamo non acquistarla… Nel girovagare per banchi chiedendo informazioni sulle "matere" ci imbattiamo in vari artisti di strada, tra cui un gruppo musicale composto da sei elementi bravissimi…  

Ascoltata un pò di buona musica incontriamo una ragazza simpaticissima e molto preparata che produceva artigianalmente le "Matere" con delle piccole zucche. Dopo averla bombardata con decine di domande su come le essiccava, dipingeva e incideva, tutto rigorosamente a mano con degli strumenti, che ci ha pure mostrato, ovviamente abbiamo deciso di comprargliene una… altri 50 pesitos con pure una "bombilla" di bambù… 
Camminando per questa calle strapiena di gente arriviamo in un cortile di una scuola o qualcosa di simile trasformato in una "Parilla" con "bondiola, choripan" e altri tipi di carne cucinati alla brace da mettere all'interno di un panino sempre con salse e insalate. Ne prendiamo uno da mangiar in due, un'immancabile Quilmes e ci sediamo a guardare uno spettacolo di Tango con tanto di musica dal vivo, anche se dobbiamo dire la verità i ballerini non erano poi così bravi… però sempre tango era…Un'altro sguardo al resto delle bancarelle, non sono più belle come le precedenti non essendoci più oggetti di artigianato locale… ultimo acquisto che non possiamo svelare perchè è una sorpresa per uno di voi accaniti lettori...e un pò stufi ce ne ritorniamo al Hostal a prendere il sole in terrazza aspettando che un ragazzo ancora sconosciuto ci venga a prendere per andare allo stadio Monumental per seguire dal vivo River Plate - Tigre valida per il campionato argentino di calcio.
Il ragazzo, uno degli "indignados" che porta i turisti allo stadio usando il calcio come mezzo per socializzare, di nome Facundo per gli amici "Fefe" ci viene a prendere alle 15.30; scopriamo di essere solo noi due che vanno a "la cancha del River" con lui, ma non ci importa molto, peccato potevamo conoscere più gente, ma questo ci permette di conoscere meglio Fefe e potergli fare tutte le domande che vogliamo… 
Prendiamo il bus e facciamo una strada che mai avevamo fatto, lungo il Rio de la Plata, passiamo per l'aeroporto interno di Buenos Aires, per parchi e per il Museo "ex ESMA", che volevamo tanto andare a vedere ma che non riuscimmo per problemi tecnici, il giorno prima…
Prendendo spunto dall'ex ESMA, ci racconta del suo lavoro negli anni; è un giornalista di un giornale indipendente che con i suoi articoli e foto ha contribuito a mandare in carcere un mafioso argentino (Yabran) che aveva niente di meno che la bomba atomica… 
Ci avviciniamo sempre più allo stadio e finalmente si respira l'aria della partita… Prima di entrare allo stadio andiamo a prendere un paio di Quilmes da litro, che beviamo di nascosto dalla polizia (non si può bere nel raggio di 500 metri dallo stadio) e ci fermiamo a mangiare un panino nei chioschi vicini al Monumental… Perquisa e ci siamo… Entriamo in uno degli stadi più belli e grandi di Buenos Aires e dell'Argentina intera!!! WOW!!!
Di fronte abbiamo la curva degli ultras del River, "Los Borrachos del Tablòn"... La partita è appena iniziata e incominciamo a cantare e saltare con il resto della curva…
E' palpabile l'odio de "los Gallinas", i tifosi del River, verso "los Botero" quelli del Boca, quasi in ogni coro li si manda a quel paese…
Non c'è la tifoseria del Tigre, come non ci sono mai i tifosi ospiti in nessuna partita di campionato, per problemi grossi tra ultras, si sparavano dietro, così ci raccontano…
Il primo tempo passa veloce, 0-0… Nel secondo arriva il bello, esce il giocatore più forte del River, un difensore centrale di colore di 20 anni che dicono essere destinato al Barcellona, e il suo sostituto segna subito, 1-0…
Gli altri due gol arrivano di conseguenza al miglior gioco dei padroni di casa e grazie anche a un paio di miracoli del portiere… 2-0, nemmeno tempo di festeggiare, 3-0! I cori pro River e contro il Boca si sprecano…
Triplice fischio finale, esplode la gioia dei tifosi, era da tempo che al Monumental non si vedevano 3 gol dei padroni di casa e ci eleggono ad amuleti, ci chiedono di tornare più spesso…
Andrea non vorrebbe più uscire, come successe alla Bombonera, ma alla fine si fa contagiare dai cori che i ragazzi intonano uscendo e si lascia così lo stadio…
Fefe ci confessa di essere del Argentinos Junior perché sono compagni e perché la scuola calcio di questa squadra forgia Leader, che poi quando vengono venduti alle altre squadre codeste vincono, ci fa i nomi di Sorin, Cambiasso, Maradona e molti altri che Andrea conosce… Aggiunge anche che la maggior parte dei capitani della "seleccion" vengono dalla canterà dell'Argentinos… Andrea resta affascinato da questi racconti e dice già di voler andare a vedere una partita anche di questa squadra… Un pò la tifa già :-)
Il ritorno, per un bel pezzo a piedi, ci aiuta a fare ancora più conoscenza di Facundo, una persona con cui abbiamo molto in comune, soprattutto gli ideali… Ci racconta altri aneddoti della sua vita e della sua carriera politica.
Anche lui come Andrea ha vissuto in Euskal Herria (Paesi Baschi per gli ignoranti :-) ) e si intendono a meraviglia…
Notiamo che alcune problematiche che ci sono all'interno di una società piccola come Venezia ci sono anche in America Latina. E' difficile mettere d'accordo la gente sia in piccola che in grande scala…
Prendiamo il bus e in non molto tempo arriviamo al hostal, ci salutiamo come vecchia amici, facendo foto divertenti e con la certezza che ci rivedremo un giorno in qualche parte nel mondo…
Che bella giornata, piena, difficile spiegarvi quello che abbiamo provato oggi, emozioni forti… Gran ultimo giorno a Buenos Aires!!! 


martedì 17 settembre 2013

 Pioggia, tantissima pioggia. Quando ci siamo svegliati era talmente buio che sembrava fosse ancora sera, e invece erano le 9.30, un record incredibile visto e considerato che di solito entro le 8.30 stiamo già facendo colazione. Che fare? Uscire non è per nulla facile, non solo perché tra cielo nero e raffiche di vento non verrebbe proprio voglia, ma anche perché vi sono scrosci devastanti quasi ogni venti minuti per cui camminare per strada è effettivamente complicato. La mattina riusciamo a farcela passare sbrigando alcune commissioni che comunque avremmo dovuto svolgere, ritiriamo i soldi prima di andare in campagna, ci stampiamo i biglietti del bus, mandiamo qualche email e soprattutto ci facciamo la famosa scheda telefonica, senza internet e senza promozioni per chiamare all'estero ma almeno possiamo ricevere da fuori e chiamare numeri argentini. Però non si può sprecare così un'intera giornata, siamo pur sempre a Buenos Aires….ci armiamo di forza di volontà e soprattutto di "ponchos" che ci arrivano fino alle ginocchia, tasche piene di monetine per il bus e via! Saremmo voluti andare all'ex ESMA, la ex Escuela de Mecànica de la Armada, ovvero la scuola per la formazione degli ufficiali della marina argentina di Buenos Aires che passò tragicamente alla storia per essere, durante la dittatura del 1976-1983, il più grande e attivo centro di detenzione illegale e tortura delle persone scomode al regime della giunta.( http://www.espaciomemoria.ar/ ) Purtroppo bisogna prenotare la visita guidata con qualche giorno di anticipo, dalla mattina al pomeriggio non si può, un gran peccato, dev'essere un luogo storico di ineguagliabile intensità…prima o poi sicuramente torneremo a Buenos Aires! La scelta ricade quindi sul Museo National de Bellas Artes.  
Le strade sono praticamente vuote, pochissime macchine, buio, pioggia incessante, ma senza alcun motivo sensato (almeno secondo noi) nei viali vicino al museo è pieno di gente che fa jogging….Noi invece di pioggia ne abbiamo presa anche troppa per i nostri gusti e siamo ben contenti di mollare le giacche bagnate e goderci il tepore del museo. Restiamo piacevolmente stupiti, il museo di belle arti è gratuito e aperto tutto il giorno fino alle otto e mezza di sera, molto ben organizzato, e veramente strapieno di opere di ogni tipo. I quadri, sculture, mobili e oggetti che vi si trovano sono tutti frutto di donazioni di privati e collezioni storiche di famiglie importanti per cui c'è veramente di tutto.
Ci perdiamo per un paio d'ore tra Goya, Renoir, Degas, Guardi, artisti argentini, sculture in bronzo, arazzi, souvenir da tutto il mondo di secoli fa….quando usciamo ha addirittura smesso di piovere e non abbiamo nessuna voglia di tornar in ostello. Si resta a mangiare fuori!! tornando verso casa a piedi un ristorantino come quelli che piacciono a noi vuoi che non lo troviamo??? E così, ovviamente, per la prima volta, sbagliamo completamente strada, siamo andati nella direzione esattamente opposta e quella che avremmo dovuto prendere…….ma un ristorantino lo troviamo lo stesso, carne a prezzi onesti, vino rosso, gestione cilena, tre vecchi uno meglio dell'altro! Che poi in realtà è stato pure meglio aver sbagliato strada così almeno finita la cena, e soprattutto la bottiglia di malbec, abbiamo modo di smaltire. Arrivati alla nostra calle notiamo con gran stupore che il bar all'angolo a cui stavano lavorando lunedì mattina quando siamo arrivati è già aperto al pubblico, fermarsi per bere un amaro e conoscere l'inesperto ma simpatico e gentile proprietario è d'obbligo!  

E poi c'ha pure il Borghetti!!! Pieni e un po' brilli ce ne andiamo a dormire….domani ci aspetta una giornata intensa, l'ultima nella, ormai, nostra amata Buenos Aires!

domenica 8 settembre 2013

Dia 5: paseo por jardines

Sono passati solo cinque giorni ma ormai abbiamo acquisito i ritmi di Buenos Aires, ovvero tranquillità! E' incredibile come una metropoli tanto grande e piena di gente, macchine, autobus non sia rumorosa; mai visto gente stressata correre di qua e d là in ritardo per chissà quale appuntamento importantissimo, litigi tra automobilisti (nonostante si guidi con totale noncuranza) scontri verbali tra la gente nelle effettivamente affollatissime metro. Sono tutti tranquilli, pacifici, tutti salutano e ringraziano sempre, se ci si scontra ci si chiede scusa con un sorriso, se ti vedono in difficoltà per strada si fermano ad aiutarti. Sicché con grande tranquillità anche noi ci muoviamo questa mattina, ormai in grado di girare senza una perenne mappa sotto gli occhi, già provando la piacevole sensazione di prendere scorciatoie e dare indicazione……….veramente a entrambi è capitato e, ancora meglio, abbiamo saputo rispondere!! 

Oggi c'è il sole,fa caldo, pare quasi di essere già in primavera per cui, dopo aver comprato il southpass (http://www.argentinabybus.com/) che ci permetterà per i prossimi due mesi di girare l'Argentina in autobus, decidiamo di dedicare la giornata ai parchi della città.
Un enorme polmone cittadino si apre davanti ai nostri occhi. Passiamo dal giardino botanico, al parco zoologico,dove però non entriamo che comunque animali in gabbia non vogliamo finanziarli, al giardino giapponese, greco e chi più ne ha più ne metta…….strabiliante! Prati, laghetti, piste ciclabili, zone per skaters e pattinatori, tutto a portata di piede :) L'unica nota negativa, o meglio inutile, il planetario, pareva dovesse essere questa bellissima e brillante palla in mezzo ai parchi e invece è più che altro una sferetta arrugginita di cui non si capisce bene l'utilità.

Piccola nota : come in qualsiasi altra parte del mondo in metropolitana c'è chi prova a vendere qualsiasi cosa ai passeggeri, ma oggi è arrivato un ragazzo con un cartone pieno di libri che diligentemente distribuiva ai vari passeggeri seduti, i quali sfogliato il libro e o lo compravano o lo ridavano (anche qui tutto in tranquillità silenzio e cortesia)…dopo aver visto il libro a noi consegnatoci e esserci guardati un attimo in giro abbiamo constatato che erano tutti libri di filosofi, pensatori, politici comunisti GRANDE.

Dia 4: Oggi la Bombonera...!!!

Questa mattina ce la prendiamo più comoda del solito, usciamo sulle 11.30…e prendiamo pure l'autobus. Vogliamo tornare a la Boca per entrare finalmente alla Bombonera.
Appena saliamo in autobus sbagliamo, usiamo infatti la porta centrale e veniamo subito ripresi dall'autista, perché si sale solo dalla porta anteriore. 
Ci avviciniamo al conducente, gli comunichiamo dove vogliamo scendere lui schiaccia un bottone, paghiamo in monete, l'unica maniera senza avere la tessera abbonamento. Aspettiamo che ci dia il biglietto, sbagliamo di nuovo, bisogna inserire le monetine in una biglietteria automatica e da li esce il ticket.
NB: ricordarsi che nei bus si sale solo dalla porta davanti, ci si mette in fila in strada e si sale uno per volta!!! Lo facessero anche in Italia sarebbe risolto il problema del abusivismo, succederà mai?!?

Ormai La Boca la conosciamo come le nostre tasche, scendiamo in "Avenida Brown" e ci accingiamo a raggiungere lo stadio del Boca Juniors...
Questa volta alla biglietteria ci danno l'ok per l'ingresso alla Bombonera e quindi compriamo due entrate a museo+stadio con 120 pesos totali.

Un primo sguardo veloce al museo cercando la foto dell'esordio di Gabriel Omar Batistuta, per tutti i tifosi viola Batigol, guardiamo le varie maglie della storia del club e poi entriamo in una sala cinema fatta a forma di pallone dove all'interno troviamo una serie di schermi che mandano un video a 360 gradi di un fantomatico esordio di un giovane con la maglia del Boca, che entra per la prima volta alla Bombonera, con tanto di tifosi e tutto il contorno.
Usciti da questo "sogno di ogni bambino", finalmente arriviamo all'entrata dello stadio…
OOOOOooooo!!! LA BOMBONERA, con "la Doce" in fronte a noi e la tribuna vip alla destra. Andrea comincia a fantasticare di come dev'essere questo tempio pieno di tifosi e "hinchas" durante una partita, magari un derby con il River o una finale di Coppa Libertadores con una squadra brasiliana, con Diego in tribuna ad alimentare gli animi..
Potrebbe passare ore anche in uno stadio vuoto…
Cerchiamo pure di intrufolarci negli spogliatoi senza però riuscirci, rientriamo nello stadio per qualche altra foto prima di concludere la visita del museo dove troviamo coppe, foto, video di partite memorabili di giocatori che hanno fatto la storia degli "xenenses"…
Alla fine Andrea si stacca dai video, e insieme ci avviciniamo all'uscita passando però per altre bacheche, video e cartellini di calciatori dei primi anni del club.

Ce la facciamo, varchiamo la porta di uscita e con un discreto appetito cerchiamo un ristorantino in zona per mangiare una "Parrillada mista completa".
La scelta ricade su di un localaccio con le pareti tappezzate di foto e di gagliardetti di tutte le squadre… Restiamo colpiti dalla carne sulla "parrilla" e dal prezzo… Ci accomodiamo, siamo i soli nel locale, ma non ci interessa, la nostra scelta l'abbiamo fatta e sinceramente è risultata ottima. La carne era tanta, varia e buona e il conto arrivato è stato onesto…
Mentre consumiamo la nostra carne, notiamo con curiosità sedersi accanto a noi un giapponese sola che ordina una parola, fantastico, esistono anche giapponesi che vanno all'avventura e alla ricerca degli usi e costumi di un popolo e non solo quelli che scattano foto nei luoghi turistici portati come pecore dalle guide… Grande!!!
Per pagare dobbiamo aggiungere qualche dollaro perché senza accorgerci ci siamo trovati senza i pesos necessari per pagare il seppur misero conto.

Dalla Boca questa volta vogliamo andare a Palermo, altro quartiere dall'altra parte della città, quindi non raggiungibile a piedi… necessitiamo di un bus e di monete per pagarlo, percorriamo uno stradone per cercare di cambiare i pochi pesos rimasti in monetine, sembra essere una "missione impossibile", per km nessuno soddisfa la nostra richiesta, noi perseveriamo e riusciamo nel nostro intento… Saliamo diligentemente nel bus dalla porta anteriore, paghiamo e poi cominciamo un viaggio lungo quasi un'ora, il pullman praticamente è passato in tutte le vie del centro… Una volta a Palermo però questa volta siamo per davvero senza nemmeno un "centavos" e di banche nemmeno l'ombra… 
Giriamo per le vie di questo quartiere incontrando negozi, ristoranti e bar con dei nomi italiani o baschi, chissà poi perché baschi ci domandiamo…
Le strade ad un certo punto diventano curate con negozi di grandi firme e un fiume di pub, disco bar e locali notturni… Qui alla sera c'è la movida!!!
Troviamo un locale per bere un caffè dove si può pagare con la carta, scrocchiamo il wifi e il bagno, una breve pausa e di nuovo pronti a vagare per le vie…

Stremati cerchiamo e troviamo facilmente appena fuori dal quartiere una metro che ci porti all'ostello per un meritato collasso… Ce ne andiamo a letto senza cena ancora sazi dal pranzo leggero nella trattoria alla Boca...

giovedì 5 settembre 2013

Dia 3: oggi arte

Sveglia come sempre presto, più e meno alle 8 in piedi, colazione, post nel blog e poi in strada direzione Recoleta, il quartiere, da quello che dicono le guide, tra i più "in"di Buenos Aires.

Come prima tappa ci dirigiamo per la prima volta con un mezzo pubblico, "el subte", al Museo di un http://www.xulsolar.org.ar/.
 pittore Argentino, un pazzo che s'è pure inventato una lingua, amico di Jorge Luis Borges al secolo Xul Solar.
La mostra è divertente, quadri, soprattutto quelli nel mezzo della sua carriera, molto colorati e tutti animati e con un segno tutto suo.



Usciti dal Museo puntiamo lentamente, girovagando per le vie del quartiere verso il Cimitero della Recoleta dove sono seppelliti in dei mausolei incredibili i maggiori fautori della storia e della cultura argentina degli ultimi secoli. Veramente un posto fuori dal normale, con delle costruzioni immense in marmo alternate ad altre ormai diroccate con pattumiera all'interno, che fanno sorgere una domanda spontanea: "ma perché uno deve buttare i soldi per farsi costruire un monumento dove passare la morte?" mah!
Nel nostro girovagare capitiamo nel Centro Culturale libero della Recoleta, un posto fantastico dove chiunque può esporre le proprie opere e pure crearle, ci ha fatto davvero una bella impressione, sia per la vastità e la bellezza del luogo e sia per la quantità di gente che ci lavorava dentro.
Per la strada osserviamo incuriositi la maggior parte della gente che passava con una borsa di plastica gialla con la scritta "BA Joven" e ci mettiamo alla ricerca come due scemi del luogo ove uscivano quelle borse.
Passato un parco e l'immensa facoltà di Diritto, intravediamo l'entrata dell'Expo Joven, ci intrufoliamo subito spacciandoci per studenti della facoltà "humanistica"...non possiamo non avere anche noi il mitico sacchetto. Scopriamo così essere una fiera espositiva di aziende, dalle mega roche o mercedes che sia, alle piccole associazioni per il riciclo urbano, dove gli studenti universitari e secondari entravano, lasciavano curriculum alle varie aziende. Siamo rimasti molto colpiti, sia per il via vai di studenti e sia per la possibilità addirittura di fare dei veri e propri colloqui.
Anche in Italia succede questo...EEH!!
Appena usciti, da lontano notiamo in un parco un gigantesco fiore di metallo di cui avevamo letto l'esistenza nella guida, fiore che di notte si chiude...bello bellino peccato per le orde di americani in bici.
Mai domi ci accingiamo a raggiungere la stazione dei treni dove avevamo letto in internet il giorno prima essere in vendita il famoso "South Pass", una sorta di abbonamento per varie corse dei bus a lunga percorrenza. La strada verso la stazione sembra non finire mai... non ci perdiamo d'animo e alla fine ci arriviamo e troviamo all'interno dell'agenzia un ragazzo gentilissimo che ci da delle informazioni molto dettagliate.
In realtà non lo abbiamo acquistato perché volevamo capire bene se realmente conveniente e anche un pò spaventati dalle 26 ore di viaggio, praticamente di seguito, da percorrere in autobus, da Esquel a El Calafate.
Tornati a casa ci mettiamo subito a confrontare prezzi di autobus fino allo svenimento, quindi decidiamo di uscire a mangiare qualcosa prima di addormentarci col il computer in mano...
Stanchi e senza forze andiamo a mangiare una pizza alla pizzeria sotto l'ostello, niente di che, ma pensando di essere in Argentina, per niente male...certo mangiare la pizza dall'altra parte del mondo...proprio italiani siamo ;)
Prima di andare a letto c'è giusto il tempo di una sigaretta della Buonanotte...

mercoledì 4 settembre 2013

Dia 2 : più che Buenos Aires , Aires frio

Dieci ore di sonno ininterrotto,  due medialunas (sostanzialmente micro brioche vuote) e caffè, buono, pronti ad aspettarci…il risveglio questa mattina ha tutto un altro sapore. Fa freddo , più di quanto ci aspettassimo, o meglio, c'è un vento freddo che taglia le labbra, d'altronde è pur sempre inverno, e a onor del vero ci sono venti gradi e sotto il sole a metà giornata stai tranquillamente in maglia. 
Oggi ci dedichiamo alla parte sud della città , San Telmo , il "nostro" quartiere, La Boca , Puerto Madero ; da bravi veneziani non prendiamo nemmeno in considerazione i mezzi pubblici, si raggiunge tutto a piedi, e si assapora meglio ogni angolo della città.  

Passiamo dai vicoletti ciottolati, i piccoli negozi di antiquariato più o meno turistici, i ristoranti nelle piazze, ai vialoni a quattro corsie per senso di marcia e ai palazzi alla Spinaceto a Roma o Cita a Marghera che si voglia, alternati a baracche che non si capisce nemmeno come e con cosa sono state costruite, e poi eccola lì immensa e isolata da tutto il resto LA BOMBONERA "un museo, un pezzo di storia, un mito" come dice Andrea. Le strade attorno allo stadio sono tutte giallo e blu, piene di bandiere, parillas già pronte per grigliare e bancarelle che vendono di tutto…tra cui anche un vecchietto proprio davanti ad una delle entrate dello stadio che vende martelli e  chiavi inglesi, ben! speriamo che durante le partite non lo facciano restare là…. Nello stadio non si può entrare per via di allenamenti a porte chiuse e il museo in sé,  senza poter entrare nello stadio, non è che valga molto la pena, toccherà tornare un'altra volta. Ci avviamo verso il famoso Caminito, l'unico vicolo che a sentire guide e forum valga la pena visitare a La Boca, e che sia abbastanza sicuro per i turisti, FALSO. La strada in se sarebbe anche bella , con tutte le case di mille colori e murales su ogni muro libero, ma sembra di entrare in un remake alla disneyland del quartiere stesso , un cazzo di villaggio a tema americano dove pullman pieni di turisti si fermano all'entrata e non sia mai che si possa entrare nel vicolo parallelo, donne più o meno (spesso meno) seducenti che ti chiedono di farsi una foto con te mentre mimano mosse di tango, sosia di Maradona, magliette, gadgets AIUTOOOO. Tutte le via intorno, invece, sono certamente meno colorate ma sicuramente più autentiche, i murales restano, alcune lamiere dipinte pure e in più trovi il super panificio che con 18 pesos (2,40 euro) ti da due ottime empanadas e il bar/baraccha de veci dove sotto il sole ti puoi bere un litro di quilmes , guardare il via vai della strada e gustarti il folclore della gente, sempre a 18 pesos, pure la birra :)




Anche se è già l'una passata ci siamo imputanti che a pranzo vogliamo mangiarci un bondiola de cerdo fatta al momento nei chioschi tra porto madero e la riserva naturale, come ci ha consigliato uno dei fioi dell'ostello. Ovviamente a piedi, si riparte. 
Puerto Madero, non più porto dal 1926 , è stato riutilizzato proprio bene, la camminata è piacevole, anche se lunghetta, ed ha un suo fascino vedere la discrepanza assoluta tra le due rive, una tutta con vecchie strutture basse in mattone trasformate in sedi universitarie e bar, l'altra tutta vetro e metallo, con grattacieli che a guardarli ti gira la testa.
Ma a noi di farci girare la testa non ce ne importa e attraversiamo la via direzione Reserva Ecologica Costanera Sur, per raggiungere i chioschi dove cucinano le famose bondiolas…
Nella lunga via che costeggia la riserva ci saranno come minimo una cinquantina di questi folcloristici chioschi che cucinano bondiolas, chorizos e qualsiasi cosa si possa mettere all'interno di un panino.
Dopo averne superati un bel pò, ci fermiamo in uno dei chioschi, quello che secondo noi ha le salse e le insalata più buone per riempire il nostro pranzo tra due pezzi di pane. Logicamente ci mettiamo qualsiasi cosa dentro e riusciamo pure a condirlo in tre differenti maniere visto la lunghezza del pane.
Il tutto ci costa 65 pesos, poco più di 6 euro in due, strassada!!!
Per digerire decidiamo di avventurarci all'interno della riserva naturale, la percorriamo praticamente tutta incontrando però solo stormi di pappagallini verdi.  


La natura e la tranquillità del posto ci colpisce e ci aiuta a buttare giù il cibo.

Camminando camminando arriviamo al mare, il Rio de la Plata, una distesa di acqua marrone, dove è severamente vietato entrare, neanche ti venisse voglia… 
Usciamo dal paradiso naturale affiancato dal mare da una parte e grattacieli giganteschi dall'altra e cerchiamo una strada per tornare a casa.

Leggermente affaticati decidiamo di prendere la metro o subte come la chiamano qui, ma arrivati alla fermata esce una ragazza dicendo "no hay subte, no hay subte!!!" così ci tocca dirigerci a piedi verso il nostro amato ostello di pazzi…
Acquistata la cena a base di verdure al supermercato, ci mettiamo a pubblicare pagine del blog finchè ne abbiamo la possibilità usufruendo del wi-fi del luogo, che poi nelle fattorie non sappiamo mica se possiamo garantirvi post così assidui… 

Zuppetta e a letto presto che domani è un'altra giornata da vivere intensamente nella storica Capital Federal de Argentina... 

martedì 3 settembre 2013

giorno 1: viaggio e arrivo a Buenos Aires

Il fatidico giorno della partenza è finalmente arrivato, con più di tre ore di anticipo arriviamo a Fiumicino carichi come pochi tra zaini e nervi leggermente tesi...
Passiamo velocemente tutti i controlli, avevamo un pò di paura essendo noi in possesso di biglietto di sola andata, anche se i problemi potevano nascere più che altro alla dogana di Buenos Aires.
L'aereo decolla "suavemente" in orario, le 14 ore di volo passano lente tra una cena tipica da aereo, un film e qualche ora di sonno intervallata da tutti i dolori possibili al corpo...
I signori davanti han abbassato i sedili appena finito il decollo e sembravano drogati, anzi forse lo erano visto che non si son mai mossi fino alla colazione.
L'atterraggio ancora più morbido del decollo avviene addirittura in anticipo, quindi direi che Aerolinas Argentinas ha superato le nostre aspettative (a parte i sedili super scomodi) e le note negative della gente a cui dicevamo con quale compagnia avevamo intenzione di volare.
Quindi alle 4.20 del mattino ora locale sbarchiamo all'aeroporto internazionale Ministro Pistarini Ezeiza di Buenos Aires, Argentina.
Un pò di attesa per i bagagli, ma tra la gioia incontenibile passiamo anche l'ultimo ostacolo del timbro dei passaporti, nessuno ci chiede un biglietto di uscita dal paese. Il poliziotto addetto al controllo ci fotografa ci fa mettere l'indice su di uno scanner per prendere l'impronta digitale, ci chiede dove vogliamo andare e ci da pure qualche consiglio amichevole e ci lascia passare.
Raccolti i bagagli uscendo dall'aeroporto acquistiamo per 17 dollari cadauno, valuta che avevamo in portafoglio, due biglietti per il bus con la compagnia Manuel Tienda Leon che pensavamo ci avesse portato in centro e invece tra il nostro stupore ci fa scendere al Reitiro per poi farci salire in un auto e portarci fino davanti all'hostal, "genial!!!"
Essendo arrivati con larghissimo anticipo all'ostello, proviamo a suonare per lasciare gli zaini, ci apre un ragazzo con un sonno tipico di uno che avrà dormito si e no due ore, ma la mamma è vicentina e forse questo lo frena dallo strozzarci, anzi  gentilmente tra uno sbadiglio e l'altro ci lascia depositare i bagagli.
E ora che siamo a Buenos Aires pieni di sonno alle 7 del mattino dove andiamo?
Intanto usciamo e di fronte a noi seduta su di una panchina troviamo una faccia a noi nota...



Traballanti e rintronati vaghiamo per la città senza nemmeno un peso per fare colazione, l'unica soluzione è entrare in una caffetteria multinazionale di cui non scriviamo il nome più per vergogna che per essere politicamente corretti, paghiamo con carta di credito e scrocchiamo pure il Wi-fi...
Non meno rintronati, ma rincuorati da un caffè caldo, andiamo alla ricerca per ore di un cambio o una banca, ma tanto apre tutto alle dieci...Percorriamo qualcosa come dieci volte avenida florida avanti e indietro come due zombie, dai bancomat non riusciamo a tirare fuori nemmeno un misero peso e sicuramente non ci fidiamo delle decine di loschi individui che a ogni angolo della strada offrono "cambio cambio". Arrivano le fatidiche ore dieci e il mondo incomincia a svegliarsi intorno a noi, loro!, cambiati i primi soldi, puntiamo ai negozi delle compagnie telefoniche per cercare di acquistare una Sim Argentina, ma neppure questo ci riesce, i commessi ci danno delle risposte a caso e ci mandano in altri negozi, risultato, tuttora non abbiamo una Sim...
Con un discreto appetito e con la stanchezza che si fa sempre più sentire ci dirigiamo verso un qualsiasi posto che ci dia qualcosa da mangiare... Vista l'ora e la gente che ancora faceva colazione ci rimane solo puntare un fast food che non sia uno dei soliti americani che hanno conquistato il pianeta.
Ci ingozziamo di cibo insalubre e ce ne torniamo verso "casa", lungo il cammino incontriamo un sacco di dog sitter ognuno con minimo dieci cani che diligentemente andavamo a guinzaglio...
Acquisiamo qualche nozione della città dal simpatico ragazzo della recepcion che ci fa capire di aver sbagliato in pieno nel cambiare i soldi in un "change" e non dai loschi individui che quotano l'euro quasi quattro punti in più in maniera "legale" Joder!!! No pasa nada, abbiamo un letto dove riposare qualche ora...
Non si sa come dopo nemmeno tre ore ci svegliamo senza bisogno di una sveglia ma con qualche giramento di testa... Doccietta e via nuovamente a vagare per le vie di Buenos Aires...
Passiamo piazze ed edifici storici che però vediamo e non vediamo, ci sarà tempo per ripassare e osservarli con l'occhio curioso che ci contraddistingue.
                                     

Che fare se non cercare un ristorantino nel quartiere di San Telmo dove alloggiamo per una cena leggera prima di ributtarsi a letto e farsi una dormita come si deve?
Capitiamo in un locale giusto sotto all'ostello ci sembra carino e ordiniamo così, un poco a caso,  ci arrivano due piatti enormi con tutto dentro, ecco servita la nostra cena leggera con un litro di birra Quielmes!!!

Buonanotte Argentina, buonanotte mondo!!!



inizio del sogno...

Sapete, quando si sogna qualcosa da quando sei bambino, poi incontri una persona con lo stesso sogno e decidi insieme che è il momento di realizzarlo...
Ecco questo è successo a noi... Chi siamo noi?
Andrea 34 anni barista Veneziano e Giulia 27 anni, non così facilmente identificabile...
Il nostro sogno da come si può capire è esplorare l'America Latina, iniziamo con un itinerario che prevede Argentina e Cile...
Da Buenos Aires a Santiago de Cile passando per Mar del Plata, gran parte della Patagonia argentina e cilena, facendo sia tappe per così dire turistiche e altre tappe più curiose e formative come soggiorni in fattorie ove utilizzeremo la nostra forza lavoro in cambio di ospitalità e soddisfare la nostra fame di conoscenza di usi e costumi del luogo...
Partiamo con due zaini enormi pieni di speranze, aspettative e spirito d'avventura, ma con la consapevolezza che questo è il primo passo per la concreta realizzazione del nostro sogno...