giovedì 26 dicembre 2013

Los Angeles de Chile!!!


Dopo giorni di vacanza si torna finalmente a lavorare nel campo, "cosecha de Arandanos" (raccolta di mirtilli) per un ragazzo di 34 anni, Bruno, di discendenza tedesca.
All'autostazione arriviamo alle 20.30, dopo 7 ore di viaggio nelle quali abbiamo cambiato 3 regioni del Cile.
Bruno arriva con la sua "furgoneta" bianca e ci porta diretti in quella che sarà la nostra casa per le prossime due settimane… In auto ci dà alcune nozioni e ci spiega i fatti basilari della casa e del lavoro… 
Rimasti soli sistemiamo le nostre cose in velocità; a breve il nostro amico ci verrà a riprendere per andare ad un compleanno. Siamo stravolti e in realtà titubiamo un bel po' prima di uscire, ma poi ci convinciamo; è da una vita che non usciamo, non si può perdere l'occasione di conoscere gente e divertirsi un po'.
In auto conosciamo un'amica di Bruno, Daniela, e arrivati in casa del festeggiato ci vengono presentati tutti gli invitati e soprattutto facciamo conoscenza con il Piscola, bibita tipica cilena; altro non è che Pisco e coca cola.
Riflessione sul Pisco: liquore di 40 gradi dal sapore neutro, dolce ma non troppo, si può bere solo o miscelato. 
Cominciamo a conoscere un bel po' di gente e i Piscola aumentano…
A mezzanotte, per nostra fortuna, al posto della torta, c'è un Asado (carne alla brace), che ci permette di non essere già ubriachi al prossimo Pisco…
Ci gustiamo la carne, la stanchezza scompare… Chiaro dopo aver mangiato non si può che bere un altro Piscola… La cola finisce e cominciamo a miscelare il Pisco con qualsiasi altra bibita, c'è del succo di mela, e succo di mela sia…
La ora si fa sempre più tarda e il Pisco finisce, però appare la san Vodka, la misceliamo con la Sprite, dopo di ché non abbiamo molti ricordi… jajaja!!!
Nessuno ci aveva dato un simile benvenuto, arrivati a casa sveniamo a letto…
BIENVENIDOS A LOS ANGELES!!!


La mattina seguente è un trauma, la sveglia suona alle 10.30, ma alzarsi dal letto è veramente difficile, tipica resaca…
Dobbiamo farci forza e andare a conoscere i lavoratori del campo, usciamo e totalmente disorientati ci troviamo in mezzo ad un campo di alfalfa, pianta foraggera usata anche come erba medica. Per fortuna appare una donna su di un quadri, è Margarita la fida scudiera di Bruno… Ci carica sul quadri e ci porta a conoscere i colleghi, Luis il costode nonché factotum, e Don Juan, addetto alla riparazione dei trattori. 
La seguiamo nel campo sterminato di "àrandanos", li ci spiega come vanno raccolti i frutti.
Ci armiamo di cestini e iniziamo la raccolta sotto un sole cocente, Andrea è muto, ha sicuramente pagato di più i drink della sera precedente…per fortuna mezzogiorno arriva presto, Giulia e Margarita vanno in un quartiere vicino a comprare del cibo che la gentil signora poi ci cucina.
Come sempre qui in Cile nella tavola non manca di certo una bottiglia di Coka da 3 litri, è veramente pazzesca la quantità di bibite gassate che viene consumata in questo stato, soprattutto durante i pasti. A noi viene bene, per post sbornia non c'è niente di meglio, ma a loro che la bevono tutti i giorni tanto bene non deve fare, sarà meglio un buon bicchiere di vino, no? 
Sta di fatto che con la panza piena Andrea risorge un po' al contrario di Giulia…ce ne andiamo al campo e non c'è scampo, bisogna rimanere fino alle 17.30.  E' stata dura ma in fin dei conti ce l'abbiamo fatta anche se con una misera media di ceste raccolte se confrontate alle signore che sono li con noi a raccogliere i frutti.
Il pomeriggio di lavoro finisce con una bella doccia…Abbiamo però ancora un grosso problema, non abbiamo cibo e Bruno non si vede, gli mandiamo un sms, ci richiama dopo un'oretta e dice di averci lasciato la "furgoneta" per andare al supermercato.
Siamo un po' balbi, entrambi abbiamo la patente, sia chiaro, però nessuno dei due guida da secoli e lui lo sa!
Ci avviamo verso casa di Luis sperando che o lui o suo fratello possano accompagnarci, il fratello si offre, però sorpresa sorpresa…non sa guidare! Andrea si fa forza, sale dalla parte del conducente, accende il motore, toglie il freno a mano e mette la retro… La macchina lentamente indietreggia, con una manovra perfetta è dritta in strada, ovviamente di sterrato, fino all'uscita della fattoria.
Andrea sembra sicuro e sta prendendo la mano, chiaro, va al max a 60km all'ora però senza nessuna sbavatura, arriviamo con le indicazioni, sempre in ritardo e confuse, del vecchio ("Dale no ma",
"recto no ma" ecc) al supermercato che poi scopriamo essere il più caro di Los Angeles. Il parcheggio è sotterraneo, questo spaventa un po' il nostro conducente il quale però, anche in questa circostanza, se la cava egregiamente. Scendiamo e lasciamo Sergio, la nostra cosiddetta guida, a bordo. Giulia è fierissima del so uomo e di come ha gestito la situazione.
Fatta la spesa, circa un'ora, ce ne risaliamo in auto e facciamo ritorno a casa…anche con il buio Andrea sembra sicuro e arriviamo sani, salvi e felici con una certezza in più, quella di poter viaggiare anche in auto, che non è poco!
Cenetta e a letto, visto che tra una cosa e l'altra si è fatta mezzanotte e domani c'è da lavorare per davvero.


Lavorare senza resaca è di certo più semplice, ma il sole picchia e di ceste di mirtilli non ne facciamo poi così tante, comunque ci impegnano e raggiungiamo le 11 casse in due, il minimo per i lavoratori stagionali per essere pagati una giornata, quelle che fanno in più vengono pagate a cottimo. Per farvi un'idea, le vecchiette ne fanno una ventina a testa al giorno e le casse sono da 3 kg l'una… ce ne sono di mirtilli, che dite?
Finiamo il nostro turno intorno alle 17, un po' prima rispetto all'ora, però Andrea si deve occupare di trasportare e sistemare le casse delle signore più anziane, Giulia invece raccoglie qualche frutto in più per fare una marmellata… Rincasiamo distrutti e mezzi scottati dal sole, non è di certo semplice quanto credevamo raccogliere mirtilli.
Bruno se n'è andato qualche giorno a Buenos Aires, quindi, siamo soli, ma comunque di voglia di uscire non ce n'è, meglio una partita a macchiavelli, un film e una cenetta Mexicana!

Venerdì lavoriamo solo alla mattina perché sono finiti i cestini e bisogna consegnare la frutta alla casa dello zio di Bruno. Unico problema non c'è nessuno che abbia la patente, nonostante tutto guidino finché si è fuori dal centro abitato, quindi tocca ancora ad Andrea prendere il volante in mano e guidare il furgone con un centinaio di casse di mirtilli caricati dietro.
Arriviamo alla casa dello zio quasi perfetti se non fosse che all'entrata della stradina l'auto si spegne. La frizione è tirata, chissà cosa sarà successo…
Poco male, giriamo la chiave e al secondo colpo si rimette in moto, super manovra per arrivare di culo all'entrata della cella frigorifera per il nostro conducente.
Scaricata la merce e caricate più di 200 ceste vuote ci rimettiamo in marcia, ma qui nascono i problemi. L'auto a ogni semaforo si spegne, una volta Luis da un paio di colpi alla batteria e la macchina si riaccende, ma poi l'auto si spegne sempre più spesso finché ad un semaforo non si riaccende più… il motore non da più segni di vita, controlliamo l'acqua del radiatore bollente, a secco!!! Per fortuna non è colpa di Andrea che da quasi subito sosteneva il problema fosse il radiatore.
Ci spostiamo a braccia da in mezzo la strada e dopo una serie di tentavi riusciamo a parlare con il meccanico di fiducia della famiglia Vhyemeister.
Ci raggiunge e, trainandola con un'altra auto, riesce a rimetterla in moto portandoci fino alla fattoria. Durante il cammino ci racconta che l'auto è vecchia e maltenuta… Andrea è sempre più sollevato, non è sicuramente colpa sua!
Anche oggi abbiamo vissuto un'avventura che tutto sommato si è risolta bene ed è capitata quando stavamo lavorando e non quando stavamo andando a spasso; unico neo, per un po' siamo senza auto proprio ora che avevamo ripreso familiarità con il mezzo a 4 ruote.

Sabato è giorno di riposo, abbiamo deciso di andarcene al "Salto del Laja", delle cascate a pochi km da Los Angeles. Il centro della città lo raggiungiamo facendo autostop, poi a piedi andiamo verso la stazione degli autobus che scopriamo essere dietro ad un immenso mercato di frutta e verdura a prezzi stracciati.
Da lì prendiamo l'autobus per il "Salto". La giornata è splendida, il sole sempre alto nel cielo senza nemmeno una nuvola. In una mezz'oretta arriviamo a destinazione, da lontano sembra poca cosa…
Prima di seguire l'orda di turisti, soprattutto vacanzieri cileni, seguiamo il consiglio di un ragazzo conosciuto il giorno precedente dallo zio di Bruno, ovvero seguiamo le indicazioni per l'Hotel del Laja per poi chiedere il permesso di entrare a vedere altre due cascate che si trovano dietro l'Hotel stesso. Alla receptcion non troviamo nessuno se non una signora delle pulizie che senza aver capito nulla ci da il permesso.
La camminata nel sentierino è piacevole, raggiungiamo le altre due cascate, ma viste dall'alto non rendono tanto, andiamo pure a vedere quella che loro chiamano Playa, già più interessante, fatte un po' di foto torniamo verso giù e seguiamo i turisti.
La base della cascata si raggiunge seguendo una stradina dove c'è una feria artigianale e dei chioschi di cibo e bibite.
Finalmente arriviamo e da qui si che è veramente bello, è pieno di gente che si bagna, noi scattiamo altre foto e poi cerchiamo un posto all'ombra dove mangiare il nostro pranzo al sacco. Dopo una partitina a carte (viziosi) torniamo alla base del "salto" e logicamente accaldati, ci facciamo un bagno refrigerante… Fantastico!
Notiamo che la maggior parte della gente fa il bagno vestita, donne con abiti, uomini con jeans e bambini addirittura con calze e scarpe…come direbbe Obelix: "che strani sono questi cileni!"
Cotti dal sole, ce ne andiamo a bere una birretta ghiacciata prima di ritornare a Los Angeles.
Una volta rientrati in città, decidiamo di scendere all'autostazione principale e non a quella da cui siamo partiti, in modo da poter vedere gli orari degli autobus per Santiago. Usciamo dall'autostazione e non sappiamo dove andare, siamo un po' spaesati e non abbiamo riferimenti da dare alla gente…Sentiamo Daniela, l'amica di Bruno, che ci indica l'autobus da prendere, però dopo aver camminato un bel pezzo saliamo sull'autobus sbagliato che ci porta dalla parte opposta….Cerchiamo aiuto in un chiosco dove compriamo dei pomodori. Il proprietario è talmente gentile che ci porta alla fermata del collettivo giusto… un santo! 
Saliti nel collettivo stesso, chiediamo all'autista il favore di avvicinarci il più possibile alla nostra direzione, l'autista ferma l'auto, scende, toglie il cartello con il numero del collettivo e con mille pesos in più ci porta sotto casa, genial!
Arrivati a casa ci chiama al telefono Daniela invitandoci a un concerto rock di un amico, in un pub di Los Angeles…siamo stanchi ma non perdiamo nemmeno un occasione e quindi accettiamo l'invito… giusto il tempo di cenare e la ragazza arriva con la sua macchina. Recuperate altre amiche arriviamo in questo rock pub dove con una bella cerveza helada ascoltiamo il concerto di Vulvo!
Dopodiché ce ne andiamo a casa di Bruno a far festa, neanche a dirlo con un paio di bottiglie di Pisco, dove conosciamo altra gente e dei splendidi gattini di neanche un mese, che dolci!!! 
Questa volta ci limitiamo con il Pisco e dopo un paio d'ore in compagnia ce ne ritorniamo a casa accompagnati dal rockero!

Domenica è una tipica domenica senza calcio… fuori, per la prima volta, non c'è il sole e non viene voglia di uscire se non al pomeriggio per raccogliere qualche mirtillo giusto per sentirci con la coscienza apposto…

Lunedì finalmente andiamo a fare la spesa di frutta e verdura al mercato, la famosa Vega di cui tanto abbiamo sentito parlare, nessuno ci può accompagnare quindi facciamo autostop fino in centro e poi andiamo a piedi a fare la spesa…
Il mercato è gigante ognuno con prodotti e prezzi differenti, quindi cambiamo vari banchi per acquistare la frutta e la verdura…
Per farvi un esempio, un kg di fragole, oltretutto enormi e gustosissime, costa solo 1,50 €, idem le ciliegie…
Torniamo con 3 sacchi di spesa pagati nemmeno 10 euro, eccezionale!!! Tutto logicamente fresco di campo…

Gli altri giorni sono tutti i simili ma ugualmente piacevoli. Raccolta di mirtilli mattina e pomeriggio, inframezzate da alcune corse com il quadri, poi birretta, partita a carte, cena e filmetto, finché a Giulia sale un mal di denti di quelli seri. Per fortuna lo zio di Bruno è dentista; la riceve, le dà una cura che però sembra non funzionare molto, il dolore e l'infiammazione cresce di giorno in giorno…
Il venerdì ci sembra quasi un giorno di riposo dato che aiutiamo Bruno a comprare alcuni tubi necessari per la creazione di un impianto idrico, che più o meno funziona così : 
l'acqua viene estratta da un pozzo tramite un motore, sale fino una tinozza posta a un 5 metri di altezza e poi riscende all'interno di tubi collegati ai sanitari della casa di Luis…così il motore si accende una sola volta, quando si deve riempire la tanica, l'acqua scende per caduta e si risparmia energia… geniale e a dir il vero abbastanza semplice…
Il pomeriggio, invece, raccolti qualche mirtilli, andiamo in città in una caffetteria finalmente ad usare internet per parlare con casa e, soprattutto, aggiornare il blog, era ora direte voi...
Finito di smanettare con il computer chiamiamo il Jefe il quale ci manda dei ragazzi a venirci a prendere al bar, c'è in programma un asado a casa sua.....strano!!!
Neanche a dirlo conosciamo altri amici nuovi e tra asado, bibite, musica e chiacchere non ci ricordiamo nemmeno a che ora siamo andati a letto , anzi in divano, visto che abbiamo dormito a casa di Bruno…
Sabato era in programma la sveglia alle 10 ma nessuno ovviamente si è svegliato prima di mezzogiorno passato. Noi per esempio siamo stati svegliati da quel pazzo di Bruno che gridava e cantava… Pasta con gli avanzi della sera prima e via in macchina; la destinazione è Antuco, un paesino e un vulcano nel bel mezzo delle Ande… Atomico!!!
Visitiamo una laguna, un rifugio di un amico di Bruno e un paio di altri posti all'interno di questo splendido parco nazionale…
Escursione a costo zero, giornata fantastica!




Domenica Giulia è a pezzi, il dente le fa malissimo e la guancia si è gonfiata. Ce ne rimaniamo a casa belli tranquilli…

Andrea esce per raccogliere dei mirtilli, però non può perché Margarita e Luis stanno irrigando con il sistema "dell'affogamento", poco male, se ne ritorna a casa a coccolare la sua bella principessa ammalata e un po' fastidiosa jejejej!

Lunedì mattina si va dal dentista, visita che però non porta a nulla di nuovo, il dente non si può estrarre, quindi Giulia deve continuare con antibiotici, a riparo dal sole e martedì pomeriggio si torna per una nuova visita. Andrea nel pomeriggio continua con la raccolta dei mirtilli come tutti i giorni con scarse rese...

Martedì ore 18.00 di nuovo dal santo zio di Bruno di professione dentista, che visita nuovamente la nostra cara Giulia trovando il dente migliorato, però senza poter ancora fare nulla, se non consigliarle di toglierselo dopo le feste.

Mercoledì mattina si va a prendere il biglietto per Santiago dove ci aspettano in una caffetteria per lavorare e pure le pastiglie di Andrea arrivate tramite un'amica in Cile.
Decidiamo di viaggiare giovedì alle 14 per arrivare ad un'ora decente nella capitale (ore 21), dove verremo accolti da Nadia, un'amica di Giulia... (vista 'na volta!!!) 
Prima di tornare in fattoria chiamiamo Bruno avvisandolo della nostra partenza il giorno seguente, lui ci risponde che bisogna fare una "despedida" e organizza con i suoi uomini del campo un "Asado de Cordero" naturalmente del suo gregge...Andrea s'illumina, la povera Giulia che può mangiare solo liquidi ormai da quattro giorni, cicca ma capisce l'entusiasmo del suo uomo carnivoro!!! 
Quando arriviamo, l'animale è già pronto per essere cucinato, o quasi, bisogna solo tagliarlo e Margarita con maestrale destrezza lo fa a pezzi, mentre Luis si occupa delle braci...
Tra una cosa e l'altra si mangia alle 15.30, insieme a Bruno, il suo amico Sebastian, quello del compleanno della prima sera tanto per intenderci, Luis, Margarita, Don Juan, due ragazzi che hanno consegnato ben 14 cavalli, Cristian, il nuovo volontario, e qualche altro lavoratore e avventore...
Da sottilineare che il "cordero" viene mangiato in piedi e con le mani, a turno si prende un coltello si sceglie il pezzo che si vuole mangiare e lo si taglia...quel sapore in più!!!
Con la pancia piena, insieme a Sebastian e Cristian, ce ne andiamo a fare il bagno nella piscina della casa del nostro "capo"... passiamo delle ore tranquilli... un po' alla volta il giardino di Bruno si riempie, arriva Roco, il proprietario di un locale, con due ragazze, Kata la simpatica ragazza conosciuta venerdì, Daniela, Cristian e altra gente va e viene... Ah! a una certa arriva pure il proprietario di casa... Tra mille chiacchere, Roco ci offre un lavoro, Bruno una tenda dove dormire nel suo terreno e tutti gli altri cercano di convincerci a restare, ma proprio non si può, le pastiglie e la parola data ci aspettano nella metropoli del Cile...
Per entusiasmare ancora di più Cardao, arriva il cugino di Bruno, un mezzo profeta il quale ci riempie la testa di Gesù e di altre cose a cui noi crediamo a stento, anzi a dire il vero proprio non crediamo, con la sua moto... Ad Andrea gli s'illuminano gli occhi, per la moto non per la parola di Gesù, e in 2 minuti è già in sella a correre per il giardino e le strade vicine...
Tra un Pisco e un'altro si fanno le 3:00, Giulia prega Bruno di riportarci a casa...
Indovinate un po', sveniamo a letto!!!

Il risveglio è veramente un trauma e fare lo zaino una battaglia, alla fine ce la facciamo, ma quanta fatica!!!
Bruno viene a prenderci mezzora prima che parta l'autobus, tanto per fare le cose con calma...entra in autostrada da una via secondaria di sassi e esce prima del casello per non pagare...
Ci salutiamo alle 14 meno 5 con la certezza che prima o poi ci rivedremo, un'esperienza così non l'avevamo mai vissuta... Grazie ragazzi, grazie Bruno, siete fantastici!!!

mercoledì 25 dicembre 2013

Chiloè

Moltissime persone incontrate durante il nostro peregrinare ci hanno raccomandato questa Isola, per l'esattezza un arcipelago, costituito da un'isola grande, chiamate Isla Grande de Chiloè e altre isole minori….per cui non si può non andare. Abbiamo deciso di visitare due cittadine della Isla Grande, Ancud all'estremo nord, e Castro, la capitale, situata al centro.
Ci alziamo presto per approfittare del passaggio in auto di Karina, alle 8 siamo in autostazione, facciamo il biglietto con la compagnia Cruz del Sur e poco dopo siamo già in viaggio. Logicamente per raggiungere l'isola con il bus c'è bisogno di prendere un ferry che è della stessa compagnia…



ANCUD
Piccolissima cittadina di pescatori, Ancud è conosciuta soprattutto per la Fiera e Mercato Municipale con i suoi prodotti alimentari e artigianali, e per il Forte S. Antonio, punto di inizio delle Fortificazioni Spagnole; una delle strutture più antiche che abbiamo incontrato fino ad ora.
 In una mattinata visitiamo tutta l'adorabile cittadina, viuzze strette tutte in saliscendi, negozietti che sembrano risalire a sessant'anni fa, una breve ma bella passeggiata lungo la costa e poi ovviamente il mercato e la fiera! L'artigianato a onor del vero non è un granché però il pesce compensa tutto! Ci fermiamo a mangiare in uno dei ristoranti all'interno del mercato del pesce, Districandosi tra i "batidori"… avremmo voluto provare il famoso curanto, tipico piatto di carne e molluschi cucinati in un pozzo con pietre calde e foglie, ma dopo aver visto il piatto ordinato dal signore a fianco a noi c'è mancato il coraggio! Qualcosa come un chilo di cozze insieme a salsicce, costine di maiale patate e chissà cos'altro…..non ce la potevamo fare. Prima o poi però la proveremo e vi sapremmo dire…promesso! Alla fine abbiamo preferito optare per un semplice filetto di pesce e un'altro piatto tipico, di cui vergognosamente non ci ricordiamo il nome, e che consiste in una specie di zuppa di granchio e formaggio fuso…certo non meno pesante ma almeno la quantità era decisamente minore, soprattutto dividendolo in due!
Come sempre prezzi irrisori, data la buona bottiglia di vino bianco (Sauvignon El Gato), i due bicchierini offerti a fine pasto
e il concertino dal vivo offertoci da due ragazzi che nonostante i cinque litri di birra bevuti in un paio d'ore sono riusciti a restare in piedi e continuare a cantare, anche se sempre più bislacchi! Seduti all'ombra nel patio del mercato, ascoltando la sempre più sbilenca armonica del nostro amico musico, pieni di cibo e vino, in una stupenda giornata di sole…che si vuole di più dalla vita!! La nostra sete di conoscenza, una volta finito il vino, alla fine vince come sempre e ci avviamo verso l'autostazione per prendere il bus per Castro.




CASTRO 
Questa città, fondata quasi 450 anni fa dal capitano Martìn Ruìz de Gamboa, è conosciuta internazionalmente per le palafitte e le coloratissime chiese di legno dichiarate Patrimonio dell'Umanità (in realtà le chiese sono sparse anche su altre isolette e cittadine). La nostra prima impressione una volta scesi dall'autobus, però, è che questa città sia alquanto sporca e caotica, soprattutto per essere così piccola. Avviandoci verso l'ostello per fortuna la prima impressione viene smentita! L'ostello che abbiamo trovato ("Las palafitas") si trova lungo la riva di una delle lagune interne, lo stesso sorretto da palafitte, fa parte di un quartiere storico di palafitte da poco ripreso in mano da vari architetti per valorizzarne la bellezza e storicità. Appena arriviamo restiamo sorpresi….sotto di noi non c'è acqua! Chiedendo scopriamo che la marea scende così tanto che l'acqua praticamente scompare per mezza giornata, tanto torna su ogni giorno…lo sappiamo bene noi veneziani.
Lasciato lo zainetto nella nostra stanza e bevuto un caffettino  c'avviamo alla scoperta di Castro. Giriamo in lungo e in largo la cittadina, ci soffermiamo a osservare la vista dai due "mirador", restiamo stupiti dall'eccentricità della chiesa centrale…è enorme e completamente gialla e viola….fichissima!!!
Si fa tardi ma di fame nemmeno l'ombra…sarà la zuppa che continua a galleggiare…così decidiamo di andare a fare un APERITIVO! parola quasi dimenticata in questi mesi! Troviamo un bel bar un po' fuori dal centro, tutto in legno e completamente vuoto….meglio, avremo la possibilità di tempestare il barista di domande e chiacchere….l'importante è che servano il famoso PISCO SOUR, imprendibile aperitivo cileno che fino ad ora non abbiamo ancora mai provato! Ragazzi quant'è buono; talmente buono che preso il primo decidiamo di prendere il secondo, in un altro bar tanto per cambiare aria, non prima però di aver stressato tanto il barista con domande sul Pisco da averlo indotto a farci provare due/tre tipi di questo liquore di uva jejejeje! Il Pisco Suor altro non è che Pisco, tipico liquore cileno/peruano, con succo di limone e zucchero il tutto va o shekerato o messo nel blender e aggiunte alcune gocce di Angostura in sospensione…è veramente buono e decisamente molto alcolico, senza rendersene conto tra l'altro! Così finito il secondo siamo già belli brilli e ovviamente lo stomaco s'è aperto, soprattutto quello di Andrea! Per strada troviamo una vecchietta con un baracchino che fa immensi panini a cifre inesistenti, c'ha una bella fila di clienti infatti! Chiuso il buco di fame con un piano che vi raccomando ce ne torniamo in ostello; non siamo ancora pronti per affrontare una nottata fuori, già così ci sembra di aver fatto chissà che! 
La mattina ci svegliamo mezzi confusi…bello essere così economici jejeje!!! Il proprietario dell'ostello ci dice che in una città ad un'ora e mezza da Castro giusto oggi ci sarà la festa del "cordero", certo sarebbe bello andarci sia per il folklore dell'evento che per il "cordero" stesso, ma non abbiamo voglia di fare le corse, prendere un autobus per tre ore tra andata e ritorno, restare un paio d'ore alla sagra e tornare di corsa per beccare la coincidenza per Puerto Montt.

sabato 21 dicembre 2013

Puerto Montt

Rimasti nuovamente soli, ce ne andiamo verso il centro città, chiamiamo Karina, la ragazza che ci ospiterà, neanche a dirlo, con il couchsurfing, la quale ci dice che si libererà dal lavoro per le otto di sera…abbiamo un'intera giornata davanti, con gli zaini in spalla…Come prima cosa raggiungiamo l'ufficio d'informazione turistica situato nella piazza centrale dove raccogliamo varie informazioni. Puerto Montt decisamente non è una città turistica, importante porto del sud del Cile non ha praticamente alcuna attrazione. Detto questo possiamo dire che ci aspettavamo molto di peggio, da come ce la avevano descritta prima di arrivare sembrava dovesse essere una delle città più brutte in assoluto e invece , nonostante non offra nulla di che, è sicuramente meglio di altri posti, quali ad esempio Rio Gallegos o Comodoro Rivadavia! Puerto Montt è una tipica città di porto, piena di gente, traffico di ogni tipo, mercatini sparsi ovunque, e beh c'è da dirlo anche i primi simil barboni, ubriaconi o come li si vuole chiamare. Intanto chiediamo dove poter lasciare le nostre case che come le chiocciole ci portiamo sulle spalle, ci indicano la stazione degli autobus, chiaro. Qui approfittiamo per informarci in merito agli autobus per la mistica isola Chiloè, nostra meta per il week end.
Alleggeriti, cominciamo a fare una passeggiata sotto un bel sole, siamo stanchi, e ci mettiamo in uno dei ristoranti da "menù del dia", dove il cibo è discretamente buono e il prezzo irrisorio, 5 euro a testa per tre portate, in più abbiamo pure approfittato del loro wifi.
Rifocillati, la stanchezza sale, il sonno pure…Puntiamo un parco che dalla mappa sembra essere vicino, ma raggiunto il luogo, del parco nemmeno l'ombra…Anzi il sole continua a picchiare e optiamo per andare a distenderci nel prato del lungo mare… schiacciamo un bel pisolino e ci svegliamo belli rossi, scottati dal sole… Ora si, dopo un caffettino, si può riprendere la marcia e conoscere un po' questa cittadina portuaria, per molti viaggiatori, puro luogo di passaggio. 
La città in se è veramente viva, mercati pieni di gente, negozi per tutte le tasche ed il porto cuore delle attività.
Diciamo che è una città che per servizi è completa, c'è una grande stazione degli autobus dove partono bus per le maggiori città del Cile ma anche bus con destinazioni provinciali. Ci sorprende la quantità di fili della luce ai lati di ogni strada, questo, a dire il vero, ci fa molto sud America…
Visitato lungo mare e centro, andiamo alla ricerca della famosa guida del Cile, secondo voi l'abbiamo trovata? 
Fatte due spese e visitati un paio di iper mercati optiamo per una bella birra fresca in un bar… visto che non sono ancora le otto ci gustiamo un concerto di un ragazzo sopra il suo furgoncino wolfswagen,
quello dei figli dei fiori per intenderci…l'artista è molto bravo e divertente, peccato smetta di suonare troppo presto. All'ora dell'appuntamento con Karina noi siamo lì, lei invece si fa attendere un bel po', forzata dal lavoro. Recuperiamo quindi i nostri zaini alla stazione dei bus e aspettiamo… La nostra ospite arriva, ci carica in macchina e ci porta a casa… un quartiere bellissimo, nuovo, molto ben curato e pieno di verde attorno; la casa è grande, nuova, come il quartiere, e veramente bella.
Karina è una dottoressa, originaria di La Serena, una cittadina al nord di Santiago, trasferita a Puerto Montt da pochi mesi; lavora in una clinica privata.
La stanchezza riaffiora, ma Andrea non riesce a dire di no a del cibo e alle 10 ci mettiamo a cucinare una zuppa di pesce rovinata da un odore molto utilizzato in Cile, il cilantro, una specie di prezzemolo dal sapore decisamente troppo forte.
Poco male, c'è l'insalatina, per sciacquare tutto…
Con lei parliamo un po' di tutto e ci facciamo dare qualche dritta per l'Isola di Chiloè dove il giorno seguente andremo in escursione.
L'ora ormai è tarda, gli occhi si chiudono, ma bisogna per lo meno prenotare un ostello a Castro, la capitale di Chiloè, prima di chiuderli definitivamente… fatto!
Ora possiamo finalmente dormire, che domani è un'altro giorno intenso da vivere a pieno!!!!
Dopo aver passato un gran bel week end a Chiloè (ve lo racconteremo nel prossimo post), lunedì siamo ancora Puerto Montt, Karina non c'è lavora tutto il giorno e pure la notte. 
Intorno a mezzogiorno vinciamo la pigrizia, e saltiamo giù dal comodo letto per andare a visitare due paesini vicini, Puerto Varas e Fruttillar. Il quartiere dove vive Karina è lontano dal centro e non passano autobus se non a mezzora di cammino. Ci mettiamo in marcia con la speranza che qualcuno ci carichi, fortunatamente questo qualcuno arriva, è il figlio del proprietario del quartiere…
Ci porta con il suo furgone fino a dove partono i mini bus per Puerto Varas, scendiamo dall'auto e saliamo immediatamente nell'altro mezzo… che fortuna!!!
Arriviamo a Puerto Varas in una 20ina di minuti, la cittadina sembra una paesino svizzero, case in legno, relativamente antiche per la zona.
E' veramente minuscolo e di certo non ci esalta, facciamo un giretto e cosa troviamo di fronte al punto informativo? Le moto degli australiani, giriamo la testa e lì vediamo lì seduti ad un caffè.. ne noi ne loro ci crediamo, sarà ormai il quinto posto differente dove ci incontriamo, uno di loro chiede a Giulia se lavora per la CIA!!! jajajaja!!!
Salutati i nostri amici, pranziamo con i nostri panini in piazza… finito il pranzo altro giretto e via per la prossima destinazione, Frutillar!
Abbiamo fatto il record, visitare un luogo in un'ora con pranzo compreso, una media da giapponesi in Europa solo che noi non abbiamo scattato nemmeno una foto…la verità è che nonostante ne avessimo sentito parlare tanto bene Puerto Varas non c'ha detto nulla, una brutta copia di una pesino di montagna europeo! Certo per il Cile è qualcosa di diverso, per noi un cliché stantio! 
Altra mezzoretta in mini bus ed eccoci a Frutillar Bajo, un paesino tedesco in riva al mare con di fronte il Vulcano Osorno, che coppo d'occhio ragazzi, peccato sia nuvoloso e non si possano scattare delle foto che rendano…
In acqua, ci sono ragazzini che nuotano e fanno tuffi, sfidando non tanto il freddo ma l'aria che tira costante e l'assenza del sole…
Andando alla ricerca di un caffè  giriamo tutto il lungo mare e notiamo che le varie "opere d'arte" sono sponsorizzate dalla Nestlè, per la gioia immensa di Giulia. (siamo ironici se non si intendesse) In riva al mare c'è pure un teatro enorme, moderno tutto fatto di legno…Più verso l'interno troviamo dove bere un caffè, sembra una baita di montagna, tipicamente tedesca. Direi che è tutto, aspettiamo il minibus e ce ne andiamo, con un altro record, anche se stavolta qualche foto l'abbiamo scattata e decisamente il paesino ci è piaciuto di più…

Tornati a Montt, abbiamo approfitto del sole che finalmente ha deciso di sovrastare le nuvole, per andare in giro a mercati, nostro divertimento… Poi esageriamo e andiamo pure a negozi, Giulia si compra un paio di zeppe tutte colorate e Andrea un paio di pantaloni eleganti, tutto per un prezzo irrisorio…
Con i nostri acquisti e la spesa appena fatta ce ne torniamo verso casa e qui inizia l'avventura della giornata, il bus che prendiamo non si ferma dove pensavamo noi… decidiamo di scendere ad una fermata che di certo non era la nostra… non riconosciamo niente, ma Giulia con il suo senso di orientamento indica la strada, attraversiamo dei campi privati, ci troviamo in una strada con il nulla intorno, nemmeno una persona per chiedere indicazioni… In lontananza vediamo un chiosco, entriamo per chiedere informazioni, l'unico problemino è che non ci ricordiamo il nome del bario… lo spieghiamo a la vecchietta, che capisce al volo e ci indica la strada, per fortuna non è lontano…
Arrivati!
Che dire in fin dei conti anche noi abbiamo "usato" Puerto Montt come base d'appoggio per poter raggiungere in tranquillità altri posti più interessanti, però ne siamo rimasti piacevolmente sorpresi! Sarà per la delicata simpatia della nostra ospite Karina, per la sua comoda e bellissima casa, per le splendide giornate di sole o per il primo "shopping" sfizioso, ad ogni modo i giorni passati qui sono stati piacevoli, e in un modo suo anche Puerto Montt è piena di folklore!





venerdì 13 dicembre 2013

Crucero

Finalmente è arrivato il giorno della "crociera in cargo" tra i fiordi e l'Oceano Pacifico, quasi 4 giorni di navigazione in un ferry atto anche al trasporto di un numero chiuso di passeggeri turistici, l'Amedeo I. 
Fino a circa un anno fa la compagnia marittima Navimag aveva a disposizione una nave apposita per i viaggi turistici; purtroppo hanno dovuto fermarla perché troppo vecchia e, nell'attesa che la nuova sia pronta, hanno deciso di permettere ad un massimo di 36 passeggeri turistici di viaggiare a bordo delle navi che regolarmente percorrono la tratta Puerto Natales - Puerto Montt per il trasposto di camion. La nave ovviamente non è "lussuosa" come la precedente e non ha a disposizione tutta una serie di servizi come ad esempio la cupola di plastica per vedere le stelle di notte, o un secondo spazio comune dove poter passare il tempo; il prezzo, però, ovviamente, è più basso e, per quanto ci riguarda, viaggiare insieme ai camionisti rappresenta un punto a favore, in quanto ci darà la possibilità di ascoltare le loro storie di viaggio e di vita….l'unico inconveniente sarà l'odore degli animali…arrivati al terzo giorno le povere vacche rinchiuse all'interno dei camion incominceranno veramente a farsi sentire. 

La mattinata sembra perfetta per navigare, incredibilmente per la prima volta da quando siamo all'estremo sud del continente americano non soffia un filo di vento.
Prima di lasciare la "casa couch" aspettiamo il risveglio di mamma Gloria, prendiamo un caffè insieme e ci salutiamo ringraziando infinitamente per l'ospitalità…
Ci presentiamo all'agenzia marittima alle 11, come concordato, lasciamo lì i bagagli e ci facciamo dare il biglietto con il numero di cabina assegnato…scopriamo di avere solo un'altra coppia con cui condividere la cabina…sono due francesi…
Con i nostri "pasajes" ce ne andiamo a fare l'ultimo giro per la cittadina per fare gli ultimi acquisti, pastiglie per il mal di mare, birra e sigarette… continua pure la nostra ricerca di una guida del Cile, ovviamente senza successo…
Prima d'imbarcarci ce ne andiamo a magiare un'ottimo panino e una gustosa pizza cilena e neanche a dirlo, mentre beviamo il caffè in un locale vicino al porto, si alza un vento di forte intensità… l'insegna del locale comincia a oscillare come i lampioni della luce, Giulia s'innervosisce un po'…"Ecco!!!"
Arrivano le due, ora dell'imbarco, ci dirigiamo con i nostri bagagli e gli altri passeggeri all'interno del ferry…saliamo alle cabine con un montacarichi, mentre i camion cominciano a salire a loro volta sulla nave.
Raggiungiamo per primi la nostra stanza e scegliamo quelli che secondo noi sono i posti migliori, con la speranza, anche seppur minima, di essere soli…poco dopo i nostri compagni transalpini ci raggiungono e ne facciamo la conoscenza…lei sembra molto simpatica e parla spagnolo, lui un po' meno, forse perché non riesce a comunicare in "castellano". 
La "Tripulacion" ci chiama tutti a raccolta nel "comedor" per impartirci le norme della buona navigazione e le misure di sicurezza…guardiamo un video e quando si parla del divieto del consumo alcolico la gente scoppia a ridere, visto che tutti si sono comprati vino e birre per il viaggio e all'interno della stessa imbarcazione si possono acquistare alcolici…
Ah! dimenticavo che come passeggeri ci sono pure i tre bikers australiani già incontrati a Esquel, El Calafate e Ushuaia…
Ci gustiamo la partenza dal "Estrecho de Magallanes", dalla punta dell'imbarcazione, in poco tempo si nota in lontananza un piccolo faro in un isolotto minuscolo… siamo già all'entrata del canali…ci lasciamo trasportare dalla bellezza dei paesaggi che ci circondano, isole deserte costituite da monti rocciosi, alberi verdissimi e cascate… La navigazione segue tranquilla e due ore passano rapidissime… sono le 20, ora della cena, abbiamo molta curiosità sul cibo che ci verrà servito e ne restiamo piacevolmente colpiti...piatti abbondanti e discretamente buoni. Rimane ancora un'oretta di luce, sfidiamo il vento e usciamo sul ponte della nave… infreddoliti poco dopo rientriamo e ci facciamo una bella partita a carte, finché Andrea sente i discorsi che fanno nella tavola affianco a noi…si parla di Euskadi. Cardao si avvicina al ragazzo e con un Euskera maccheronico azzarda un "euskaldun"? La risposta non poteva che essere "bai", così nasce un'amicizia da viaggio… Tra ciaccole e partite a carte l'ora si fa tarda… restiamo in pochi nella sala pranzo, si avvicina a noi un camionista che ci chiede se vogliamo bere un bicchiere di vino con lui, accettiamo, sbagliando! L'uomo è un pesantone inopportuno e con un dribbling alla Pizzaro lo lasciamo sul posto con la sua bottiglia e ce ne andiamo a dormire… per raggiungere la nostra cabina facciamo il giro per l'interno della nave attraversando la zona proibita, ma il vento era tale da non poter avanzare all'esterno…
La notte dormiamo sogni tranquilli ma la mattina ci svegliamo con un tempo orribile, vento, pioggia e un grigiore alquanto fastidioso, non possiamo approfittare più di tanto del viaggio se non brevi periodi in sala comando…
Nel pomeriggio, più o meno alle 15, raggiungiamo "Puerto Eden" e osserviamo incuriositi la manovra di carico e scarico. Visto che la nave non può attraccare al minuscolo porto, varie imbarcazioni piccoline si avvicinano alla poppa del ferry e con passa mano vengono scaricate e caricate persone, viveri e merci varie.
La pioggia continua incessante, e ce ne ritorniamo con i nostri amici baschi a guardare un film in compagnia di tre bikers paraguaiani… Poco dopo passiamo affianco di una nave cargo di zucchero incagliata anni fa…Alla sera non si riesce a stare fuori, tra vento e pioggia il clima ci è ostile e non vediamo l'uscita della nave dai canali per iniziare la navigazione nel "Golfo de Penas" nell'Oceano Pacifico…
La "tripulacion" dispensa pastiglie per il mal di mare che la maggior parte dei passeggeri prende, Andrea no! non vuole prendere ulteriori pastiglie e fa male, non tanto perché soffra di mal di mare ma perché la barca durante la notte ondeggia continuamente e non gli permette di prendere sonno, mentre nella cabina gli impasticcati dormono sonni profondi… Alle 3 del mattino, innervosito, cede e prende pure lui la pastiglia e in un oretta prende sonno.
La mattina la nave continua ad ondeggiare, ma in poco tempo dovremmo tornare dentro i fiordi… Il capitano senza darci nessuna motivazione decide di navigare tutta la giornata nell'Oceano Pacifico per, a suo dire, scappare dal mal tempo che ci segue dal sud. La giornata è fantastica, c'è un bel sole che rende la temperatura tiepida, di aria nemmeno l'ombra. Con i ragazzi, francesi, belgi e baschi passiamo delle ore a giocare a carte e a chiacchierare sulla poppa della nave… parlando tra di noi, ci sentiamo un po' presi in giro dalla tripulazione e dal agente che ci ha venduto il biglietto del ferry… l'unica bella giornata la passiamo in aperto Pacifico e non tra i fiordi.
Chiediamo informazioni, e ci dimostriamo indispettiti… la ragazza della Navimag, chiama il Capitano a darci delle risposte il quale con aria incazzosa ci dice che lui deve scegliere per il bene delle merci e dei passeggeri la rotta da seguire…non possiamo che dargli ragione, anche se le motivazioni che ci da non le troviamo molto credibili….la verità è che da un punto di vista economico gli conviene, arriveremo prima e usando meno carburante.
La navigazione segue pacifica in tutti i sensi… s'intravede terra sia a destra che a sinistra, stiamo entrando al "Canale Corcovado", un canale largo 80 km, a sinistra c'è l'isola di Chiloè a destra il continente... 
Ultima serata a bordo del "Amadeo I", scambio di indirizzi email, altre chiacchere soprattutto con i baschi…ad Andrea sale la nostalgia di Euskadi e a Giulia la voglia di conoscere questi luoghi di cui ha sentito tanto parlar bene…
Al mattino la sveglia suona presto, quando ci alziamo siamo già attraccati a Puerto Montt, c'è il tempo per fare colazione e finire gli zaini, poi si sbarca dalla nave.
Con gli altri ragazzi ci troviamo all'uscita del porto per andare a fare reclamo alla Navimag, per non essere stata all'altezza delle nostre aspettative e per aver venduto ad alcuni di noi biglietti con dei servizi che poi non abbiamo avuto a bordo. In realtà a noi avevano spiegato per bene come sarebbe stata l'imbarcazione e pure i servizi all'interno di essa, l'unica cosa che non ci è piaciuta è la navigazione dell'ultimo giorno tutta nel Pacifico, e che nessuno prima di prendere il biglietto ci avesse illustrato la possibilità che il comandante potesse cambiare rotta privandoci così dei tanti desiderati fiordi in una bella giornata di sole. Quindi, come dice uno dei ragazzi francesi, facciamo la "Revolucion" tutti insieme!!!forse una delle prime volte nella storia che si vedono italiani francesi e baski uniti per la stessa causa jejeje

Dopo aver posto il reclamo all'agenzia, ci dirigiamo pure all'Associazione dei Consumatori, che sinceramente è abbastanza distante e come sempre con gli zaini in spalla le distanze sembrano sempre assiderali. Fatta pure questa siamo al momento dei saluti con i compagni rivoluzionari, salutiamo i baschi con la promessa di andarli a trovare e vedrete che ci andremo, ma questa è un'altra storia, un altro viaggio… AGUR!!!



Puerto Natales y Torres del Paine

A Puerto Natales arriviamo alle 17.30 e scopriamo di avere solo un'ora per arrivare all'agenzia Navimag dove poter fare il biglietto del mitico ferry. Zaini in spalla, ci avviamo; una ventina di minuti buoni per raggiungerla e comprare il biglietto per il prossimo martedì, 26 Novembre. 
Dal porto alla "casa couchsurfing" dove saremo ospitati, andiamo nuovamente a piedi, arriviamo sfatti. Ad aprirci troviamo una ragazzina che sembra una radio da quanto parla. La casa è modesta, un bel po' di confusione all'interno…Scopriamo esserci altri 5 ospiti in casa… Mamma Gloria ci dà il benvenuto e comincia a riempirci la testa di nozioni utili per il famoso Parco Nazionale Torres del Paine, uno dei parchi naturali più belli di tutto il sud America e che attira orde di turisti e camminatori durante l'anno. Senza neanche  il tempo di reagire, in un quarto d'ora ci troviamo già fuori di casa per fare la spesa insieme a Gloria, la figlia-radio e a una coppia di amiche, una canadese e una svedese; il giorno seguente andranno al parco anche loro.
All'interno del supermercato la figlia continua senza tregua a parlare come una macchinetta e a innervosirci non poco…compriamo un po' di cose alla rinfusa, scappando dal diavoletto con gli occhiali e i capelli ricci, sperando che le provviste ci bastino per i tre giorni di campeggio che abbiamo deciso di trascorrere all'interno del parco nazionale Torres del Paine per fare trekking.
Rincasiamo e la situazione per fortuna si calma un pochino, papà Oscar ha cucinato per tutti, quindi quando tutto è pronto ci mettiamo a tavola e facciamo conoscenza con l'altro figlio, Enzo, di 15 anni.
Una volta terminata la cena ci ritroviamo già con in mano la tenda, i sacchi a pelo, i materassini e il fornellino a gas, con tanto di ricevuta del conto. Tutto è stato talmente veloce e caotico che non riusciamo a ben capire se siamo stati fregati o meno. Poco male, intanto svuotiamo lo zaino grande di Giulia e il piccolo di Andrea per poi riempirli con il necessario per il campeggio e ci mettiamo a dormire su di un materasso posto nel pavimento, la sveglia suonerà alle 6.45…a fine avventura valuteremo!
La mattina seguente riusciamo a fare una colazione veloce e ad uscire di corsa insieme a Sarah, la ragazza canadese, e Ellin, la svedese, giusto in tempo per prendere l'autobus.
Ci addormentiamo tutti e 4 come dei sassi e ci risvegliamo all'entrata del parco dove scendiamo per fare i biglietti, guardare un video con le regole del parco stesso e ricevere la nostra mappa personale dei sentieri. 
Vi sono varie possibilità di accesso ai sentieri, tra i consigli raccolti la sera precedente e quelli datici da una guida conosciuta in autobus, riusciamo a sceglierne una.
Risaliamo in autobus fino a raggiungere un catamarano che navigherà all'interno del Lago Pehoè per portarci a quello che abbiamo scelto come nostro punto di inizio, il  "Campamento Paine Grande". 
Piantata la tenda per la notte e lasciati gli zaini, iniziamo la nostra prima giornata di trekking fino a raggiungere il ghiacciaio Grey o quasi… Il sentiero di 11 km è gradevole e vario, passiamo una laguna e arriviamo al lago Grey dove c'è il Mirador del Glaciar… Fantastico!!! Proseguiamo un'altro po' sperando raggiungere il rifugio ma desistiamo e decidiamo di tornare indietro. 
Abbiamo già raggiunto il punto con la vista migliore e dato che incomincia a piovigginare non vale la pena andare avanti, tanto in ogni caso bisognerebbe ripercorrere lo stesso sentiero per tornare al campo base! Si conclude così con 18 km in 4 ore la nostra prima giornata di trekking. Cenetta    
veloce e a "letto" presto che domani è un'altra giornata di puro trekking.

La sveglia ce la dà il sole, più o meno alle 7, colazione nell'area comune del campeggio, smontiamo la tenda e via, zaini in spalla con tenda e tutto, a intraprendere una intera giornata di camminata. 
Il sentiero è quasi tutto pianeggiante, i dintorni da togliere il fiato, la vista incantevole, Las Torres, ghiacciai, laghi e lagune…Tra una cosa e l'altra ci eravamo mossi che erano già le nove e mezza sicché quando arriviamo al "Campamento Italiano" decidiamo di fare la prima sosta e di mangiarci i panini. Qui ci si presenta la prima scelta! Si potrebbe montare la tenda all'accampamento e andare e esplorare la cosiddetta Valle del Francès fino al belvedere del "Campamento Britannico" per poi ritornare la sera a dormire qui; o proseguire verso le due torri, l'altro lato del percorso chiamato "W". 

La questione è che il giorno dopo dobbiamo arrivare in tempo all'entrata per prendere l'autobus per la città e non siamo sicuri di riuscirci; chiediamo consiglio anche al guardia parco il quale ci consiglia vivamente di proseguire fino al rifugio/campeggio Los Cuernos, è a pagamento ma a suo parere non riusciremmo a fare tutto il giro in un giorno solo, o comunque rischieremmo di perdere l'autobus! Seguiamo il suo consiglio così dopo esserci viziati con un caffettino preparato sul nostro fornello a gas, ci rimettiamo in marcia; è solo mezzogiorno e mezzo abbiamo ancora moltissime ore da poter sfruttare. Il sentiero si fa un po' più duro ma la bellezza dei paesaggio è tale da non farci sentire la fatica…anzi arriviamo al campeggio seguente in circa due ore ancora pieni di energia e voglia di camminare. Il luogo non ci piace molto, con rifugio, casette private e piscinetta di legno riscaldata all'esterno è troppo da riccastri che si fanno portare fin quassù a cavallo senza la minima fatica, per i nostri gusti! La prossima eventuale tappa dove ci si può fermare per accamparsi è a 11 km di distanza, ne abbiamo già percorsi 13 ma siamo talmente estasiati che decidiamo di andare avanti….in parte vogliamo anche metterci alla prova e vedere se ce la si fa!
Quindi via, come sempre zaini in spalla anche se incominciano a essere un po' doloranti, soprattutto quelle di Giulia che si sta portando lo zaino grande con tenda fornellino etc.. Decidiamo di allungare un po' il passo mentre abbiamo tanta energia, forse in parte sbagliando dato che incontriamo le salite più toste proprio all'inizio. Il sentiero è molto meno frequentato rispetto ai tratti precedenti, e anche meno ben battuto sicché alcuni punti sono un po' fastidiosi da percorrere ma , scusate la ripetitività, ciò che ci si presenta tutto intorno è di una bellezza indescrivibile!
Troviamo dei bei segnali in legno che ci indicano altura e chilometraggio mancante alla prossima tappa e così trasformiamo la camminata in una specie di gioco, cercando di vedere quanto ci mettiamo a percorrere X chilometri e scommettendo sull'ora di arrivo…..un modo come un'altro per cercare di distrarsi dalla fatica che sinceramente incomincia a farsi sentire! 
Ad un certo punto eccolo là "l'Hotel Las Torres", altra struttura per riccastri, ed è pure enorme! Purtroppo per raggiungere il prossimo campeggio gratuito bisognerebbe camminare almeno altre due ore e tutte in salita…sono già quasi le sette di sera e nonostante la luce duri fino alle nove siamo veramente troppo stanchi per proseguire, di più non possiamo pretendere da noi stessi! Anche qui c'è un campeggio, purtroppo a pagamento, ma decidiamo di fermarci…gli ultimi metri sembrano eterni, anche perché i proprietari dell'albergo si sono ben guardati dal posizionare l'area camping vicina alla zona vip…più nascosto e lontano non poteva essere. Non facciamo a tempo a piantare la nostra tendina che ci troviamo davanti Jason, il ragazzo statunitense che avevamo conosciuto a Cholilla!!! E' qui da un paio di settimane con la sua ragazza Molly;  stanno lavorando come volontari, pagando un piccolo contributo economico,  con un'associazione che offre campeggio e  guida a gruppi turistici! Ci offre di dormire nel loro mega tendone dove ci sono letti a castello e cuscini morbidissimi, non ci sembra vero QUE SUERTE INCREIBLE!! Mangiamo una zuppetta liofilizzata calda e sveniamo nei nostri insperati letti! 
Nonostante la comodità, il freddo durante la notte si fa sentire decisamente tanto  e non riusciamo a dormire molto, non vogliamo immaginarci come sarebbe stato dormire in tendina a diretto contatto con il terreno! La mattina ci svegliamo un po' doloranti e affaticati, l'idea sarebbe stata di salire fino alla base delle torri e riaccendere in tempo per l'autobus delle sette di sera ma non ce la sentiamo, non siamo camminatori né siamo arrivati minimamente preparati a tre giorni di trekking! Decidiamo quindi di prendere l'autobus delle due e mezza e di dedicare la mattinata ad una passeggiata molto più breve e tranquilla nei dintorni della Guarderia Laguna Amarga dove c'è una zona di osservazione di avifauna. Una seria di bellissimi scatti della vallate dall'alto e a una miriade di guanachi che pascolano tranquilli e incontaminati e torniamo giù verso la Guarderia da dove partirà l'autobus! Siamo decisamente stanchi ma incredibilmente soddisfatti e orgogliosi, una 50ina di chilometri in due giorni e mezzo non è male per niente e soprattutto abbiamo avuto la possibilità di godere dell'immensa potenza e bellezza della natura! 
Scesi dall'autobus prima di ritornare verso la "casa couch" ci fermiamo a comprarci una bella birrozza fresca da litro, sigarette (non abbiamo fumato nel parco) e patatine…jejejeje che zozzi!!! Neanche a dirlo a casa troviamo già altre due coppie appena arrivate che si stanno preparando per il trekking del giorno dopo, però per fortuna non c'è la stessa bolgia del primo giorno! Una bella e godutissima doccia calda, qualche consiglio ai nuovi arrivati, cena in famiglia (…Oscar ha preparato un asado da leccarsi i gomiti…) chiacchiere e a letto presto, questa volta non nel materasso in salotto ma in una delle camere a disposizione! 
Il giorno dopo facciamo tutto con molta calma. La mattina ci sistemiamo gli zaini, andiamo a comprarci un paio di cose da portarci in nave e prepariamo il pranzo per mamma Gloria. Nel primo pomeriggio arriva un'altra ragazza, Deborah, israeliana, con la quale andiamo a fare una bella passeggiata per Puerto Natales che non avevamo ancora avuto modo di scoprire. 

Ci permettiamo una piccola digressione….da ciò che ci è stato raccontato, e che in parte abbiamo avuto modo di vedere, in Argentina e Cile vengono moltissimi ragazzi israeliani per le vacanze, soprattutto nella zona Sud tra El Chalten e Tierra del Fuego, e non sono i benvenuti. Da Deborah abbiamo scoperto che molti intraprendono questo viaggio dopo gli anni di servizio militare obbligatorio, da vari gestori di ostelli e ristoranti abbiamo ascoltato che spesso sono casinisti e non molto puliti. Addirittura a Punta Arenas vi sono alcuni alberghi dove è specificatamente scritto che gli israeliani non possono alloggiare! A ognuno le proprie riflessioni, per quanto ci riguarda è stato interessante scoprire questa realtà così come conversare con Deborah anche se spesso non ci siamo trovati d'accordo, in particolare in merito a temi politici e rapporti con la Palestina. 

La sera saremmo voluti andare a mangiare fuori, magari provare il famoso granchio, ma la "famiglia couch", Elin e Sarah (che nel frattempo erano tornate) hanno tanto insisto che abbiamo magiato di nuovo a casa, una tipica cena cilena con simil tortilla alla cicoria e zuppa di lenticchie maiale e formaggio….tanto per restare sul leggero della serie :)
Prima di partire per Puerto Natales siamo stati messi in guardia da eventuali famiglie che si "pubblicizzano" sul sito di couchsurfing sostanzialmente per poi guadagnare grazie all'affitto dei kit da campeggio o con trekking organizzati!
Nonostante i primi parziali dubbi, questo famiglia non ci ha assolutamente dato questa impressione. Se è vero che non abbiamo avuto nemmeno il tempo di pensare e valutare se veramente ci convenisse affittare tenda etc e che, nonostante fossimo arrivati con l'idea di passare una sola giornata al parco, alla fine ci hanno convinto a trascorrerne tre, è vero anche che ci hanno ospitato gratuitamente per tre notti, ci hanno offerto tre volte la cena (e che cene) e che hanno avuto sempre piacere a condividere con noi il loro tempo e le loro storie di vita. Come sempre possiamo solo ringraziare queste incredibili persone che decidono di aprire le loro case, e inevitabilmente vite, a noi viaggiatori squattrinati; prima o poi avremo modo di restituire tutto questo affetto donatoci gratuitamente.  

La mattina dopo ci svegliamo carichissimi……è arrivato il momento del viaggio in nave!!!