A Puerto Natales arriviamo alle 17.30 e scopriamo di avere solo un'ora per arrivare all'agenzia Navimag dove poter fare il biglietto del mitico ferry. Zaini in spalla, ci avviamo; una ventina di minuti buoni per raggiungerla e comprare il biglietto per il prossimo martedì, 26 Novembre.
Dal porto alla "casa couchsurfing" dove saremo ospitati, andiamo nuovamente a piedi, arriviamo sfatti. Ad aprirci troviamo una ragazzina che sembra una radio da quanto parla. La casa è modesta, un bel po' di confusione all'interno…Scopriamo esserci altri 5 ospiti in casa… Mamma Gloria ci dà il benvenuto e comincia a riempirci la testa di nozioni utili per il famoso Parco Nazionale Torres del Paine, uno dei parchi naturali più belli di tutto il sud America e che attira orde di turisti e camminatori durante l'anno. Senza neanche il tempo di reagire, in un quarto d'ora ci troviamo già fuori di casa per fare la spesa insieme a Gloria, la figlia-radio e a una coppia di amiche, una canadese e una svedese; il giorno seguente andranno al parco anche loro.
All'interno del supermercato la figlia continua senza tregua a parlare come una macchinetta e a innervosirci non poco…compriamo un po' di cose alla rinfusa, scappando dal diavoletto con gli occhiali e i capelli ricci, sperando che le provviste ci bastino per i tre giorni di campeggio che abbiamo deciso di trascorrere all'interno del parco nazionale Torres del Paine per fare trekking.
Rincasiamo e la situazione per fortuna si calma un pochino, papà Oscar ha cucinato per tutti, quindi quando tutto è pronto ci mettiamo a tavola e facciamo conoscenza con l'altro figlio, Enzo, di 15 anni.
Una volta terminata la cena ci ritroviamo già con in mano la tenda, i sacchi a pelo, i materassini e il fornellino a gas, con tanto di ricevuta del conto. Tutto è stato talmente veloce e caotico che non riusciamo a ben capire se siamo stati fregati o meno. Poco male, intanto svuotiamo lo zaino grande di Giulia e il piccolo di Andrea per poi riempirli con il necessario per il campeggio e ci mettiamo a dormire su di un materasso posto nel pavimento, la sveglia suonerà alle 6.45…a fine avventura valuteremo!
La mattina seguente riusciamo a fare una colazione veloce e ad uscire di corsa insieme a Sarah, la ragazza canadese, e Ellin, la svedese, giusto in tempo per prendere l'autobus.

Risaliamo in autobus fino a raggiungere un catamarano che navigherà all'interno del Lago Pehoè per portarci a quello che abbiamo scelto come nostro punto di inizio, il "Campamento Paine Grande".
Piantata la tenda per la notte e lasciati gli zaini, iniziamo la nostra prima giornata di trekking fino a raggiungere il ghiacciaio Grey o quasi… Il sentiero di 11 km è gradevole e vario, passiamo una laguna e arriviamo al lago Grey dove c'è il Mirador del Glaciar… Fantastico!!! Proseguiamo un'altro po' sperando raggiungere il rifugio ma desistiamo e decidiamo di tornare indietro.
La sveglia ce la dà il sole, più o meno alle 7, colazione nell'area comune del campeggio, smontiamo la tenda e via, zaini in spalla con tenda e tutto, a intraprendere una intera giornata di camminata.
La questione è che il giorno dopo dobbiamo arrivare in tempo all'entrata per prendere l'autobus per la città e non siamo sicuri di riuscirci; chiediamo consiglio anche al guardia parco il quale ci consiglia vivamente di proseguire fino al rifugio/campeggio Los Cuernos, è a pagamento ma a suo parere non riusciremmo a fare tutto il giro in un giorno solo, o comunque rischieremmo di perdere l'autobus! Seguiamo il suo consiglio così dopo esserci viziati con un caffettino preparato sul nostro fornello a gas, ci rimettiamo in marcia; è solo mezzogiorno e mezzo abbiamo ancora moltissime ore da poter sfruttare. Il sentiero si fa un po' più duro ma la bellezza dei paesaggio è tale da non farci sentire la fatica…anzi arriviamo al campeggio seguente in circa due ore ancora pieni di energia e voglia di camminare. Il luogo non ci piace molto, con rifugio, casette private e piscinetta di legno riscaldata all'esterno è troppo da riccastri che si fanno portare fin quassù a cavallo senza la minima fatica, per i nostri gusti! La prossima eventuale tappa dove ci si può fermare per accamparsi è a 11 km di distanza, ne abbiamo già percorsi 13 ma siamo talmente estasiati che decidiamo di andare avanti….in parte vogliamo anche metterci alla prova e vedere se ce la si fa!
Ad un certo punto eccolo là "l'Hotel Las Torres", altra struttura per riccastri, ed è pure enorme! Purtroppo per raggiungere il prossimo campeggio gratuito bisognerebbe camminare almeno altre due ore e tutte in salita…sono già quasi le sette di sera e nonostante la luce duri fino alle nove siamo veramente troppo stanchi per proseguire, di più non possiamo pretendere da noi stessi! Anche qui c'è un campeggio, purtroppo a pagamento, ma decidiamo di fermarci…gli ultimi metri sembrano eterni, anche perché i proprietari dell'albergo si sono ben guardati dal posizionare l'area camping vicina alla zona vip…più nascosto e lontano non poteva essere. Non facciamo a tempo a piantare la nostra tendina che ci troviamo davanti Jason, il ragazzo statunitense che avevamo conosciuto a Cholilla!!! E' qui da un paio di settimane con la sua ragazza Molly; stanno lavorando come volontari, pagando un piccolo contributo economico, con un'associazione che offre campeggio e guida a gruppi turistici! Ci offre di dormire nel loro mega tendone dove ci sono letti a castello e cuscini morbidissimi, non ci sembra vero QUE SUERTE INCREIBLE!! Mangiamo una zuppetta liofilizzata calda e sveniamo nei nostri insperati letti!
Scesi dall'autobus prima di ritornare verso la "casa couch" ci fermiamo a comprarci una bella birrozza fresca da litro, sigarette (non abbiamo fumato nel parco) e patatine…jejejeje che zozzi!!! Neanche a dirlo a casa troviamo già altre due coppie appena arrivate che si stanno preparando per il trekking del giorno dopo, però per fortuna non c'è la stessa bolgia del primo giorno! Una bella e godutissima doccia calda, qualche consiglio ai nuovi arrivati, cena in famiglia (…Oscar ha preparato un asado da leccarsi i gomiti…) chiacchiere e a letto presto, questa volta non nel materasso in salotto ma in una delle camere a disposizione!
Il giorno dopo facciamo tutto con molta calma. La mattina ci sistemiamo gli zaini, andiamo a comprarci un paio di cose da portarci in nave e prepariamo il pranzo per mamma Gloria. Nel primo pomeriggio arriva un'altra ragazza, Deborah, israeliana, con la quale andiamo a fare una bella passeggiata per Puerto Natales che non avevamo ancora avuto modo di scoprire.
Ci permettiamo una piccola digressione….da ciò che ci è stato raccontato, e che in parte abbiamo avuto modo di vedere, in Argentina e Cile vengono moltissimi ragazzi israeliani per le vacanze, soprattutto nella zona Sud tra El Chalten e Tierra del Fuego, e non sono i benvenuti. Da Deborah abbiamo scoperto che molti intraprendono questo viaggio dopo gli anni di servizio militare obbligatorio, da vari gestori di ostelli e ristoranti abbiamo ascoltato che spesso sono casinisti e non molto puliti. Addirittura a Punta Arenas vi sono alcuni alberghi dove è specificatamente scritto che gli israeliani non possono alloggiare! A ognuno le proprie riflessioni, per quanto ci riguarda è stato interessante scoprire questa realtà così come conversare con Deborah anche se spesso non ci siamo trovati d'accordo, in particolare in merito a temi politici e rapporti con la Palestina.
La sera saremmo voluti andare a mangiare fuori, magari provare il famoso granchio, ma la "famiglia couch", Elin e Sarah (che nel frattempo erano tornate) hanno tanto insisto che abbiamo magiato di nuovo a casa, una tipica cena cilena con simil tortilla alla cicoria e zuppa di lenticchie maiale e formaggio….tanto per restare sul leggero della serie :)
Prima di partire per Puerto Natales siamo stati messi in guardia da eventuali famiglie che si "pubblicizzano" sul sito di couchsurfing sostanzialmente per poi guadagnare grazie all'affitto dei kit da campeggio o con trekking organizzati!
Nonostante i primi parziali dubbi, questo famiglia non ci ha assolutamente dato questa impressione. Se è vero che non abbiamo avuto nemmeno il tempo di pensare e valutare se veramente ci convenisse affittare tenda etc e che, nonostante fossimo arrivati con l'idea di passare una sola giornata al parco, alla fine ci hanno convinto a trascorrerne tre, è vero anche che ci hanno ospitato gratuitamente per tre notti, ci hanno offerto tre volte la cena (e che cene) e che hanno avuto sempre piacere a condividere con noi il loro tempo e le loro storie di vita. Come sempre possiamo solo ringraziare queste incredibili persone che decidono di aprire le loro case, e inevitabilmente vite, a noi viaggiatori squattrinati; prima o poi avremo modo di restituire tutto questo affetto donatoci gratuitamente.
La mattina dopo ci svegliamo carichissimi……è arrivato il momento del viaggio in nave!!!
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