venerdì 28 novembre 2014

Colonia del Sacramento - Uruguay

L'Uruguay è un piccolo paese con circa 3 milioni e mezzo di abitanti che è salito alla ribalta delle notizie internazionali da pochi anni, soprattutto per merito del, ormai quasi fu, presidente Jose Mujica. Sviluppato su un territorio sostanzialmente pianeggiante, ciò che attrae maggiormente di questo paese sono le sue coste; la rinomata e mondanissima Punta del Este, e le più selvagge Cabo Polonio e Punta del Diablo, in testa. Abbiamo deciso di dirigerci in Uruguay in quanto c'è stato descritto come un paese molto tranquillo, dove poter trovare facilmente lavoro ben pagato e per vedere come si vive in un paese con un presidente tanto lungimirante. 
Vi sono, però, alcuni miti da sfatare…
Nonostante Mujica abbia effettivamente intrapreso una strada politica e personale sotto molti punti di vista rivoluzionaria, come ad esempio aver deciso di donare la maggior parte del suo stipendio presidenziale, l'aver depenalizzato l'aborto o statalizzato la marijuana, e l'aver dato maggior impulso alla politica del suo partito nel supportare le classi medio basse, è attualmente contestato da una buona fetta della popolazione. Controversa l'approvazione della costruzione di una mina di ferro a cielo aperto(progetto Aratarì) che, se effettivamente dovesse essere costruita, comporterebbe un inquinamento senza ritorno del più grande e importante fiume dell'Uruguay, Rio de La Plata; così come altre sovvenzioni per implementare lo sfruttamento di terreni agricoli e da pasto che, nonostante diano impulso alla produttività economica del paese, non hanno nessun tipo di accortezza nei confronti del medio ambiente. Altra questione la statalizzazione della marijuana; secondo una legge approvata nel 2012 lo stato "assumerà il controllo e la regolazione delle attività di importazione, produzione, acquisizione di qualsiasi titolo, immagazzinamento, commercializzazione e distribuzione della marijuana o suoi derivati". Ciò comporta che i privati cittadini, se legalmente registratesi, possono coltivare un limitato numero di piante di marijuana per l'autoconsumo e non possono venderla a terzi; la vendita è destinata unicamente allo Stato. La messa in pratica di questa legge non è ancora avvenuta ma vi sono già diverse critiche in merito al fatto che essendo lo Stato il solo a poter commercializzare la sostanza, di fatto non si limiterà il mercato nero e lo spaccio, come invece è avvenuto ad esempio in California dove invece è stato permesso il libero commercio da parte di qualsiasi privato che si registri in quanto produttore e commerciante di cannabis. 
Ciò che più ci colpisce, però, è il fatto che l'Uruguay sia veramente molto caro; affitti, bollette di acqua ed energia, supermercati, trasporti e ostelli hanno prezzi pari a quelli italiani, o poco più bassi, ma gli stipendi sono decisamente inferiori, e non parliamo solo degli stipendi di un cameriere o barista ma anche di insegnanti, autisti, dipendenti pubblici, commercianti ecc ecc, e con molto più bassi si intende circa la metà! Questo, inevitabilmente, implica che la maggioranza della popolazione fatica molto a mantenere una stabilità economica e continua ad esserci una disparità enorme tra una piccolissima percentuale di ricchi e tutti gli altri; occhio non ci sono i poverissimi delle favelas brasiliane o simili, ma famiglie in perenne corsa alla sopravvivenza si. 

Martedì 11 Novembre prendiamo la barca che da Buenos Aires ci porterà a Colonia, Uruguay…siamo pronti per partire alla scoperta di un nuovo paese. Abbiamo deciso di viaggiare con Colonia Express, che consigliamo vivamente a chiunque debba intraprendere questo viaggio in quanto non solo costa praticamente la metà delle altre due compagnie che effettuano questo servizio, ma è anche l'unica che permette di pagare in pesos argentini il che implica un ulteriore risparmio, grazie al cambio non ufficiale, rispetto al dover pagare in euro, dollari o con la carta di credito, cosa a cui ti obbligano le altre due compagnie; poco importa se ci mette mezzora in più e le barche sono più piccole.
La mattina della partenza non siamo molto sereni; l'ostello con il quale siamo in contatto per andare a lavorare da metà novembre non ci risponde da una settimana e in più fino ad ora non abbiamo avuto alcuna risposta positiva dai vari couchsurfing di Colonia del Sacramento e Montevideo che abbiamo contattato! 
Decidiamo di fermarci una notte a Colonia, antico borgo coloniale, sperando che nel frattempo qualcuno da Montevideo ci risponda! Tutti gli ostelli che troviamo in internet sono cari per cui alla fine decidiamo di dirigerci verso il Mi Viejo Hostal, ostello della sorella di un ragazzo di couchsurfing; generalmente non ci piace che qualcuno utilizzi la rete di couch per attrarre clienti paganti ma dato che è l'unico posto dove ci viene offerto un prezzo inferiore ai 10 euro a testa, cediamo! Il posto è veramente brutto e abbandonato a se stesso, ma poco ci importa dobbiamo passarci una notte e andar via! 
  
Fondata nel 1680 dai Portoghesi, Colonia rappresentava un avamposto strategico per la resistenza all'avanzata degli Spagnoli; dopo circa un secolo la città fu definitivamente persa dai suoi fondatori e divenne parte delle colonie della Spagna. L'alternarsi di queste due potenze coloniali ha fatto si che il borgo storico acquisisse una eterogeneità urbana e architettonica unica in questa regione, dove al rigido piano urbanistico a scacchiera, tipico delle colonie spagnole, si è preferito un piano più libero, adattato alle caratteristiche topografiche della zona nonostante la forte influenza delle necessità militari. Data questa sua particolarità, nel 1995 Colonia del Sacramento fu dichiarata patrimonio dell'Unesco.




Le tre ore di passeggiata per il borgo storico sono molto piacevoli, è valsa la pena fermarsi qui una notte per poter fare le cose con più calma!











Mercoledì mattina, dopo aver consumato la colazione in ostello, ci dirigiamo un po' fuori città, sulla statale…tutti ci dicono che fare autostop in Uruguay è molto sicuro e facilissimo, per cui "dale", ritentiamo anche quest'anno con sto dannato autostop!! …purtroppo, come l'anno scorso, non abbiamo fortuna, sarà anche che ci stufiamo presto, per cui dopo un paio d'ore desistiamo e andiamo a prendere l'autobus che in meno di tre ore ci porterà in capitale.









domenica 23 novembre 2014

Avellaneda - Buenos Aires, Argentina




Stadio Juan Domingo Peron,
conosciuto come il Cilindro de Avellaneda,
domenica 9 novembre 2014, 15esima giornata del campionato "Inicial"  
partita Racing Club vs Banfield

Finalmente è domenica mattina e come una domenica che si rispetti si va allo stadio, alzarsi è più che mai complicato visto il sabato di festa, ma per la prima volta Andrea ha la possibilità di andare a vedere il Racing Club, sua squadra del cuore argentina, e non c'è "resaca" che tenga. Ci muoviamo con largo anticipo, prendiamo prima la metro e poi il treno dalla stazione Constituciòn. In meno di mezz'ora siamo alla stazione di Avellaneda, rinominata nel 2013 da un decreto legge "Darìo Santillan y Maximiliano Kosteki" in memoria di due ragazzi che nel 2002 presero parte ad una manifestazione contro il governo argentino e che furono assassinati dalla polizia nella hall della stazione stessa. L'immagine del corpo senza vita di Darìo Santillan fece il giro del paese, e non solo, e fu una molla reazionaria. La stazione è piena di murales che ritraggono i due ragazzi e di scritte contro la polizia assassina.
Avellaneda è un quartiere operaio di Buenos Aires, quando arriviamo noi, all'una del pomeriggio è praticamente deserta e molta sporca. Chiediamo informazioni al benzinaio per raggiungere lo stadio, vaghiamo un po' per le viuzze antistanti fino a trovare un locale che fa al caso nostro, un ristorante bar dove possiamo tranquillamente mangiare un super panino di Bondiola per cercare di rimetterci in piedi dalla reseca della notte precedente… Ad Andrea sembra di esser tornato ai vecchi tempi quando, per a per b o per c, allo stadio si arrivava sempre sbronzi… Fuori del bar facciamo amicizia con un ex capo della tifoseria locale, la Guardia Imperial, un gigante a cui facciamo simpatia, è incredulo che un italiano possa essere del Racing e ci presenta a tutti come i suoi amici italiani.
Mentre siamo seduti a pranzare il locale si riempie di ragazzi, famiglie e vecchietti tutti orgogliosamente con la maglia del Racing, qui in Argentina non si usano molto le sciarpe, tutto il mondo va allo stadio con la divisa della propria squadra del cuore, quasi una seconda pelle. 
Finito di mangiare salutiamo tutti e ci dirigiamo verso "el Cilindro", cresce la tensione, tutto è bianco azzurro, le strade la gente, lo stadio…  eccolo finalmente lo stadio e come un'ombra riflessa un'altro stadio quello dell'altra squadra di Avellaneda, l'Indipendente gli acri rivali del Racing. Questa è una cosa unica al mondo due stadi di due squadre diverse uno affianco all'altro, separati solo da una strada. Manca più di un'ora al fischio d'inizio del match, ma Andrea non sta nella pelle e Giulia vuole sedersi per riprendersi e quindi entriamo… Il nostro settore è dalla parte opposta a dove entriamo e quindi percorriamo gran parte del perimetro esterno della struttura prima di entrare veramente. Ci sono dei tornelli e molte forze dell'ordine ma i controlli sono praticamente inesistenti, sarà perché siamo ai distinti, e i biglietti non sono nominali. 
Saliamo tre rampe di scale e… siamo dentro allo Stadio Jaun Domingo Peron di Avellenada, per Andrea un piccolo sogno che si realizza. Viviamo il pre match osservando i ragazzi che preparano la coreografia, sistemano bandieroni e stendardi, nel frattempo la curva comincia a scaldarsi al ritmo dei tamburi. Quando entrano i giocatori per il riscaldamento si sente il primo boato… All'ingresso in campo delle squadre poco prima dell'inizio della partita dalle gradinate scende un mega stendardo della GUARDIA IMPERIAL, subito dopo dalla curva si srotolano tre gigantesche pezze, due della Guardia e uno dei RACING STONES il secondo gruppo più grande della curva.
Si inizia a cantare, Andrea non smette di riprendere e fare foto alla curva, e mentre sta registrando ecco un'azione ben congegnata dell'Academia (Racing) e GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLL!!! 1-0 Racing!

I cori ormai sono tutti boati, i tamburi non smettono di suonare nemmeno un minuto, il primo tempo scorre rapido con qualche altra buona azione del Racing e con qualche pericolo scampato grazie  all'eroe della tifoseria, il portiere Saja. Quando inizia il secondo tempo di nuovo giù tutti gli stendardi, in questa parte si soffre molto di più ma il Banfield non trova mai la mira giusta. All'incirca al 70 esce il Capitano, Diego Alberto Milito e tutto lo stadio gli dedica il coro: "Oe oe oe oe Diego Diego", brividi… Il Racing soffre più del dovuto ma alla fine porta a casa 3 punti importantissimi per continuare il sogno di agganciare la vetta e diventare finalmente campione dopo 13 anni.
Tutto perfetto, il clima, i cori, la vittoria, l'unica nota dolente l'assenza dei tifosi avversari sugli spalti, da due anni ormai in Argentina i tifosi ospiti non possono andare in trasferta, questa misura di sicurezza è stata presa per arginare la delinquenza dilagante negli stadi argentini. La nota positiva è la presenza massiccia di famiglie e bambini allo stadio.
E' stata un'esperienza unica, altro che River, sarà perché l'ho vissuta in maniera diversa, qui son venuto a tifare, davvero ragazzi tanta ma tanta roba… (Andrea)

Torniamo a casa, soddisfatti e stanchi morti, vorremmo solo buttarci a letto e dormire, ma la giornata calcistica non è ancora finita, il nostro ospite vuole vedere il River Plate alla tv per l'immensa gioia di Giulia… Vabbè, non ci resta altro che gufare, e infatti la partita finisce 1-1 e il Racing guadagna due punti sulla capolista, ora si, si può dormire sereni… VAMOS ACADE'!!!!

sabato 22 novembre 2014

Ritorno a Buenos Aires




Il bello di visitare per una seconda volta una città è che ci si possono concedere giornate al di fuori degli schemi "turistici"; passare un'intera giornata passeggiando tra le vie di un quartiere residenziale dove non c'è nessuna attrazione particolare, scoprire e visitare mostre secondarie, uscire la sera con qualche amico in locali che solo i residenti conoscono, insomma sostanzialmente avvicinarsi alla vita dei cittadini perché non presi dall'affanno di voler visitare tutto ciò che inevitabilmente c'è da visitare.
E' passato poco più di un anno e siamo pronti per tornare alla tanto amata Buenos Aires! Da Rosario parte un autobus per la capitale all'incirca ogni 40 minuti e il viaggio dura solamente 4 ore; con grande calma andiamo in autostazione verso le 15.30, facciamo il biglietto, mangiamo un'insalata al volo e alle 16.50, partiamo. A differenza dell'anno scorso che avevamo soggiornato in ostello, abbiamo ben due contatti di couchsurfing, Maru che vive a Recoleta e Mario che sta a Palermo; abbiamo preferito dividere in due la permanenza per non pesare troppo solo su un ospite e allo stesso tempo permetterci una settimana piena in capitale. Con Maru, la prima ad ospitarci, siamo d'accordo di vederci direttamente a casa sua per le 21.30, Recoleta è un bellissimo quartiere del centro, molto ben collegato da autobus e metropolitana, non dovremmo avere nessuna difficoltà a raggiungere casa sua! 
A causa delle forti piogge dei giorni precedenti molte zone della provincia di Buenos Aires sono state inondate ma, da quanto ci viene detto in autostazione, ormai non dovrebbero esserci più problemi e il viaggio dovrebbe essere regolare…dovrebbe, e invece, come spesso accade in Argentina, arriva la brutta sorpresa! Tra lavori in corso e strade inondate bisogna fare diverse deviazione e alla fine arriviamo a Buenos Aires alle 2 del mattino…ben 5 ore di ritardo!!! Ormai la metropolitana è chiusa e gli autobus hanno tempi di attesa molto lunghi per cui siamo praticamente obbligati a prendere un taxi, anche perché la povera Maru dovrà svegliarsi per aprire la porta di casa e non ci sembra il caso di rischiare di arrivare con un'altra ora di ritardo…per i nostri canoni è un salasso ma che possiamo farci! 

I tre giorni passati a casa di Maru saranno pieni di cultura e politica! Maria Eugenia, questo il suo nome completo, è una dottoranda in sociologia, affamata di libri e appassionata di politica…nelle ore che riusciamo a passare insieme ci accompagna alle sue librerie preferite e parleremo moltissimo di socialismo, economia, politica argentina e internazionale e chi più ne ha più ne metta…ovviamente il tutto condito dalla nostra cucina casalinga. Durante il giorno Maru lavora mentre noi ci dedichiamo a lunghe passeggiate per le splendide zone di Recoleta, i parchi di Piazza Francia, Palermo basso e il centro con l'immancabile Florida dove, come sempre, andiamo a cambiare i soldi al "cambio blu". Conosciamo anche il quartiere Belgrano dove l'anno scorso non eravamo stati; una zona residenziale medio-borghese ma che accoglie el barrio chino, poco più di due strade dalla pittoresca entrata con arco tipicamente cinese.

Le giornate sono piene di sole, calde ma non troppo, con un bel vento leggero che rinfresca anche le ore più a rischio, la città ribolle di arte con diverse esposizioni all'aria aperta e tutto ai nostri occhi è meraviglioso! Sotto consiglio della nostra ospite andiamo a visitare il MALBA, museo di arte latino americana; l'esposizione permanente è molto ben curata e il ragazzo che fa da guida gratuita espone un'interessantissima spiegazione cultural-sociologica-politica delle opere esposte, ma ciò che più ci rapisce è l'esposizione temporanea dedicata a Berni (http://www.malba.org.ar/evento/antonio-berni-juanito-y-ramona/), un artista poliedrico fino ad ora a noi sconosciuto e che consigliamo vivamente di andare a scoprire! Intanto un piccolo assaggio: 





L'ultima sera che passiamo assieme andiamo, insieme ad un'amica di Maru, a mangiarci una tipica "picada", ovvero tagliere misto, in un bel localino frequentato da studenti e artisti vari…un ottimo modo per salutarsi!

Il giorno dopo, verso le sette di sera, ci troviamo con Mario, il secondo ospite di couchsurfing, un informatico trentanovenne, originario di Jujuy e, con grande dispiacere di Andrea, fanatico del River. Nonostante le differenze calcistiche ci troviamo subito in sintonia e addirittura ci da alcuni consigli su dove andare a comprare i biglietti per la partita di domenica del Racing. Sabato vorremmo andare a fare un giro in bicicletta per i parchi del centro ma a causa di una festività dei lavoratori della municipalità  il servizio gratuito di noleggio biciclette è chiuso…la biciclettata si trasforma in una passeggiata; vorremmo andare a conoscere la costanera nord ma ci perdiamo per la zona dell'aeroporto nazionale in mezzo ad autopiste giganti e traffico per cui desistiamo, prendiamo un autobus e ci dirigiamo nuovamente verso il centro, non ci stanchiamo mai di passeggiare per i viale alberati della zona Tribunales.

La sera Mario ci propone di andare in un "bolice" , in pratica una piccola discoteca, in modo da farci vivere una tipica serata da portenos (abitanti di Buenos Aires) Mentre Mario va a giocare a calcio noi gli prepariamo una cenetta leggera a casa, un paio di birre in modo da non spendere troppo una volta
fuori e alle due di mattina usciamo…orari decisamente allungati rispetto a quelli a cui siamo abituati. Tra balli folli e fernet-cola fino alle quattro del mattino, il risveglio della domenica è piuttosto complicato, ma abbiamo un appuntamento importante che ci aspetta...alle quattro gioca il Racing!
Approfittiamo dell'occasione per conoscere Avellaneda, un quartiere periferico di operai e lotte civili! Prima di entrare allo stadio ci mangiamo l'immancabile panino gigante con bondiola (bistecca di maiale) che ci da un po' di forze! Torniamo a casa stanchissimi ma molto soddisfatti, il Racing ha vinto 1a 0.

Lunedì è una giornata un po' grigia e accusiamo la stanchezza dei giorni precedenti per cui dopo una passeggiata mattutina verso ora di pranzo torniamo a casa e collassiamo praticamente tutto il pomeriggio! Verso le sette usciamo nuovamente, questa volta è il turno del regalo di Giulia e sotto consiglio del super informato Mario, andiamo a San Telmo prima a cena e poi a vedere un bellissimo spettacolo di tango. Una volta arrivati scopriamo con una punta di delusione che lo spettacolo è solo musicale, non prevede ballerini professionisti ma solamente milonga, ovvero chiunque voglia ha a disposizione uno spazio dove ballare…la banda, però, è talmente brava che la punta di delusione sparisce in pochi secondi trasformati in vera estati conditi da applausi da far bruciar le mani… 



Martedì mattina usciamo molto presto e ci avviamo al porto da dove prendiamo la barca per andare a Colonia, Uruguay…un nuovo paese ci aspetta. 
VAMOSSSSSSSSSSSSSSSSSS!!!!

giovedì 13 novembre 2014

Rosario


Le evidenti conseguenze del cambio climatico sono palesi in qualsiasi parte del mondo; anche qui dopo una settimana di sole e caldo eccessivo per la primavera incominciano pioggia, vento e freddo, ugualmente inapproppriati per questa stagione dell'anno! 
Partiamo sotto una pioggerellina fitta e costante che bagna fino al calzini; non avendo comprato prima il biglietto non sappiamo a che ora avremo il bus ma c'è stato detto che ne parte uno ogni ora; ovviamente riusciamo ad arrivare nelle ore di buco e così ci tocca aspettare un'ora e 40 minuti, la buona notizia è che lo sconto del 20% trovato in ostello è vero!! Nell'attesa andiamo in una caffetteria a riscaldarci e leggere qualche mail. 
Partiamo da Cordoba verso le 12.00 e in meno di sette ore siamo arrivati a Rosario [compagnia Urquiza-Flecha Bus, costo 192 pesos]
Nonostante Rosario sia la seconda città più grande dell'Argentina pare non abbia molto da visitare e facendo una media dei giorni consigliati dai vari amici fin qui incontrati abbiamo deciso di restarne tre. 
Gonzalo, il ragazzo di couchsurfing che ci ospiterà, ci ha dato indicazioni molto precise per raggiungere il suo appartamento; si offre di venirci a prendere in autostazione ma anche qui piove a dirotto e fa freddo per cui preferiamo che ci aspetti a casa, non vale la pena che anche lui si bagni! 
La casa si trova in una zona molto centrale, a soli tre isolati dall'immenso fiume Paranà, il che per noi è una gran fortuna…possiamo raggiungere tutto a piedi! L'appartamento in realtà è dell'amico/coinquilino di Gonzalo, Mathias, il quale però per il fine settimana è fuori città con un'associazione che costruisce case per le famiglie meno abbienti, "Techo", e ha lasciato detto che possiamo sistemarci in camera sua!
Passiamo la serata a casa con Gonzalo e Marina, la sua ragazza, il clima inospitale e la stanchezza da viaggio non animano a uscire!
Domenica mattina ci svegliamo e piove ancora…UFFA! La bellezza di Rosario, però, sta soprattutto nel gran numero di centri culturali, musei, atelier e qualsiasi forma d'espressione artistica immaginabile aperta al pubblico, per cui anche se piove si può godere a pieno di questa strabiliante caratteristica della città.
Pantaloni pesanti, felpa, giacca, cappuccio e via…come prima tappa andiamo al Centro culturale "Plataforma Lavarden" ma lo troviamo chiuso per cui ci dirigiamo "all'Isola degli inventi", un centro culturale per bambini e adulti costruito all'interno di una antica stazione dei treni molto consigliatoci da Gonzalo. Il progetto, nato nel 2003, mira a creare un luogo aperto alla cittadinanza dove si possa partecipare a laboratori scientifici, artistici e culturali…noi ad essere sinceri non seguiamo il consiglio di Gonzalo di "toccare e provare tutto", e in parte ce ne pentiamo, ma appena entriamo ci ritroviamo circondati da una miriadi di bimbi urlacchianti che scorrazzano per ogni dove e ci sentiamo un po' fuori luogo…che noiosi!! Ad ogni modo bellissima l'iniziativa e molto ben ristrutturato l'edificio, forse è consigliabile non andare in una domenica pomeriggio di pioggia ed evitare così il sovraffollamento. 
Nonostante la giornata non sia molto migliorata, per lo meno la pioggia s'è un po' smorzata in modo tale da permetterci di fare una lunga passeggiata per Boulevard Nicasio Orono fino al museo di Belle Arti "Juan B. Castagnino" , per quanto ci riguarda piuttosto deludente, ma dipende dalle esposizioni presenti. Dubbiosi sul significato e sul valore del'"arte" contemporanea e indispettiti dal fatto che non si sa bene chi ad un certo punto decide che un tavolo con sopra appoggiato un pezzo di carta verde o un comodino mezzo rotto siano delle opere d'arte, ci avviamo al Museo della Memoria, sicuri che in questo caso non rimarremo delusi. 
Il museo fu creato nel 1998 e affronta principalmente i temi della violenza politica e del terrorismo dello Stato in Argentina nei decenni 1970 e 1980, oltre ad ospitare alcune esposizioni temporanee. Nel 2010 fu scelta come sede definitiva del museo quella che in passato fu la sede del Comando del II Corpo dell'Esercito, ubicato di fronte al Servizio di Informazione della Polizia di Santa Fe, uno dei principali centri clandestini di detenzione di tutta la provincia. L'esposizione è molto forte, appesantita dalla consapevolezza di essere in un luogo dove pochi decenni fa sono state messe in atto torture fisiche e psicologiche. 
Oltre alla mostra permanente, molto interessante l'esposizione temporanea "El ojo de la aguja", mostra di memoria dal Messico; una serie di fazzoletti (panuelos) ricamati a mano con i nomi e le storie dei 50 mila morti degli ultimi sessant'anni vittime della guerra al narcotraffico. 
Ormai è buio, ha ripreso a piovere e fa freddo; non abbiamo nessuna voglia di parlare e restare fuori, anche in conseguenza delle quasi due ore passate immersi in una storia tanto atroce quanto, ai nostri occhi, inspiegabile. Zuppa calda e cartone animato in televisione ci rincuorano quel giusto per riuscire ad andarcene a dormire senza troppi incubi.
Lunedì finalmente non piove e possiamo dedicare la giornata alla classica passeggiata per il centro, in particolare le pedonali Cordoba e San Martin, visita al Monumento alla Bandiera e lungofiume. 
Prima di iniziare il giro, però, andiamo alla Plataforma Lavarden; non solo c'è rimasta la curiosità dal giorno prima ma scopriamo che un ragazzo della comunità di couchsurfing che ci ha scritto invitandoci a casa sua se non avessimo già trovato qualcuno dove stare, lavora proprio in questo centro culturale, o meglio ne è il direttore…una visita è d'obbligo. Il palazzo un tempo era un albergo di lusso che, una volta chiuso, è stato preso in mano dallo Stato e affidato alla stessa curatrice dell'Ila de Los Inventos perché lo trasformasse in un luogo aperto alla cittadinanza; e così ora la sala per le colazioni è diventata un teatro/bar; i vari piani riadattati a uffici o sale per corsi e laboratori di vario tipo e l'entrata a sala esposizioni temporanee. Molto interessante il primo piano dove ogni porta è stata sostituita con un armadio al cui interno si trovano stanze, o meglio mondi, diversi : la camera libro dove non solo uno può  scegliere uno dei centinaia di libri al suo interno e leggerselo in pace ma dove anche le sedie e i tavoli sono fatti di libri; la casa con cucina dove è disponibile tutto il necessario per prepararsi un mate, cinema e letto gigante dai cui cuscini escono musica o racconti; la stanza dei travestimenti con vestiti e trucchi disponibili per tutti; il circolo sportivo con bocce, ping pong e biliardino; la stanza dei rompicapo, ovvero puzzle; e in ultima un carrion gigante!


Guillermo, questo il nome del ragazzo di couchsurfing che incontriamo al centro, ci racconta la storia dell'edificio e ci accompagna agli ultimi piani aprendoci la sala teatro e la terrazza esterna…molto interessate tutto il progetto ed estremamente amabile Guillermo! Usciamo chiedendoci se e quando una tale rivalutazione di un edificio privato sarà possibile in Italia, o per lo meno a Venezia dove di norma accade esattamente il contrario: edifici pubblici vengono trasformati nell'ennesimo albergo.
Come già accennato Rosario, da un punto di vista architettonico, non ci è piaciuta particolarmente; certo nel centro vi sono alcuni bei palazzi dal marcato stile spagnolo, ma troppi i grattacieli che
soffocano le strade e i palazzi stile anni 50 italiano abbandonati a se stessi; la nostra passeggiata quindi non dura particolarmente tanto, nonostante la nuova passione di Andrea per la fotografia manuale comporti una sosta minima di dieci minuti per ogni foto nel tentativo di catturare la luce migliore. Alle cinque ci regaliamo un ottimo gelato vicino casa, Rosario infatti è conosciuta in Argentina per i suoi gelati artigianali, e ci perdiamo per un'ora abbondante a scaricare e vedere le foto del matrimonio che nel frattempo ci ha inviato Felipe. Prima di tornare a casa facciamo una piccola tappa insieme a Mathias alla casa natale di Ernesto Che Guevara...con nostra grande delusione non c'è nemmeno una targa ma un semplice cartello sul marciapiede; certamente qui il Che praticamente non c'ha vissuto in quanto poco dopo la sua nascita la famiglia si trasferì nelle vicinanze di Cordoba e ora il palazzo è di proprietà di una famiglia privata, ma insomma almeno una targa!
La sera abbiamo appuntamento con Guillermo e due suoi amici di couch, Gonzalo purtroppo non può unirsi a noi perché deve studiare…una piacevole prima serata di chiacchiere conclusa con una buona cena di pesce a base di pacu e boga, due pesci di fiume tipici della zona. 
Martedì incredibilmente c'è il sole…chiaro, dobbiamo partire!!! Per fortuna abbiamo orari molto rilassati per cui possiamo comunque goderci la mattinata e il primo pomeriggio passeggiando per la costa nord del Rio Paranà, bevendo mate e condividendo queste ultime e finalmente calde ore con il nostro ospite Gonzalo!







lunedì 10 novembre 2014

Falda del Carmen




Da Boulevard San Juan in centro Cordoba in meno di un'ora di autobus siamo già arrivati a Falda del Carmen dove abbiamo appuntamento con il nostro ospite, Nicolas. 
Dopo aver lasciato a casa i ben tre cani da poco recuperati dalla casa del fratello, il ragazzo ci viene a prendere in auto alla fermata del bus; siamo a dir poco infreddoliti, il vento caldo della mattina si è trasformato in aria fresca. Nico, come gli piace esser chiamato, vive con sua moglie Denise che però al momento del nostro arrivo non c'è, tornerà all'indomani da Rosario.
Fatta la spesa dal macellaio locale, andiamo finalmente alla proprietà; 40 ettari di terreno immersa in una cornice paesaggistica bellissima. Appena scesi dalla macchina i tre cani ci vengono incontro per
farci le feste; Giulia come al solito si irrigidisce un po' ma capisce subito che sono amichevoli e buonissimi. Nico ce li presenta, sono tre Labrador: Chiara, la madre di color panna, e i due maschi Bisagra e Fuz, i figli completamente neri. La casa è molto grande e spaziosa, abbiamo un stanza tutta  per Noi… Sistemati i bagagli, iniziamo subito a preparare la brace per la cena nel "asador" in giardino, stappiamo la prima bottiglia di cabernet sauvignon e cominciamo a far conoscenza… Il vino aiuta le chiacchiere e notiamo che Nico ha, come si dice da queste parti, proprio "una buena onda" e Noi andiamo a nozze (ancora?!?). Tra un racconto e un'altro è giunta l'ora di mettere la carne di maiale sul fuoco.
Un buon vino, della buona carne alla brace e un bel po' di sane chiacchiere, per niente male come benvenuto…
La mattina seguente Nico no c'è, è a Cordoba per lavoro, ma facciamo finalmente conoscenza con Denise rientrata in mattinata da Rosario, e da subito si nota che anche lei è molto simpatica e piacevole. A pranzo Nico torna e scopriamo che la cucina per entrambi è una vera passione, e così il "paio di giorni in collina" si sono trasformati in una vacanza culinaria di cinque giorni a Falda del
Carmen. In meno di una settimana i ragazzi, decisamente ottimi cuochi, ci hanno preparato:
"Asado" di maiale e carne; pizza, buonissima, una in particolare con formaggio verde, miele e noci; gnocchi con salsa rossa di pollo; tacos di carne, peperoni e cipolla con salsa guacamole e maionese fatta in casa; cotolette alla milanese con purè di patate; tagliere misto di formaggio e olive con salsa di melanzane; torta di limone come dessert.
Noi invece le poche volte che abbiamo potuto entrare in cucina per cucinare, abbiamo preparato tagliatelle all'uovo fatte in casa con pesto di rucola, noci, limone e olio d'oliva e il più classico dei risotti di zucca.
Oltre alle varie mangiate abbiamo avuto il piacere di poter visitare Alta Gracia, cittadina dove ha vissuto per anni il mitico Che Guevara, con tanto di visita alla "Estancia Jesuita" ; Carlos Paz, la tanto nominata cittadina sul lago, rinomata zona vacanziera per la media borghesia cordobese e portena, ma che, come preannunciatoci dai ragazzi, è veramente deludente; "Costa Blanca" un paesello sul fiume dove Nicolas ha una casa vacanze di famiglia, dove ci siamo potuti dilettare con tanto di partita a palla volo sulla spiaggia, sole e pure un bel bagnetto anche se l'acqua era decisamente bassa.
Gli ultimi due giorni il clima ha cominciato a fare un po' le bizze per cui le escursioni si sono limitate alle zone circostanti la casa stessa…perché almeno una mezzora di passeggiata tra un pasto e l'altro era a dir poco necessaria…alternate da grandi partite alle versioni argentine di Risiko e Monopoli e brevi momenti di yoga casalinga!
Se tutto ciò non bastasse a rendere perfetta la nostra permanenza in terra Cordobesa, Nico, fotografo di professione, ha insegnato ad Andrea le basi per fotografare in modalità manuale, passandogli anche degli appunti in formato digitale di un corso tenuto da lui stesso tempo addietro, aprendo così le porte per una nuova grande passione!
Venerdì sera ovviamente l'immancabile asado di arrivederci al quale si sono uniti un'altra coppia di amici, Mario e Maria.




Ragazzi un paradiso; mangiare, bere ottimo vino e birra fresca in compagnia di una splendida coppia circondati dalla meravigliosa natura della Sierra de Cordoba…possiamo restare qui per sempre?!