Stadio Juan Domingo Peron,
conosciuto come il Cilindro de Avellaneda,
domenica 9 novembre 2014, 15esima giornata del campionato "Inicial"
partita Racing Club vs Banfield
Finalmente è domenica mattina e come una domenica che si rispetti si va allo stadio, alzarsi è più che mai complicato visto il sabato di festa, ma per la prima volta Andrea ha la possibilità di andare a vedere il Racing Club, sua squadra del cuore argentina, e non c'è "resaca" che tenga. Ci muoviamo con largo anticipo, prendiamo prima la metro e poi il treno dalla stazione Constituciòn. In meno di mezz'ora siamo alla stazione di Avellaneda, rinominata nel 2013 da un decreto legge "Darìo Santillan y Maximiliano Kosteki" in memoria di due ragazzi che nel 2002 presero parte ad una manifestazione contro il governo argentino e che furono assassinati dalla polizia nella hall della stazione stessa. L'immagine del corpo senza vita di Darìo Santillan fece il giro del paese, e non solo, e fu una molla reazionaria. La stazione è piena di murales che ritraggono i due ragazzi e di scritte contro la polizia assassina.
Avellaneda è un quartiere operaio di Buenos Aires, quando arriviamo noi, all'una del pomeriggio è praticamente deserta e molta sporca. Chiediamo informazioni al benzinaio per raggiungere lo stadio, vaghiamo un po' per le viuzze antistanti fino a trovare un locale che fa al caso nostro, un ristorante bar dove possiamo tranquillamente mangiare un super panino di Bondiola per cercare di rimetterci in piedi dalla reseca della notte precedente… Ad Andrea sembra di esser tornato ai vecchi tempi quando, per a per b o per c, allo stadio si arrivava sempre sbronzi… Fuori del bar facciamo amicizia con un ex capo della tifoseria locale, la Guardia Imperial, un gigante a cui facciamo simpatia, è incredulo che un italiano possa essere del Racing e ci presenta a tutti come i suoi amici italiani.
Mentre siamo seduti a pranzare il locale si riempie di ragazzi, famiglie e vecchietti tutti orgogliosamente con la maglia del Racing, qui in Argentina non si usano molto le sciarpe, tutto il mondo va allo stadio con la divisa della propria squadra del cuore, quasi una seconda pelle.
Finito di mangiare salutiamo tutti e ci dirigiamo verso "el Cilindro", cresce la tensione, tutto è bianco azzurro, le strade la gente, lo stadio… eccolo finalmente lo stadio e come un'ombra riflessa un'altro stadio quello dell'altra squadra di Avellaneda, l'Indipendente gli acri rivali del Racing. Questa è una cosa unica al mondo due stadi di due squadre diverse uno affianco all'altro, separati solo da una strada. Manca più di un'ora al fischio d'inizio del match, ma Andrea non sta nella pelle e Giulia vuole sedersi per riprendersi e quindi entriamo… Il nostro settore è dalla parte opposta a dove entriamo e quindi percorriamo gran parte del perimetro esterno della struttura prima di entrare veramente. Ci sono dei tornelli e molte forze dell'ordine ma i controlli sono praticamente inesistenti, sarà perché siamo ai distinti, e i biglietti non sono nominali.
Saliamo tre rampe di scale e… siamo dentro allo Stadio Jaun Domingo Peron di Avellenada, per Andrea un piccolo sogno che si realizza. Viviamo il pre match osservando i ragazzi che preparano la coreografia, sistemano bandieroni e stendardi, nel frattempo la curva comincia a scaldarsi al ritmo dei tamburi. Quando entrano i giocatori per il riscaldamento si sente il primo boato… All'ingresso in campo delle squadre poco prima dell'inizio della partita dalle gradinate scende un mega stendardo della GUARDIA IMPERIAL, subito dopo dalla curva si srotolano tre gigantesche pezze, due della Guardia e uno dei RACING STONES il secondo gruppo più grande della curva.
Si inizia a cantare, Andrea non smette di riprendere e fare foto alla curva, e mentre sta registrando ecco un'azione ben congegnata dell'Academia (Racing) e GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLL!!! 1-0 Racing!
I cori ormai sono tutti boati, i tamburi non smettono di suonare nemmeno un minuto, il primo tempo scorre rapido con qualche altra buona azione del Racing e con qualche pericolo scampato grazie all'eroe della tifoseria, il portiere Saja. Quando inizia il secondo tempo di nuovo giù tutti gli stendardi, in questa parte si soffre molto di più ma il Banfield non trova mai la mira giusta. All'incirca al 70 esce il Capitano, Diego Alberto Milito e tutto lo stadio gli dedica il coro: "Oe oe oe oe Diego Diego", brividi… Il Racing soffre più del dovuto ma alla fine porta a casa 3 punti importantissimi per continuare il sogno di agganciare la vetta e diventare finalmente campione dopo 13 anni.
Tutto perfetto, il clima, i cori, la vittoria, l'unica nota dolente l'assenza dei tifosi avversari sugli spalti, da due anni ormai in Argentina i tifosi ospiti non possono andare in trasferta, questa misura di sicurezza è stata presa per arginare la delinquenza dilagante negli stadi argentini. La nota positiva è la presenza massiccia di famiglie e bambini allo stadio.
E' stata un'esperienza unica, altro che River, sarà perché l'ho vissuta in maniera diversa, qui son venuto a tifare, davvero ragazzi tanta ma tanta roba… (Andrea)
Torniamo a casa, soddisfatti e stanchi morti, vorremmo solo buttarci a letto e dormire, ma la giornata calcistica non è ancora finita, il nostro ospite vuole vedere il River Plate alla tv per l'immensa gioia di Giulia… Vabbè, non ci resta altro che gufare, e infatti la partita finisce 1-1 e il Racing guadagna due punti sulla capolista, ora si, si può dormire sereni… VAMOS ACADE'!!!!
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