martedì 25 febbraio 2014

San Pedro de Atacama

Si va al Desertooooooo!!!
Venerdì 31, compleanno di Giulia, alle ore 18.30 iniziano, dal terminale di La Serena, le 18 ore di viaggio, con scalo di 3 ore a Calama, che ci permetteranno di arrivare in uno dei luoghi più suggestivi di tutto il Cile e non solo… San Pedro de Atacama!
Partiamo, come consigliato da varie fonti, con i viveri per i 3 giorni Atacamegni, per risparmiare "plata" visto i prezzi esorbitanti che troveremo a San Pedro. Pochi chilometri dopo la partenza il panorama diventa via via sempre più desertico, caratteristico il paesaggio iniziale con distese desertiche a strapiombo sull'oceano. Ci sono delle Ande davanti a noi e il bus le deve scalare, curve e contro curve che ci portano fino in cima. Si fa buio, il panorama lascia spazio alle poche luci… Noi stiamo vigili fino alla prima fermata, Vallenar, e poi risaliti in bus ci addormentiamo con l'aiuto di una pastiglia per il mal di mare…jejeje!!!
Quando ci risvegliamo siamo già quasi arrivati a Calama, la città delle 4P (Perros,Putas,Polvo y Plata). Scendiamo verso le 10 alla stazione degli autobus con la speranza di trovare un bus per San Pedro con partenza a breve, missione fallita. Il primo mezzo in partenza da questa stazione è alle 16, follia… chiediamo in giro e scopriamo esserci una via, ad alcune "quadras" più avanti, dove partono bus di altre compagnie. Ci dirigiamo alla "Calle Atacama" e scopriamo esserci un autobus in partenza all'una, facciamo il biglietto e ci sediamo all'interno di questa agenzia, dove facciamo conoscenza con una ragazza di Concepciòn. Con questa simpatica ragazza, di nome Andrea, chiacchieriamo fino al momento di salire nel mezzo di trasporto. Andrea, il nostro Andrea, in autobus prova un piatto tipico venduto da una signora all'interno del bus stesso, "Pastel de Papas"…discreto.
In meno di due ore arriviamo a San Pedro, dove, insieme alla nostra nuova amica Andrea, cerchiamo un ostello e la convinciamo pure a fermarsi con Noi.
Abbiamo fortuna, l'ostello dove ci fermiamo fa parte di "Hostellig International" catena a cui Noi siamo associati e strappiamo l'alloggio a 7 Pesos a notte. Pensavamo sinceramente di spendere molto di più visto quello che avevamo letto e ciò che ci aveva raccontato la gente. Ottimo!!! Chiaro le camere sono da 6 persone con letti a castello di tre piani e non è di certo il Gran Ho(s)tel ma per Noi va benissimo.
Sistemate le nostre cose andiamo alla scoperta della città e a raccogliere informazioni sulle escursioni da fare per conoscere almeno una parte del Deserto. 
La cittadina è a misura di turista, ostelli, hotel, ristoranti e agenzie di viaggi fanno la parte del leone, a discapito della popolazione indigena e degli usi e costumi del territorio. C'è una netta divisione tra il centro della città e la parte, chiamiamola, periferica dove vivono gli atacamegni che pero continuano a produrre artigianato da vendere poi agli stranieri. Le orde di turisti che popolano le strade fanno si che vadano persi alcuni valori. Chiaro, anche noi siamo turisti e in un certo senso ci vergogniamo, ma per visitare questi luoghi fantastici non c'è nessun'altra maniera che seguire il flusso turistico.
Dopo questa piccola riflessione torniamo a Noi e alle escursioni: più o meno i prezzi sono uguali in tutte le agenzie, quindi decidiamo di prenotare dalla ragazza più simpatica che meglio ci ha trattato. La agenzia è svizzera, la Corvatsch. Non prenotiamo, ma abbiamo già una vincitrice!!! jejjeje!!!
Passeggiando, sempre insieme alla nostra nuova amica, scopriamo esserci una festa paesana, finalmente qualcosa della cultura autoctona, la "Virgen Candelaria", varie bande musicali e gruppi di ballerini in costume sfilano per le strade…Alle 20 c'è la messa nella bella chiesa, Noi approfittiamo per andare in ostello a cenare per poi tornare a vedere ulteriori sfilate. Dopo cena i vari gruppi folcloristici continuano a danzare in piazza, Noi li osserviamo allucinati, siamo a circa 2000km sopra il livello del mare e durante il giorno fa un caldo pazzesco ma loro sono andati avanti tutto il giorno a ballare senza sosta, con in aggiunta vestiti pesantissimi. Verso fine serata in centro alla piazza troviamo una di queste bande che suona per la gente comune e non per far ballare i ballerini, così anche noi ci scateniamo in balli fino allo sfinimento. Quando tutto finisce ce ne ritorniamo in ostello con la felicità nel cuore e la consapevolezza di essere arrivati in questo luogo il giorno giusto. 
La ninna nanna ci viene suonata dal pub affianco la camera che mette musica dance/latina a tutto volume… Maledetti turisti convenzionali!!! 
PS: nel Pub Andrea poteva tranquillamente fermarsi a lavorare visto che cercavano urgentemente un Barman professionale, bastava portare il curriculum.

Domenica mattina, come prima cosa, andiamo a fare i biglietti in agenzia, le escursioni che abbiamo scelto sono Valle della Luna che comprende Valle de Marte, passeggio dentro una grotta naturale e tramonto da un "mirador"; e i Gayser del Tatio che comprende vista ai geyser alle 6 del mattino, bagno in una piscina termale naturale di acqua calda e visita di un villaggio indigeno. 
Fatta anche questa viene presa in considerazione la idea di Cardao di andare a visitare le rovine d Pukara de Quitor, a qualche km dalla città, chiaramente l'ora non è indicata ma alla fine grazie anche all'aiuto di un passaggio in macchina, arriviamo. Non è stupendo, le rovine sembrano più che altro massi mollati di qua e di là ma pensare che secoli fa effettivamente vi era qualcuno che ci viveva ha il suo fascino e sicuramente c'è un bel vedere. Al ritorno veniamo accompagnati da una famiglia costituita da padre e tre figli che insistono per farci entrare nella macchina già bella stipata e così ci risparmiamo una camminata sotto il sole dell'una e mezza. 
Dopo aver salutato la nostra Andrea, iniziamo con le nostre escursioni; alle 16.00 del pomeriggio appuntamento per la Valle de la Luna.
Ci si trova davanti all'agenzia e subito scopriamo di avere una guida italiana dal forte accento vicentino, anche quando parla in spagnolo e inglese.
Quando siamo tutti, saliamo nel bus. Prima fermata, "las tre Marias", che in realtà ora sono due perché alcuni anni addietro un turista imbecille c'è salito sopra e ne ha rotta una. Oltre alle Marie al lato c'è una roccia a forma di pac-man e un porcello. Queste rocce sono evidenziate da un mare di sale sopra il terreno che le rende più visibili essendo loro di color marrone. 
Di fronte a queste sculture naturali ci sono delle dune di sabbia gigantesche una delle quali denominata "Duna Mayor"… Giulia è veramente affascinata da queste dune… Il paesaggio tutto attorno è incredibile, il bianco del sale si mescola al marrone del terreno e alle varie sfumature dei monti, denominati Cordillera  de la Sal.
Risaliamo a bordo e scendiamo poco più avanti per osservare l'Anfiteatro, un monte che per la sua forma ricorda appunto un anfiteatro. Da lì andiamo a visitare la grotta, dove ci sono vari residui minerali, sal gemma ecc.


Alla fine del tunnel saliamo in cima ad un monte e lo spettacolo è mozzafiato…






Dopodiché risaliamo nel mezzo fino ad arrivare alla Valle de Marte, chiamata così per il rosso delle rocce che ricordano appunto il pianeta più vicino alla nostra Terra. La Valle di Marte ormai è conosciuta come Valle de la Muerte a causa di un errore di traduzione del gesuita belga, Padre Guastavo Le Paige, figura di spicco che a partire dal 1955 ha portato a termine importanti studi archeologici e al quale è dedicato il museo archeologico stesso. Con il passare degli anni le varie agenzie turistiche hanno notato che chiamando la Valle in questione Valle de la Muerta si riusciva a vendere meglio il pacchetto, inventandosi addirittura giustificazioni per tale nome.  Querelle a parte,  Noi siamo sempre più affascinati da questo deserto… Sfortunatamente un soffio di vento fa volare via il nuovo cappello di Andrea, è veramente vicino ma la guida non gli da il permesso di raccoglierlo per paura che il nostro eroe cada dal precipizio… Peccato, l'aveva comprato alla mattina e non è nemmeno calato il sole che già lo deve abbandonare.
Ultima tappa un Mirador dove gustarsi il tramonto. Qui c'è una roccia sporgente a forma di coyote dove c'è la fila per farsi la foto; passiamo, non abbiamo voglia di fare i turisti scemi e cerchiamo un buon posto da dove poter guardare in pace il tramonto, che romantici!!!
Visto anche questo spettacolo ce ne ritorniamo a San Pedro, con gli occhi ancora pieni della meraviglia della natura…


Tornati in ostello ceniamo e ce ne andiamo a letto prestissimo con la speranza di addormentarci; domani c'è la visita ai Gayser e questo significa sveglia alle tre del mattino. Chiaramente, tra musica house del pub e gente che entra ed esce dalla stanza passiamo praticamente la notte in bianco…
Quando suona la sveglia entrambi dormiamo da non più di mezzora, vorremmo dormire altre 10 ore minimo, ma la voglia di scoprire questo luogo incantato ci da la forza di saltare dal letto. Alle 4 passate il bus ci viene a prendere, saliamo e ci riaddormentiamo, ci svegliamo a 4000 metri con meno 3.5 gradi… Intontiti scendiamo dal bus e come per magia dal suolo escono spruzzi d'acqua bollente abbracciati da fumi vaporosi, ragazzi che spettacolo!!! Passeggiamo intorno a questa forza della natura cercando un po' di calore dal vapore…


Al fine della visita ci viene servita la colazione con tanto di uova sode, panini con il formaggio e barrette di cereali e da bere cioccolata calda, caffè e tè…
Finito lo spuntino risaliamo nel bus con destinazione piscina termale!
Il paesaggio è più o meno lo stesso,ma dopo aver passato un bel po' di geyser, eccola la, piscina… ci cambiamo al freddo e al gelo però una volta entrati la sensazione è incredibile, potremmo restare ore dentro anche perché uscire, considerata la temperatura esterna, non è così gradevole. Non abbiamo scelta bisogna uscire, la guida ci chiama un paio di volte, Giulia si fa coraggio ed esce… A seguire Cardao… Mamma che freddooooooooo!!! Rivestiti corriamo verso l'autobus alla ricerca di un po' di calduccio…
Prima di ritornare a San Pedro facciamo l'ultima tappa al villaggio indigeno Machuca dove alcune famiglie vivono in teoria con l'allevamento di Vicuna (una specie di lama) , ma in realtà traggono un gran profitto dalle orde di turisti che ogni giorno visitano il loro villaggio, vendendo empanadas, infusi di erbe locali, bibite e una specie di spiedini alla griglia. 
Il villaggio è costituito da una decina di case, da un bagno pubblico a pagamento e una chiesa, sicuramente caratteristico, ma ci sono varie contraddizioni.
Rientriamo a San Pedro a mezzogiorno sotto la candela del sole, uno sbalzo climatico che ammazzerebbe un elefante, figuriamoci Noi che veniamo da una notte insonne… Prima di tornare in ostello facciamo un giro per la "Feria del jubilado" dove c'è di tutto, vestiti nuovi e usati, ferramenta, cellulari, banchi con cibo e molte altre cose. Il caldo ha il sopravvento e poco dopo demordiamo e andiamo nel giardino dell'ostello a mangiare e a riposare… Dobbiamo aspettare qui fino alle 19, ora di partenza del nostro autobus per Calama, per poi cambiare e proseguire per la città più a nord del Cile, Arica, dove tuttora non abbiamo un posto dove alloggiare. Non vogliamo pagare un altro ostello e quindi usufruiamo del wi-fi per cercare un couchsurfing normale dove passare un paio di notti. Un ragazzo che sembrava disponibile alla fine tira pacco, un altro personaggio, che poi scopriamo essere uno poliziotto,  ci dà l'ok ma prima vuole sapere i numeri dei nostri passaporti, noi logicamente non abbiamo intenzione di dirglieli e dopo uno serrato scambio di messaggi, non sappiamo ancora cosa fare. Siamo stanchi e in crisi, per fortuna una famiglia che abbiamo conosciuto durante le due escursioni ha pietà di noi e ci invita a pranzare con loro. 
Le ore sembrano non passare mai seduti su quelle sedie o buttati in una panchina di cemento, in più il problema dell'alloggio ad Arica ci infastidisce… proviamo a inviare un sms ad una coppia che ci aveva lasciato il numero ma che in teoria sono in vacanza fino al giorno del nostro arrivo. Lo sbirro insiste, si scusa, Noi anche se non abbiamo intenzione di accettare il suo invito lo teniamo in stand-by per non restare con il culo per terra.
Verso le 18 lasciamo definitivamente l'ostello, ci dirigiamo alla stazione degli autobus e pure lì ci mettiamo ad aspettare seduti per terra.
Una volta arrivati a Calama l'angelo della nostra amica Andrea è lì ad aspettarci con la cena al sacco, fantastica!!! Con i panini in mano arriva la svolta, la coppia di Arica risponde all'sms, ok, possiamo andare da loro, grosso respiro di sollievo!!! Salutiamo il nostro portafortuna con baci e abbracci…una  gran bella persona, l'ennesima di questo splendido viaggio.
Sul nostro caro mezzo di trasporto, mangiamo gli ottimi sandwich, Giulia si addormenta come un sasso, Andrea si gira e si rigira senza mai trovare la posizione, seconda notte insonne per Lui!!!

Durante il tragitto arrivano due sms, uno dello sbirro al quale non rispondiamo e l'altro di Lucia e Fabiàn, che ci danno le indicazioni corrette per arrivare alla loro casa. Perfetto, tutto risolto, le due anime pie ci accoglieranno anche alle 7 del mattino, la fortuna ci persegue!!! Daje!!!

1 commento:

  1. Un abrazo para ustedes, fue una maravilla para mi conocerlos, hicieron de mi fin de semana una aventura. Espero que pronto la vida nos vuelva a reunir. Éxito y que tengan un gran viaje.

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