lunedì 14 aprile 2014

Paso de los Libres - Uruguayana...l'ultimo confine

Arriviamo a destinazione alle sei del mattino dopo cinque ore di viaggio durante le quali abbiamo dormito come due sassi! Il primo collettivo per Uruguayana, la città di confine dal lato brasiliano, passa alle 7.30 per cui abbiamo tutto il tempo per bere un caffè, comprare le sigarette e avviarci alla fermata del bus. Le due città sono separate da un ponte dove si trovano le dogane, 16km in tutto, 4 pesos per andare da stazione degli autobus a stazione degli autobus. Prima di arrivare ai controlli vediamo che tutti gli altri passeggeri incominciano a nascondere dappertutto i vari acquisti, reggiseni, giacche per bambini, pezzi di carne…i prezzi in Brasile sono molto più alti e questo beh, questo è commercio clandestino di prodotti argentini a basso costo! Arrivati alla dogana, sotto indicazione dell'autista, scende solo Andrea per farsi timbrare entrambe i passaporti…due minuti e siamo già di nuovo in cammino senza il minimo controllo! Quando ormai siamo vicini al centro di Uruguayana ad Andrea si accende una lampadina…non mi sono fatto timbrare l'entrata in Brasile..EEEEHHHHHH!!!  Que boludo!!! E' una cosa talmente stupida che è anche inutile arrabbiarsi troppo, per fortuna le due città sono vicine e il bus per fare avanti e indietro costa poco! Ci facciamo lasciare in autostazione, compriamo il biglietto per Porto Alegre, tanto il primo mezzo parte alle 12.30 e abbiamo tempo, lasciamo gli zaini e torniamo alla frontiera per farci timbrare i passaporti…che testa madonna santa! Timbrati i passaporti con l'entrata in Brasile, nessuno ci controllo gli zaini, siamo liberi di passeggiare alla frontiera senza che nessuno ci dica niente...strane queste frontiere!
Arrivati a Uruguayana, avendo un sacco di tempo a disposizione, andiamo a fare una passeggiata nei dintorni alla ricerca di una banca! I chilometri che separano le due città sono solo 16 ma le differenze sono subito palesi; qui tutto sembra più nuovo, moderno e ben curato, tutte le persone sembrano gentilissime sempre con un sorriso sulle labbra e poi come parlano…da scompisciarsi dal ridere!!!

Alle undici torniamo in autostazione, ci mangiamo un panino, dato che poi per il resto del viaggio non mangeremo nulla, e aspettiamo il bus…ci aspettano le ultime 9 ore di viaggio in autobus della nostra breve avventura sudamericana!!!

Corrientes e il fiume Paranà

Il viaggio da Salta dura 14 ore, alle otto di mattina, quando arriviamo a Corrientes siamo decisamente intontiti, Giulia soprattutto che, al contrario del solito, non è riuscita a dormire quasi niente durante il viaggio. Non sappiamo ancora cosa fare in quanto fino ad ora nessuno ha saputo darci alcuna informazione in merito agli autobus che viaggiano per il Brasile, o per lo meno per Paso de Los LIbres, città di confine. Per fortuna abbiamo un contatto di couchsurfing con il quale siamo rimasti d'accordo che, se non dovessimo trovare un autobus diretto, possiamo passare una notte da lui. Ci beviamo un caffè e incominciamo a informarci alle varie agenzie…diretto per il Brasile non c'è nulla e per il confine ci sono solo due compagnie che viaggiano o alle 13.00 o all'una di notte, poi una volta arrivati là bisogna passare a Uruguayana, la città dalla parte brasiliana a 16 km da Paso de Los Libres e da lì..beh da lì si vedrà! Volendo potremmo anche prendere l'autobus delle 13.00 ma avendo chi ci ospita, ed essendo alquanto stanchi, approfittiamo per fermarci un giorno e conoscere anche questa città, in particolar modo vogliamo andare a passeggiare lungo l'enorme fiume Paranà! Mandiamo un messaggio a Eduardo, questo il nome del signore che si è offerto di ospitarci, e dopo cinque minuti viene a prenderci in autostazione; casa sua è vicinissima per cui si va a piedi. Fatte due spese veloci sotto casa ci sediamo in giardino e con un buon mate alla mano incominciamo a chiacchierare! Eduardo è una persona molto interessante, professore di aikido e massaggiatore shiatsu, è ancora alla ricerca di una sua spiritualità, o almeno questa è l'impressione che abbiamo; ha viaggiato molto e ha tanta voglia di parlare. Tra un racconto e l'altro è già l'una passata, lui deve andare a fare un massaggio, Noi ci prepariamo qualcosa da mangiare e ci buttiamo a riposare in divano, sfiniti! Il riposino si allunga di molto e quando usciamo per andare a fare due passi sono già le cinque passate! Prima di tutto andiamo in autostazione, Carla di Jujuy ci ha appena avvisato che potrebbe esserci uno sciopero generale dei mezzi, quindi andiamo a vedere se restiamo bloccati o meno…e infatti così è: giusto domani hanno proclamato uno sciopero e non viaggia nessuna compagnia…ma stamattina non c'è l'ha detto nessuno cavoli!! eh no non si sapeva ancora!! che cazzo!!  Sai che c'è, a questo punto ce ne torniamo a casa e andiamo domani a conoscere la città, anche perché Giulia appena usciti di casa ha accidentalmente tirato un calcio allo scarpone di Andrea e il mignolino le si sta già gonfiando tutto!! 
La sera arrivano anche altri due ragazzi di couch così accompagniamo Eduardo a prenderli e li aiutiamo con gli zaini; Ugo è messicano mentre Jen è inglese, si sono conosciuti lavorando sulla stessa nave da crociera in Australia e ora hanno appena iniziato il loro viaggio insieme! 
Eduardo ha classe dalla 20 alle 22 così noi quattro andiamo a fare la spesa e prepariamo una bella cenetta di ringraziamento…peccato per la scelta del vino che sia veramente pessima!
Il giorno dopo andiamo tutti insieme a fare una passeggiata per il centro della città la quale, bisogna dirlo, è alquanto bruttona; gli edifici sono tutti rovinati, le insegne dei negozi paiono degli anni 50, il cielo grigio e l'alto livello di umidità sicuramente non aiutano…ecco più che brutta diremmo decadente! Ci dirigiamo verso la Costanera, la via pedonale al lato del fiume, ci dividiamo due mega panini con la carne e proseguiamo la passeggiata fino a delle spiagge. Il fiume è enorme, spettacolare! 
Ci fermiamo un'oretta in spiaggia, vorremmo farci un bagno ma è permesso solo fino alla vita, probabilmente non essendo la stagione estiva non è presente il personale di soccorso e data la forte corrente del fiume preferiscono prevenire incidenti. Ci accontentiamo di inzupparci le gambe e di distenderci un po' sulla spiaggia incredibilmente giallo senape! 






Incomincia a piovere per cui ci avviamo verso casa…all'andata abbiamo preso per un pezzo di strada un remis ma al ritorno decidiamo di andare a piedi, dato che smette di piovere praticamente subito…ci metteremo un'ora e mezza abbondante passando per quartieri periferici e strade trafficate, decisamente non la migliore delle idee! La sera non c'è n'è voglia n'è soldi per permetterci di andare fuori, e in più riprende a piovere, solo che questa volta non smette e anzi si trasforma in un vero e proprio temporale! Meglio così, ci facciamo un'alta cenetta in casa, che ovviamente prepariamo di nuovo Noi due, e aspettiamo che arrivi mezzanotte per andare in autostazione a vedere se almeno di notte viaggia qualche autobus!

Eduardo ci accompagna in autostazione e ci aiuta con gli zaini, che angelo! Abbiamo un culo pazzesco perché giusto quando arriviamo sta per partire un autobus della compagnia Santa Lucia e, non essendoci nessuno a bordo se non Noi e un altro signore, l'autista ci fa pure le sconto e riusciamo a dormire belli distesi occupando due sedili a testa! 

Altro viaggio notturno, domani alle sei saremo al confine!




Salta la linda

Arriviamo a Salta nel primo pomeriggio dopo un ricco pranzo con la famiglia di Jujuy… Alla stazione degli autobus approfittiamo per fare il biglietto per Corrientes, lo acquistiamo per martedì alle 18.
Fatta anche questa prendiamo un taxi che ci porti a casa delle nostre due nuove ospiti, Carolina e Irina. Le due ragazze abitano un po' fuori dal centro, nella strada che porta a San Lorenzo, un borgo immerso nella natura pieno di ville. Il tassista non smette di parlare nemmeno per un secondo, tutto preso nel esprimerci i suoi pensieri sul perché l'Argentina stia vivendo una nuova crisi economica quasi si perde per strada, per fortuna abbiamo come riferimento per la sede di Canal 9 de Salta e alla fine riesce a portarci fino a davanti la porta di casa. 
Come sempre appena arrivati ci mettiamo a fare conoscenza con le persone che ci ospitano! Questa volta sono due ragazze giovani, dell'età di Giulia, Carolina ballerina di danza classica e Irina, professoressa. Si crea subito un buon ambiente e abbiamo tutti la sensazione di essere sulla stessa linea
d'onda. Verso le sei andiamo insieme a Carol in centro con la sua Fiat Uno rossa. Passeggiando per Plaza 9 de Julio, Carol ci mostra i vari edifici raccontandoci qualche aneddoto e un po' di storia come un vero anfitrione. Ci fermiamo ad un bar a fianco del teatro centrale, dove lei lavora, per berci una buona birra Salta. Salta, la città non la birra, è famosa per l'architettura coloniale spagnola ed è considerata una delle città più belle dell'Argentina, nel giro di un paio d'ore capiamo perché e siamo assolutamente d'accordo.

Chiacchierando ci rendiamo conto che Carol è una ragazza veramente molto interessante, un artista completa, oltre alla danza si dedica alla musica, in particolare ha un gruppo con altre due ragazze; nelle loro canzoni trattano argomenti a favore delle donne. Salta, infatti, è conosciuta per essere una città dove c'è un alto tasso di violenza sulle donne e il gruppo, Ajustemulabanda, così si chiama, cerca con canzoni, musica e spettacoli di sensibilizzare il pubblico.
Inizialmente, essendo una società alquanto maschilista, non venivano prese di buon occhio ma grazie alla qualità dei loro spettacoli sono riuscite a farsi conoscere, apprezzare e rispettare…ascoltiamo un paio di canzoni e bisogna dirlo sono veramente molto molto brave, oltre a toccare argomenti sensibili e, almeno per qui, innovatori. Dall'arte passiamo alla politica, società, religione, abbiamo idee comuni e soprattutto con Giulia si crea subito un legame, Carol è mossa da un'energia trasbordante e non ha nessun problema a esprimere esattamente ciò che pensa, anzi. 
Rientrati in casa conosciamo anche Luis, il ragazzo di Irina, che condivide la casa con loro. Anche lui è molto simpatico, lavora nei servizi pubblici ma la sua vera passione è la musica rock e da vari anni ha creato una radio online insieme  ad alcuni amici.
A cena si unisce a noi Sol, amica di Carol e componente del gruppo; pianifichiamo di uscire insieme per scoprire la vita notturna saltegna. Salta è conosciuta per essere una città molto viva, in particolare in via Balcarce, dove vi sono un bar dietro l'altro aperti tutto il giorno, ristoranti e discoteche. Prima di uscire andiamo a riposare un'oretta…qui prima delle due non c'è molta vita per le strade quindi tanto vale dormire un po' prima. Ovviamente ci addormentiamo tutti e quattro ma mentre le ragazze riescono a sentire la sveglia e uscire, Noi non riusciamo nemmeno a rigirarci nel letto. Negli ultimi mesi non siamo usciti un granché e ci siamo abituati a degli orari decisamente diversi, ancora di più nelle ultime settimane in fattoria, e poi le ragazze tra una cosa e l'altra escono alle tre…follia!!! 
La mattina dopo ovviamente le ragazze dormono fino a tardissimo e passeranno la giornata tra letto e divano…giustamente la domenica è giornata di reseca! Anche Noi facciamo le cose con gran calma e la mattina approfittiamo per aggiornare il blog con il quale siamo rimasti veramente molto indietro. Quando è l'una passata decidiamo di andare a mangiare qualcosa fuori e così approfittare per fare una passeggiata per la città. La strada per il centro è abbastanza lunga ma tutta in discesa per cui decidiamo di andare a piedi! Essendo domenica è quasi tutto chiuso e per le strade c'è pochissima gente…"la domenica è fatta solo per dormire e mangiare" ci aveva detto giustamente Irina…a Noi sono rimasti pochi giorni e non vogliamo sprecare nemmeno un minuto e quindi evviva la scoperta della città fantasma! Finalmente troviamo un posto aperto per mangiare qualcosa che non sia una empanada fritta…con l'amore di Andrea per la carne argentina non si può che ordinare una bistecca con insalata, che poi costa solo 70 pesos in due per cui daje con la carne. 
Camminiamo fino alla piazza centrale e da lì prendiamo la Florida, la via pedonale, ma è veramente tutto deserto per cui perde una parte del suo fascino. Grazie ad una dritta di Carol sappiamo che a Barlcarce c'è una fiera artigianale perciò facciamo dietro front e ci avviamo verso la zona indicataci. Attraversiamo bei viali alberati, varie piazzette con edifici palesemente coloniali e arriviamo alla fiera…la strada è stata chiusa al traffico per
l'occasione, ci sono molti banchetti con oggetti artigianali interessanti e diversi, è pieno di persone che passeggiano e finalmente ha iniziato a soffiare un po' di aria fresca…si sta veramente molto bene. Abbiamo camminato per quasi cinque ore per cui decidiamo di prendere l'autobus per tornare a casa; come ci è capitato in altre città argentine l'autobus si può pagare solamente con una tessera o con monete, un bene praticamente introvabile, per cui dobbiamo chiedere ai passeggeri del bus se qualcuno può prestarci la sua carta e venderci dei biglietti, per fortuna le persone sono sempre molto disponibili e riusciamo a fare il biglietto.
Tornati a casa, troviamo i ragazzi un po' rinati, Irina e Luis vanno addirittura a fare la spesa per cenare tutti assieme…coniglio con risotto al formaggio, da leccarsi i baffi!!
Lunedì mattina andiamo a visitare San Lorenzo; saremmo voluti andare a percorrere la camminata nel
bosco della quebrada ma ancora prima di raggiungere l'entrata del sentiero Giulia viene presa da uno dei suoi panici-causa-cani randagi…due enormi cani infatti incominciano a seguirci e nonostante i vari tentativi di depistarli, non ci mollano un secondo…malditos! Poco male prendiamo il primo bus che passa e ce ne torniamo in direzione Salta!
Scendiamo in centro e ci dirigiamo subito al mercato di San Miguel consigliato da Irina soprattutto per il cibo buono e a basso prezzo! Fa un caldo pazzesco, sia dentro che fuori il mercato ma riusciamo a trovare un tavolino attaccato ad un ventilatore; la maggior parte dei piatti sono di carne fritta e con i duemila gradi non ci fanno proprio voglia sicché ci prendiamo una pizza in due e morta là, che poi è pure buona. Il mercato in se purtroppo il primo pomeriggio è chiuso per cui non abbiamo l'occasione di gustarci a lungo i pittoreschi banchetti ma Andrea si consola subito andando a comprarsi una maglietta del Racing, squadra di calcio Argentina a cui si è appassionato da Esquel in poi…trova addirittura la maglietta con il numero 5, numero con il quale il nostro amico Danilo fanatico del Racing gioca da sempre.
Comprato il regalo al bimbo proseguiamo con la passeggiata ma fa veramente un caldo pazzesco, abituati al fresco dei monti l'umidità cittadina ci ammazza. Cerchiamo refrigerio a parco S. Martin, un grandissimo parco vicino alla seggiovia che porta in cima al monte che sovrasta la città. Proviamo a distenderci per riposare un po' ma siamo assaliti  da formiche e zanzare…meglio continuare a passeggiare, almeno tra ombra e qualche volata d'aria fresca si incomincia a respirare. Andiamo alla ricerca delle mitiche toppe per i nostri zaini ma senza alcuna fortuna, peccato perché a Giulia manca ancora la bandiera della Bolivia che sperava di trovare qui…toccherà comprarla in Italia jajajaja.
La sera Andrea sarebbe dovuto andare a giocare a calcetto con Luis ma salta la partita e così anche i piani di serata al femminile, decidiamo così di preparare una bella cenetta per i nostri simpaticissimi ospiti…Carol non può mangiare carne rossa e vorremmo prepararle del pesce ma non troviamo nulla per cui ripieghiamo su una cena vegetariana: melanzane alla parmigiana e ratatouille, buon vino rosso e conversazioni variate…si sta proprio bene. 
Martedì abbiamo l'autobus alla sera così la mattina andiamo a visitare il famoso Museo di Archeologia di Alta Montagna" di cui abbiamo sentito tanto parlare. 
Prima di andare al museo andiamo a fare un'ultima passeggiata e approfittiamo per gustarci il mercato nel pieno dell'attività. Con la nostra solita fortuna quando entriamo al MAAM ci viene comunicato che tra un paio di minuti inizierà la prima visita guidata della giornata…di lusso! Il MAAM è un piccolo museo  creato dal Governo della Provincia di Salta per conservare, studiare e diffondere  la scoperta. Prima di salutare la guida c'è tempo per qualche domanda e Giulia cogli l'occasione per esprimere un dubbio di cui avevano parlato precedentemente anche con Carol…questo tipo di scoperta non è sostanzialmente una profanazione di tombe?aver portato via i corpi di questi bambini non è una sostanziale mancanza di rispetto nei confronti della cultura e credenza Inca? La guida è molto brava e non si fa prendere in contro piede rispondendo che dopo questa spedizione la comunità archeologica è diventata molto più restrittiva, impedendo scavi di questo tipo e in questo senso la scoperta dei bambini di Lluillaiillaico è stata utile, per non parlare delle milioni di informazioni che si possono trarre dagli studi effettuati e che si continuano a effettuare.
del cosiddetti bambini del Lluillaillaico una delle scoperte archeologiche più importanti degli ultimi tempi e che data più di 500 anni. Nel marzo del 1999 una spedizione capitanata dall'americano Dr. Johan Reinhard, dopo molti anni di studi e varie settimane di scavi sulla cima del vulcano Lluillaillaico, a 4900 mslm, ha  ritrovato le mummie di tre bambini e vari oggetti offerti in dono agli dei. Le condizioni climatiche particolari del luogo, ovvero totale assenza di umidità e temperature bassissime, insieme al fatto che i tre bambini erano sotterrati e quindi al riparo della luce solare e intemperie, ha permesso una conservazione assolutamente perfetta; purtroppo una delle due bambine, soprannominata La Nina del
Nina del Rayo (google)
rayo, è stata colpita da un lampo che ha bruciato una parte del volto e dei vestiti ma gli altri due sono assolutamente intatti! Appena entriamo la guida ci spiega la storia del ritrovamento e il significato di queste offerte nella cultura Inca; questi bambini, infatti, non era sacrificati agli dei ma offerti in loro onore. Vi era la convinzione che non sarebbero morti ma semplicemente si addormentassero per incominciare un lungo viaggio che li avrebbe portati a diventare Dei loro stessi, i bambini infatti non mostrano alcun segno di ferite, strangolamento o soffocamento che sia; prima di essere posizionati nella buca creata appositamente venivano storditi con foglie di coca e chica (bevanda alcolica risultante dalla macerazione del mais) per cui semplicemente si addormentavano e morivano assiderati nel sonno. Nelle prima due sale sono esposti tutti gli oggetti ritrovati insieme ai bambini, piatti di ceramica, pettini, bambole, tutto è conservato assolutamente alla perfezione…la guida ci spiega i significati simbolici dei vari oggetti e le loro funzioni. Alla fine è esposto uno dei tre bambini ritrovati; data la delicatezza di queste mummie non possono essere esposti tutto l'anno, seppur dentro una capsula pressurizzata con luci particolari vi è comunque il rischio di rovinarle, ecco perché ogni quattro mesi vengono rotati in modo tale che vi sia sempre una mummia fuori e le altre due passino gli altri 8 mesi al buio completo. Il bambino è perfettamente conservato, ma con perfettamente intendiamo perfettamente…ha ancora la pelle rosa è impressionante! Ovviamente non si possono fare foto ma vi consigliamo di dare un'occhio alle immagini che si trovano sul sito per farvi un'idea http://www.maam.gob.ar/.
Fuori dalla sala principale sono esposte altre foto e dati riguardanti la spedizione e in una sala è esposta
Reina del Cerro
anche un'altra mummia di una ragazza, questa molto male conservata, peggio profanata negli anni prima che finisse nelle giuste mani…la Reina del Cerro, questo il nome che è stato dato alla mummia, viene usata da monito per il rispetto e la corretta conservazione di questi ritrovamenti. Che dire, se vi trovate a Salta consigliamo assolutamente una visita a questo interessantissimo museo…ricordate che apre alle 11.00 di mattino e le visite guidate iniziano solo dopo le 12.00!
Ultima passeggiata per le animate strade cittadine e torniamo a casa; mangiamo un boccone, tanto per cambiare sistemiamo gli zaini e verso le cinque Carol ci accompagna in macchina in autostazione…ci avviamo verso l'ultima tappa Argentina!
Ci sono piaciuti moltissimo questi giorni a Salta, bella la città, vivo l'ambiente e veramente molto simpatiche ed interessanti Carol e Irina…a giugno viaggeranno per l'Europa…le aspettiamo con ansia a Venezia.




domenica 13 aprile 2014

San Salvador de Jujuy

Arriviamo a San Salvador de Jujuy comodamente accompagnati in macchina da Osvaldo e consorte… Durante il viaggio di poco più di un ora mandiamo un sms a Carla, la ragazza di couchsurfing che ci ospiterà per 3 giorni nella casa dei suoi genitori, la quale ci avverte che viene a prenderci in macchina alla stazione degli autobus… Che ben!!! 
La casa dove vive questa famiglia è un po' lontana dal centro della città, ai piedi di un monte in un quartiere nuovo… La casa è grande, con giardino, taverna per pranzi in compagnia e la bellezza di 4 cani: Valentin,  il più piccolino ed Emma possono stare dentro casa,  Fido e Budin rimangono in giardino tutto il giorno altrimenti fanno danni.
Ci accomodiamo in una camera tutta per noi al secondo piano e iniziamo a chiacchierare con Carla mentre facciamo conoscenza con i cani… poco dopo usciamo tutti insieme a fare una prima passeggiata in centro dove incontreremo anche mamma Marcela. 
Jujuy non è nulla di speciale architettonicamente parlando, ma è stata eletta una tra le città più vivibili dell'Argentina; circondata da montagne verdi, a soli 19 chilometri da un'area termale naturale, porta d'accesso alle colorate Quebradas della regione è una tranquilla cittadina con tipica piazza centrale dove si trova il palazzo del governo, una via pedonale per le compere, un paio di parchi e una popolazione che trascorre in serenità le proprie giornate.
Ci incontriamo con Marcela in piazza; Noi abbiamo bisogno di usare internet e così approfittiamo per condividere una birra in uno dei bar centrali. Entrambe le donne di casa ci fanno subito simpatia, sono molto gentili e solari; la famiglia è stata per vari anni volontaria di AFS, un'associazione che si occupa di interscambi culturali per giovani di tutto il mondo, per cui sono abituati a ricevere ragazzi di varie nazionalità; hanno viaggiato e conosciuto molto anche loro e sono piene di interessanti e divertenti aneddoti. Continuiamo la chiacchierata mentre andiamo a fare la spesa per il pranzo di domani; il 2 Aprile, infatti, è il giorno in memoria delle vittime nella guerra delle Isole Malvinas, festa nazionale, ed è in programma un pranzo con amici. 
Tornati a casa abbiamo il compito di fare la pizza, da buoni italiani con la passione per la cucina dobbiamo esaudire i desideri culinari delle persone che ci aprono le porte delle proprie case come facessimo parte della famiglia. 
Verso le sette torna dal lavoro il padre, Gustavo, ingegnere civile, instancabile lavoratore , proprietario di una impresa, ma che sa godersi i momenti di riposo, veramente molto simpatico e pieno di curiosità per il mondo.
La pasta della pizza è lievitata un sacco e vengono una serie infinite di pizze… Gustavo apre un ottimo vino rosso e continuiamo a fare conoscenza con questa famiglia veramente adorabile; dopo tanto tempo ci sentiamo come in famiglia, con una mamma, un papà e una sorella nuova che ci coccolano… 
Sfiniti ce ne andiamo a letto e domani...ASADOOOOOO!!!!
La mattina, come spesso accade, Giulia di sveglia presto mentre Andrea riesce a ronfare fino a tarda mattinata! Aiutiamo nei preparativi per il banchetto e Andrea da mostra delle sue doti da barman improvvisando un ottimo  aperitivo con ciò che trova in casa. Quando arrivano i tre amici invitati per il pranzo e si incomincia ad arrostire la carne sulla parrilla Giulia e Marcella sono già belle chiacchierine…si vede che l'aperitivo era più forte di quello che sembrava jeje Passiamo praticamente tutto il pomeriggio in taverna a deliziarci della succosa carne e dell'ottimo vino; le conversazioni sono varie, si passa da interessanti discorsi socio-politici a divertentissimi aneddoti che fanno lacrimare dal ridere…alla fine siamo tutti strapieni e soddisfatti, salutiamo gli ospiti e via a riposare con un bel filmetto! Alle nove di sera tutti, tranne Giulia, hanno il coraggio di rimettersi a mangiare gli avanzi del pranzo mentre ci guardiamo Harry Potter alla tv…veramente come fosse una domenica di Pasqua in casa!!
Bello bellissimo il dolce far niente ma non per troppo tempo, soprattutto per Giulia che ha sempre bisogno di fare qualcosa. Il giorno dopo, quindi, ci svegliamo molto presto e usciamo con Marcella che deve andare al lavoro alle otto…dopo varie settimane di sciopero nazionale dei professori per ottenere un aumento di stipendio è arrivato il primo giorno di scuola! Piccola digressione: i professori hanno manifestato rivendicando un aumento salariale di almeno un 30%, dopo quasi venti giorni di blocco delle lezioni e manifestazioni in tutto il Paese sono riusciti ad ottenere l'aumento, lo stipendio minimo di un docente ora è di 5 mila pesos al mese, ovvero meno di 500 euro!!


Tornando a Noi; ci facciamo lasciare alla stazione degli autobus e prendiamo il primo mezzo che troviamo con direzione Purmamarca. Questa è una delle località della zona maggiormente visita grazie al famoso "cerro de los siete colores", monte dai sette colori, conosciuta anche come "tavolozza del pittore". Alle dieci siamo già a Purmamarca, il paesino è uno dei più piccoli che abbiamo incontrato nella valle ma estremamente ben curato con una piazza veramente coccola, la vera attrazione però è come dicevamo il monte alle spalle del paese stesso. Dopo aver girovagato meno di mezzora per il paese ci avviamo alla camminata che è stata creata per poter costeggiare i monti e apprezzarne le sfumature cromatiche! La giornata purtroppo
non è delle migliori per cui non tutti i colori sono ben visibili dato che ovviamente dipende anche da come si riflette il sole sui minerali, ma riusciamo comunque a goderci lo spettacolo…e che spettacolo!
La varietà dei colori è il prodotto dell'accumulazione di sedimenti di bacini marini e continentali in centinaia di milioni di anni: si possono apprezzare i grigi, verdi, viola, rosa e bianchi corrispondenti a rocche sedimentarie marine di 600/500 milioni di anni; il grigio chiaro e il giallo delle arenante argillose e le varie sfumature di rosse corrispondenti a sedimenti più recenti! Sembra veramente che qualcuno abbia preso un pennello e accuratamente dipinti i monti è una visione splendida!!


A mezzogiorno e mezzo siamo di nuovo in paese, fatalità vediamo passare davanti a Noi un autobus con direzione Jujuy e approfittiamo per prenderlo al volo, non vale la pena fermarsi di più e il prossimo autobus sarebbe tra più di un'ora. Quando arriviamo in capitale Carla sta giusto per muoversi per tornare a casa così ci incontriamo e andiamo insieme in macchina…che cul! Neanche a dirlo Andrea dopo un abbondante pranzo a base di stufato di pollo si butta a letto per fare un "riposino"…passate due ore abbondanti Giulia è proprio stufa per ciò sveglia il ghiro e lo obbliga ad andare a fare due passi! 
La sera andiamo a letto molto presto; abbiamo accettato di accompagnare Gustavo ad una miniera che deve andare a visitare per lavoro e dovremo svegliarci alle 5 del mattino dato che la mina in questione si trova a 5 ore di macchina da Jujuy! Andrea ovviamente era inizialmente restio ma pare che il panorama della zona sia imperdibile e perdere un'occasione del genere sarebbe da sciocchi! Puntuali come svizzeri alle cinque siamo già in marcia, destino finale Pirquitas, un paesino di minatori a 4271 mslm, una delle località più elevate di tutta l'Argentina.
Incredibilmente riusciamo a restare svegli per le cinque ore di macchina che servono per raggiungere la località, vogliamo tenere compagnia a Gustavo e gli incredibili paesaggi che attraversiamo ci aiutano notevolmente mantenendo vivo il nostro interesse. Passiamo davanti anche al
famoso "Espinazo del Diablo", altro coloratissimo monte che si trova vicino alla località di Tres Cruces e che non avevamo avuto l'occasione di apprezzare durante il viaggio da La Quiaca a Tilcara!
Una volta arrivati a destinazione il lavoro che deve svolgere Gustavo consiste nel controllare la zona dove è stato richiesto il suo intervento, ovvero lo spianamento di un cammino che dal paesino porta ad una vecchia miniera che si vorrebbe rimette in funzione. Contribuiamo scattando varie foto alla strada mentre ci gustiamo l'incredibile spettacolo che abbiamo la fortuna di conoscere. In poco meno di mezzora abbiamo già finito il lavoro e ci rimettiamo in strada per tornare a casa;
Gustavo ci propone di percorre un'altro cammino, è un po' più lunga ma questo ci permetterà di visitare anche altri luoghi e Noi ovviamente ne siamo entusiasti…vediamo dei posti veramente stupendi, assolutamente incontaminati, la rara bellezza della natura interrotta solamente da qualche casa qua è là e lama a non finire. Per di più abbiamo percorso più di un centinaio di chilometri della famosa Ruta 40, vera passione di Andrea.

Torniamo a casa che siamo stanchi morti ma più che soddisfatti della nostra scelta, ancora una volta abbiamo assistito all'opera della Terra e ne siamo rimasti estasiati.


La mattina dopo dormiamo fino a tardi per recuperare le ore di sonno; sistemiamo gli zaini per l'ennesima volta, pranziamo per l'ultima volta con questa famiglia dal cuore immenso e alle due è mezza prendiamo l'autobus in direzione Salta!

Chacra Don Juan

Siamo all'ultima esperienza in una fattoria come volontari, ultimo wwoof, prima di intraprendere lentamente la via per l'Italia…


A Tilcara, Don Juan e la sua compagna Monica ci vengono a prendere, saliamo nella 4x4 e ci dirigiamo verso Juella, prima di arrivare al paese accompagniamo la signora casa sua e proseguiamo. Pochi km di ripios e siamo in paese, qualche casa, un paio di minimarket, coltivazioni di mais e nulla più… Interessante e splendido è il "Cerro Amarillo", un monte costituito di pietra gialla tutta frastagliata, che fa da contorno al paese. Qui la strada finisce, continuiamo nel letto del fiume Juella; l'acqua ora è poca e ci permette di passare facilmente con il pick-up di Don Juan… Tutti ballonzolanti  arriviamo finalmente alla fattoria.

Don Juan ci presenta Osvaldo, il suo fido lavoratore, e comincia a darci alcune notizie insegnandoci la sua proprietà… Noi ci guardiamo intorno, increduli, i monti sono bellissimi pieni di cactus giganteschi.
Lasciamo gli zaini nel nostro appartamento, perché di appartamento si tratta, con tanto di pareti colorate di rosso, giallo e verde, due camere con dei comodi letti matrimoniali, cucina, e sala con divani… 
Iniziamo a percorrere la proprietà: coltivi di mais, cayote (frutto tipico di queste regioni, esteticamente simile all'anguria e dal sapore che ricorda una zucca dolce, con il quale però si possono fare solo marmellate) patate, zucca, fave; alberi di mele, pere e pesche; e infine campi sterminati di Alfalfa, alimento per i due cavalli Lobruno e Pampa. I nostri compiti principali saranno: sradicare tutte le piante infestanti e le erbacce dell'orto; raccogliere le patate, il mais e le mele; occuparci dei cavalli portandoli nel recinto a mangiare durante il giorno e rilegarli al loro albero per la notte; essiccare le pesche della stagione passata preventivamente congelate da Don Juan ; cucinare marmellata di pesche e cayote; aiutare Osvaldo nell'irrigazione e in generale occuparci di tutti i vari piccoli compiti di una fattoria. 
Pranzetto veloce con gli avanzi del giorno prima e andiamo a pulire e sistemare la casa. Può sembrare sciocco ma dopo quasi due mesi di peregrinare sfrenato è piacevole svuotare gli zaini per mettere i nostri vestiti dentro a dei cassetti e sistemare i nostri pochi averi in modo da creare un ambiente che possiamo chiamare "casa". 
Don Juan ci comunica che entro pochi giorni andrà a visitare i figli a Entre Rios per poi proseguire il viaggio verso sud per circa un mese, perciò resteremo alla fattoria da soli con Osvaldo che, ovviamente, continuerà a venire tutti i giorni per lavorare…evidentemente ispiriamo proprio fiducia se le persone continuano a lasciarci in mano le loro proprietà.

Il giorno dopo la sveglia suona alle 7.30, come sarà per il resto della nostra permanenza…si incomincia a lavorare. Don Juan starà via tutta la giornata, deve occuparsi di alcune faccende, e Noi incominciamo a svolgere le nostre mansioni. Nel pomeriggio Andrea va con Osvaldo a capire il sistema di irrigazione: tutta l'acqua utilizzata proviene dal fiume, è acqua minerale, pulitissima dato che scende direttamente dai monti senza incontrare luoghi abitati né pascoli di animali; filtrandola dai residui di terra e sabbia si potrebbe anche bere o usare per la cucina ma dato che vi è anche un pozzo collegato ad una cisterna non è necessario. L'irrigazione più che altro è un allagamento; Osvaldo ha creato una miriadi di piccoli canali all'interno della proprietà dove, grazie a deviazioni o chiusure con sabbia e sassi, l'acqua può scorrere più o meno intensamente e arrivare alle varie coltivazioni. Andrea ascolta e impara il funzionamento, estasiato da un sistema tanto semplice ma efficace…che c'è di meglio che giocare come un bambino spostando sassi per creare dighe temporanee sapendo al contempo di compiere un lavoro essenziale per la fattoria. Giulia nel frattempo si dedica alle pesche congelate. Don Juan non vende nulla di ciò che produce, economicamente non ne ha bisogno essendo proprietario di un edificio a Tilcara dove sono presenti vari negozi di artigianato, sicché dopo il periodo del raccolto si ritrova con grandi quantità di frutta o verdura che sia che conserva per i periodi di magra. In particolare le migliaia di pesche che produce le usa per fare marmellata o le essicca, quest'ultime altro non sono che pesche spelate, tagliate a fette grosse e lasciate seccare dentro un forno solare, senza nessuna aggiunta di zucchero o miele o altro. L'anno passato probabilmente non ha avuto tempo, o voglia che sia, di seccare tutte le pesche raccolte e le ha così congelate all'interno di un enorme freezer. Prima che sia periodo della nuova raccolta di pesche bisogna incominciare a svuotare il freezer per lasciare spazio alle nuove. Giulia è inizialmente contenta nel sentire che potrà occuparsi anche della produzione di dolci ma poi scopre che il lavoro dell'essiccamento è una vera rottura di palle…scusate l'espressione. Non è tanto il lavoro in se il problema ma il fatto che per poter lavorare al meglio non bisogna aspettare che le pesche si scongelino completamente se no diventano troppo mollicce e acquose, ciò implica sostanzialmente congelarsi le mani!! In aggiunta le miriadi di mosche che svolazzano per i monti sembrano essere tutte attratte dal profumo del frutto e riunirsi sul tavolo da lavoro! Per fortuna nei giorni seguenti anche Andrea si metterà sotto e in due riusciremo a preparare un centinaio di pesche al giorno. 
Il resto della settimana scorre tranquilla. Sabato, giorno di riposo, ci dedichiamo alla lettura, il sole, il relax puro; ci immergiamo nei suoni e colori della natura sentendo che il nostro spirito si riempie di pace e serenità…bisogna farne una bella scorta dato che entro breve dovremo tornare ad una vita convenzionale con tutto lo stress e l'intossicazione che ne consegue. Domenica Don Juan deve andare a Tilcara e Noi approfittiamo per scendere insieme a lui, nelle prossime settimane avremo ben poche occasioni di muoverci e vogliamo approfittare per andare a visitare Humauaca, un paesino ad una
quarantina di chilometri da Tilcara verso nord. Humahuaca è molto carino, nulla di più di una piazzetta centrale, varie case, tipico mercato locale, e una bella scalinata con tanto di sculture che dà su un incredibile monte colorato.


Lunedì Don Juan va via di nuovo, deve sbrigare "in capitale", ovvero San Salvador de Jujuy, le ultime faccende prima di partire e così approfitta per farci le spese alimentari per le prossime settimane e per comprare le pastiglie di Andrea, ovviamente introvabili in un paesino come Tilcara. Nel frattempo arriva Oscar, un macchinista ingaggiato per effettuare dei lavori con la ruspa lungo tutto il fiume Juella in modo da rinforzare le barriere delle fattorie ed evitare inondazioni durante i periodi di piena. Nei prossimi giorni lavorerà nella zona della nostra fattoria per cui si fermerà a dormire e mangiare con Noi.
La sera prepariamo la pizza in casa per tutti, ovviamente cucinata in forno a legna; vengono anche Monica, la compagna di Don Juan, e una loro amica. Mentre mangiamo si avvicina sempre una più una gattina che Don Juan ci dice essere apparsa nei dintorni da qualche mese, ma senza mai avvicinarsi troppo; sarà che sente quanto amiamo i gatti, fatto sta che nel giro di un paio d'ore è già attorno alle nostre gambe a farsi accarezzare. Burgues, questo il suo nome da "borghese", diventerà la nostra gattina da compagnia per le prossime settimane. Addirittura vengono stappate due bottiglie di ottimo vino rosso; si chiacchiera e si mangia fino a quando la temperatura si fa troppo bassa per continuare a restare all'aria aperta. 
La mattina dopo dovrebbe essere il giorno della partenza di Don Juan e compagnia bella ma al risveglio si scopre che una delle ruote della macchina è bucata…bisogna andare a comprare un'altra ruota e sistemare la macchina…partenza rimandata e varie maledizioni di Don Juan che non solo non può partire ma deve sborsare una bella cifra per la ruota e vedere ulteriormente ritardati i lavori davanti alla sua proprietà…la settimana prima, infatti, avevano dovuto bloccare tutto a causa di una malattia del macchinista in questione. A pranzo si uniscono a noi altri due signori, responsabili della supervisione dei lavori, uno dei quali si fermerà un paio di giorni in fattoria per controllare i lavori. Incazzature e frecciatine a parte, tutto si risolve piuttosto facilmente,  il giorno dopo Don Juan è libero di partire più o meno serenamente, e a Noi non dispiace avere un po' di compagnia.
La sera dopo ci sbafiamo un "Asado de Civo" (carne di capra alla brace) insieme agli operai…come si suol dire quando il gatto non c'è, i topi ballano La carne è molto particolare, un po' selvaggia, buona ma niente a che vedere con la prelibata carne di mucca di queste terre…
Nei due giorni seguenti gli operai, nonostante si fermino a mangiare e a dormire da noi, non lavorano nell'area antistante alla fattoria ma proseguono davanti ad un'altra proprietà; Osvaldo s'arrabbia perché non erano questi i patti e gli dice che se vogliono fermarsi a dormire va bene ma non potranno più mangiare se non eseguiranno il lavoro assegnatogli da Don Juan. In risposta i signori decidono di andare a dormire in ostello a Tilcara, a Noi dicono che torneranno la prossima settimana per finire i lavori ma non li vedremo più. 
Tornati soli la nostra vita campestre scorre tranquilla e serena. Osvaldo non viene proprio sempre, a volte approfitta per restare a casa il pomeriggio o per venire un paio d'ore più tardi la mattina, altre volte non viene affatto…capiamo, giustamente si prende un po' di riposo approfittando che ci siamo Noi a seguire con le faccende dato che di solito fa sempre tutto da solo. 
Le giornate scorrono, proseguono i lavori, prima è il momento di raccogliere le patate, poi le mele, le prime pannocchie e i cayote. Per la raccolta dei cayote viene ad aiutarci anche la mogie di Osvaldo, i frutti sono tantissimi, nascosti tra le foglie della pianta, praticamente uguale ad una pianta di zucchine, e soprattutto sono pesantissimi per cui ci vuole un bel po' di tempo e molta cura dato la loro delicatezza; se per caso prendono un colpo, infatti, si ammaccano e marciscono internamente, vanificando completamente tutto il lavoro. 
Un momento di grande gioia per Andrea sarà la raccolta delle pannocchie, non tanto per l'attività in se ma per la possibilità di mangiare choclo (pannocchie appunto) a qualsiasi ora del giorno come fossero caramelle, così i suoi spuntini da due diventano quattro.
Oltre alla raccolta del mais per due giorni ci dedichiamo alla raccolta delle mele, 5 alberi pieni zeppi di frutti... Quelle in basso sono facili da raccogliere, per quelle in alto invece usiamo o una scala per quelle esterne o ci arrampichiamo per quelle che sono all'interno dei rami. All'inizio è divertente poi alla lunga comincia a essere stancante però di certo non demordiamo e alla fine riempiamo 7 casse strapiene di mele, non male...
A tempo perso continuiamo a sradicare le piante con i fiorellini gialli, una vera e propria plaga per il terreno, l'idea è toglierle tutte per poi poter coltivare... quindi ci armiamo di piccone e buona volontà e al lavoro!

Nei giorni liberi andiamo a fare qualche passeggiata nei dintorni o ci rilassiamo nei prati, sostanzialmente godendo della natura e della tranquillità. Siamo sempre più convinti che uno stile di vita di questo tipo, a perenne contatto con la natura, di lavoro duro ma che riempie di soddisfazioni, dove i piccoli piaceri assumono nuovi valori e i cibi della terra nuovi sapori, sia ciò che fa per Noi.
Il nostro idillio viene temporaneamente interrotto dall'emergenza pastiglie di Andrea. Don Juan, infatti, aveva trovato solamente una scatola piccola che basta per poco più di quindici giorni per cui è necessario comprarne delle altre. A Tilcara non solo non le avevano ma 3/4 giorni dopo averle ordinate ci dicono che è impossibile farle arrivare da un'altra città…e moh che si fa?! tocca andare a Jujuy e sperare di trovarle là. Il viaggio di andata e ritorno per Jujuy costa circa 100 pesos, può sembrare una bazzecola ma ormai i nostri averi sono veramente allo strenuo e una spesa non calcolata, seppur minima, diventa una vera difficoltà. D'altronde non c'è scelta, o si o si bisogna comprare le medicine per cui decidiamo che Andrea andrà da solo in modo da risparmiare e per fortuna Osvaldo si offre di accompagnarlo in moto fino a Juella così da evitare che si faccia un'ora a piedi all'andata e al ritorno e ritorni prima dalla sua tata. Mentre Andrea affronta il caos della città alla ricerca delle sue medicine, Giulia resta da sola dato che Osvaldo decide di restare in paese e, ovviamente, succede il finimondo. Pampa, uno dei due cavalli, il più grosso, riesce a spezzare il ramo dell'albero a cui è legato e incomincia a correre per la fattoria con il ramo stesso inevitabilmente ancora legato. O CAZZO!!! Giulia inizialmente inizia a correre dietro il cavallo ma senza ottenere nessun successo…d'altronde come si può pensare di poter correre più veloci di un cavallo, ancora di più se in stivali da lavoro e a 2500 mslm…neanche Giulia fosse sta gran atleta oltre tutto. Dato che con il fisico non c'è nessuna possibilità di vincerla scatta l'ingegno…grazie a una borsa piena di foglie di mais, di cui i cavalli vanno ghiotti, la nostra eroina riesce ad attirare Pampa fino ad un grosso albero al quale lo lega con triplice nodo. Purtroppo poco dopo sia il "genio" che la bestia si rendono conto che l'albero è decisamente troppo vicino alla balla di alfalfa, altro piatto forte per i cavalli. Tocca slegarlo e cercare di legarlo ad un altro albero prima che distrugga le scorte invernali! C'è bisogno di dirlo?? nel momento in cui viene slegato Pampa incomincia a correre di nuovo trascinandosi dietro la poveretta che finisce in mezzo ad una bella pozza di fango…la scena è talmente ridicola che Giulia scoppia a ridere da sola! Quasi non riuscendo a crederci lei stessa, riesce a riacciuffare la bestiaccia ma non riesce a portarla ad un altro albero, poco male fa un doppio giro della corda e poi se riuscirà a mangiarsi l'alfalfa non morirà nessuno…"d'altronde mi hanno lasciata qui da sola senza che abbia la minima esperienza con i cavalli" è l'auto-giustificazione! 
Una volta tornati Andrea e Osvaldo ci si fa una grossa risata tutti insieme, anche perché, per fortuna, Pampa non s'è mangiato troppa alfalfa. Al contrario è Andrea a portare le cattive notizie; non avendo trovato nessuna farmacia che avesse le pastiglie ha solamente potuto ordinarle e ciò significa che lunedì o martedì al più tardi dovrà ritornare per prenderle dato che l'altra scatola finirà. Ci si consola con una cena a base di carne alla brace, pane fatto a mano da Giulia e ovviamente del vino rosso, che con un buon asado non può mai mancare!
Passiamo un paio di giorni a chiederci come organizzarci al meglio; i patti erano di andare via venerdì e non ha molto senso che Andrea faccia su e giù martedì spendendo altri soldi per poi andarcene via definitivamente dopo due giorni; certo è vero che tre giorni in più in città può significare spendere soldi, e in più non sappiamo se il nostro contatto di couchsurfing possa ospitarci prima e per quanto tempo…come perdersi in un bicchier d'acqua. Dopo tanto esserci arrovellati il cervello la soluzione arriva, semplice e quasi da sola : Osvaldo martedì deve andare a Jujuy per visitare un parente e si offre di accompagnarci così da farci risparmiare il viaggio in autobus e la famiglia del couch ci dice che possiamo tranquillamente andare lì prima e fermarci quanto vogliamo! Allo stesso tempo il motore che pompa l'acqua dal pozzo smette di funzionare lasciandoci così pochi giorni a disposizione con acqua potabile…sembra quasi un segno che ci indichi di andare via prima, poco importa se meno di 24 ore più tardi la pompa riprenda a funzionare, ormai la decisione e gli accordi sono stati presi.
Quando è il momento di partire siamo tristissimi, non solo stiamo salutando l'ennesimo luogo stupendo dove abbiamo avuto la grazia di soggiornare, ma sentiamo anche che la fine della nostra avventura si avvicina sempre di più…cerchiamo, come sempre, di racchiudere dentro di Noi le immagini e le sensazioni che ci hanno donato queste terre per farne tesoro e ricordare nei momenti duri! Ciò che è certo è che ci sentiamo baciati dalla sorte.