domenica 6 aprile 2014

Copacabana...un'altra frontiera

Dopo 8 ore di autobus intorno alle 7 del mattino arriviamo a pochi km dalla frontiera tra Perù e Bolivia, siamo gli unici a scendere dall'autobus e veniamo accolti da una signora che ci accompagnerà fino alla frontiera. Aspettiamo l'arrivo di un'altro bus da dove scendono altri due ragazzi e tre ragazze, pure loro sono diretti a Copacabana. Pochi minuti più tardi arriva un minivan dove saliamo tutti, signora compresa, che ci porta fino a pochi metri dalla frontiera che passeremo a piedi… Cambiamo i  Soles rimasti in Bolivianos, questo il nome della moneta Boliviana. Ci incamminiamo per questa piccola stradina, varchiamo una porta e siamo in Bolivia, controllo doganale ridicolo e via a prendere un altro mezzo con i soldi lasciatici dalla signora che nel frattempo avevamo salutato. Più che folcloristico come passaggio di frontiera.
In pochi minuti siamo al centro di Copacabana. Nel mezzo abbiamo fatto conoscenza con due ragazzi italiani e insieme ci dirigiamo verso un ostello, siamo stanchi e scegliamo il primo che incontriamo, "Olas de Titicaca", una doppia con bagno in camera e prima colazione a 80 bolivianos a notte, più o meno 11 €…
Piccola siesta e giù a conoscere questa cittadina che dà sul Lago Titicaca. Ci avviciniamo al porto con il dubbio se fare oggi o domani l'escursione che abbiamo in mente di fare, Isla del Sol… Ricevute alcune informazioni da un signore al porto decidiamo di andare domani. Quindi torniamo all'ostello ci cambiamo le scarpe e riusciamo rapidamente, visto che non navigheremo oggi nel lago abbiamo in mente di visitare la città e il suo "Cerro".
Prima di pranzo facciamo un giretto, visitiamo la Chiesa e la piazza principale, per le strade i bambini danzano e giocano con palloncini d'acqua e schiuma, è Carnevale e loro hanno la fortuna che faccia estremamente caldo.
Percorrendo le stradine di Copacabana cerchiamo pure un locale dove mangiare, notiamo che la maggior parte dei ristoranti hanno un ragazzo all'esterno per accalappiare clienti, e sono quasi tutti argentini, ci emozioniamo ad ascoltare il castigliano parlato dagli argentini e quindi scegliamo proprio il ristorante anche in base alla simpatia del ragazzo che troviamo ad accoglierci. Per di più pranziamo all'aperto: un menù con la classica zuppa come primo e un secondo piatto composto da un quarto di trota, riso e patate a 20 boliviano. Ci concediamo pure un birretta fresca in due, la scelta cade sulla Pacena, una birra nazionale.
Mentre sorseggiamo la nostra bevanda preferita vediamo passare Diana la ragazza colombiana che abbiamo conosciuto di ritorno da Machupicchu, due parole scambiate in velocità e chissà che non ci si riveda. 
Con la pancia piena decidiamo di andare al "Calvario", un monte rappresentante la Via Crucis di Gesù.
Noi che non siamo poi così cristiani andiamo per vedere dall'alto questa cittadina… arrivati in cima ci gustiamo lo splendido panorama, il piccolo porticciolo che dà sul maestoso lago…Ce ne stiamo lì seduti ad ammirare questo spettacolo e poi scendiamo per un sentiero alternativo consigliato dal ragazzo del ristorante, non molto semplice a dire il vero, soprattutto in discesa, ma Noi, caparbi, alla fine ce la facciamo…
Sosta al molo contemplando il Lago Titicaca, prima di andare a raccogliere informazioni sull'escursione… giriamo alcune agenzie, i prezzi sono gli stessi e quindi scegliamo di acquistare il biglietto dalla signora che meglio ci ha spiegato il percorso all'interno dell'Isola del Sole… Diciamo che la maggior parte delle persone soprattutto quelle nelle agenzie non sono troppo simpatiche e loquaci, sembra che si scoccino ad ogni domanda che gli viene rivolta… Fatta anche questa andiamo al mercato a comprare del cibo da cucinare all'ostello, non possiamo permetterci di cenare fuori e il cielo si sta rapidamente oscurando. Anche questo mercato è pieno di colori e odori più o meno gradevoli e all'esterno di esso ci sono donne che vendono vari tipi di cibi tipici, la maggior parte fritti… questi ristoranti improvvisati ai lati della strada sono presi d'assalto soprattutto dagli abitanti del luogo però ci sono anche vari turisti che si arrischiano a mangiare lì, diciamocela tutta, se non fossimo stati male i giorni precedenti saremmo pure Noi lì a mangiare quelle tipiche sozzerie…
Rientriamo in ostello e troviamo tutti i nostri vestiti appena lavati dal personale stesi tra divani e ringhiere di fronte la nostra camera, incredibile la maniera di far asciugare i panni dei clienti.
Quando ce ne andiamo a cucinare la nostra sana pastasciutta nella cucina dell'ultimo piano scopriamo un corda al coperto dalle intemperie, Andrea scende prende tutti i nostri vestiti puliti e bagnati e li stende nel corridoio.
Mangiata la pasta al pomodoro ce ne andiamo in stanza a cercare di utilizzare internet, la connessione è lentissima e quindi ripieghiamo su un film prima di addormentarci.
La mattina la sveglia è alle 7, alle 8 abbiamo l'imbarco al porto per andare a visitare la Isola del Sole nel bel mezzo del Lago Titicaca.
Al salire nell'imbarcazione ci vengono chiesti 5 boliviano in più a testa perché il biglietto che avevamo acquistato all'agenzia era troppo basso, non sappiamo esattamente chi ci abbia imbrogliato se il controllore al porto o la signora che ci ha venduto l'escursione.
Finalmente dopo un battibecco con il tipo saliamo in barca, scegliamo di posizionarci sul tetto dell'imbarcazione per aver una visuale migliore e scattare una serie infinita di fotografie… il tragitto è abbastanza lungo, quasi un'ora e realmente ci stavamo congelando, il sole ancora non riscalda a sufficienza e poi si sa, in barca fa sempre più freddo… ad un certo punto, fatta una fermata al nord dell'isola per sbarcare e caricare gente nuova Giulia decide di scendere al coperto…
Scesi dall'imbarcazione condotta da un vecchietto boliviano che praticamente non hai mai guardato avanti sempre impegnato a chiacchierare con il suo collega e con la bocca piena di foglie di coca, il clima è completamente diverso, fa caldo, il sole splende nel cielo… Preso un panino al volo, con due nuove conoscenti, un'italotedesca e una colombiana, andiamo alla scoperta dell'isola.
Abbiamo due opzioni: visitare la parte sud con le sue rovina Inca e tornare  alla barca per proseguire a bordo fino alla parte nord, o dalle rovine intraprendere una camminata di tre ore su di un sentiero fatto dalla comunità di abitanti dell'isola… decidiamo di fare un po' di trekking per conoscere meglio l'entroterra dell'isola. Prima delle rovine ci viene chiesto di pagare un biglietto di 5 bolivianos, paghiamo e proseguiamo… le rovine Inca sono ridicole, miserrime, ma la vista in compenso è una favola, scattate qualche foto ci avventuriamo per la camminata.








La strada parte in salita, Noi ci mangiamo le nostre caramellino di coca per limitare il mal di altura e per avere qualche forza in più per affrontare la camminata. La ragazza colombiana per il cammino trova della "munga", una pianta autoctona dal profumo simile alla menta, ci insegna a sfregarla tra le mani per poi inalare i fumi, anche questo serve ad aiutare la respirazione in altura, ricordiamoci sempre che siamo a più di 3000 metri e la fatica si fa sentire, anche perché il cammino continua ad essere in salita…. è dura, ogni tanto ci fermiamo a prendere fiato, soprattutto Andrea e la ragazza colombiana che si strascina e non vede l'ora sia finita.
Più o meno a metà strada ci viene richiesto un'altro biglietto di 15 boliviano che noi non abbiamo e non intendiamo pagare, sia all'agenzia che al porto ci hanno detto che dovevamo pagare 5 bolivianos per la parte sud e 15 boliviano per la parte nord, quindi forti delle nostre ragioni, dopo una decina di minuti di lotta, riusciamo a passare il primo controllo, ma sappiamo bene che verso la fine del cammino ce ne sarà un altro… A parte questo inconveniente e la difficoltà nel camminare in altura, lo spettacolo che ci offre la Pachamama è da togliere il fiato; insenature, rocce frastagliate che si tuffano nel lago,
che più che un lago sembra un mare incontaminato, con i colori dei Caraibi… e poi c'è solo il canto della natura, degli uccellini, i mugugni dei lama, i belati delle pecore e il dolce suono delle onde dell'acqua che bagna le coste… e poi c'è il sole sempre li con Noi che ci accompagna come un fratello maggiore…
Con gli occhi pieni di questo paradiso ci confrontiamo con la realtà, il controllo del biglietto, questa volta sarà più dura ma con la caparbietà dei nostri eroi riusciamo a passarla liscia e non pagare… abbiamo detto ai tre malcapitati signori di non avere i soldi per pagare e che ormai eravamo lì e che dovevamo fare, tornare indietro e perdere la barca? Giulia, la più combattiva, offre le sue banane e un pezzo di pane spiegando che erano tutti i suoi averi… passato il controllo scoppiamo a ridere, soprattutto per la battuta di Giulia delle banane… Ormai ci siamo, manca poco, un po' di discesa e
siamo all'accesso della zona nord, qui ci vengono chiesti i dieci boliviano che paghiamo e passiamo… arriviamo ad un piccolo paesotto composto da ostelli e case rurali dove vivono gli abitanti di questa incantevole isola… incontriamo le classiche donne con sulle spalle grossi carichi avvolti nelle tipiche tele colorate, signore che portano a spasso muli e lama… Prima di scendere l'ultima scalinata e raggiungere il porto ci fermiamo alla fonte Inca della giovinezza, nulla di più di una piccola cascata dove tutti bevono un goccio d'acqua per rimanere giovani…
Scesi dalla scalinata, ci mangiamo un panino in velocità prima di salire in barca, sederci ai nostri posti, questa volta al riparo, e addormentarci coccolati dalle onde del Lago…
Una volta sulla terraferma,  con le ragazze ci fermiamo a bere un paio di birre fresche prima di rientrare in ostello a farci una meritata doccia. Prima di salutare le ragazze ci diamo appuntamento in piazza per andare a cena insieme, oggi abbiamo voglia di una belle trota alla piastra, intera però…
L'appuntamento è alle 7, Noi arriviamo prima e approfittiamo per dare un sguardo ai ristoranti e farci una idea di dove cenare… troviamo un ristoranti tipico, di quelli che piacciono a Noi, caserecci diciamo, non i soliti ristoranti turistici che tendenzialmente snobbiamo.
Quando torniamo all'appuntamento le ragazze non ci sono ancora, Andrea approfitta per chiedere informazioni sui trasporti per La Paz, la prossima destinazione, e Giulia guardando dentro un ristorante chi ti trova? Il buon vecchio Jack, il giappoamericano che sembra perseguirci… è incredibile quante volte nel nostro lungo viaggio abbiamo trovato spesso le persone conosciute nelle tappe precedenti, che buffa è la vita. Salutato Jack arrivano le ragazze, le accompagnamo al ristorante che è pure di loro gradimento, prendiamo tutti e 4 una trota a la piastra con gli immancabili, riso e patate… Buone, a parte quella di Giulia che è costretta a farsela cambiare perché sapeva odore di passato… il conto per aver mangiato "pesce" è ridicolo, 25 boliviano a testa compresa la bibita, vi ricordiamo che il cambio è a 9 quindi meno di 3 euro…
Dopocena questa volta salutiamo definitivamente le nostre compagne di giornata, con l'augurio di rivederci in futuro chissà dove, chissà quando e, un po' infreddoliti, ce ne andiamo sotto le coperte… domani si viaggia, sai che novità!!!
In questo ultimo mese stiamo facendo un po' troppo i turisti convenzionali che corrono da un posto all'altro ma d'altronde il tempo a Noi rimasto non è poi così tanto e soprattutto i soldi non ci permettono di fermarci di più nei posti che visitiamo, ahinoi qui non ci sono gli splendidi couchsurfing ad accoglierci e se pure i prezzi per dormire e mangiare siano bassi, di soldi bisogna sempre tirarne fuori…

Ad ogni modo, a parte la breve riflessione, bisognava proprio venirci in questa Copacabana, veramente gradevole la seppur breve permanenza, bellissima la isola che abbiamo visitato e poi il Lago Titicaca, visto dalla parte boliviana rende veramente di più… uno spettacolo!!!

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