mercoledì 9 aprile 2014

Uyuni, il sale della Bolivia...


Da Potosi a Uyuni sono solo quattro ore e gli autobus partono circa ogni ora per cui non c'è bisogno di comprare in anticipo il biglietto né di informarsi sugli orari. Arriviamo in autostazione poco dopo le dieci e mezza del mattino e subito veniamo attorniati da un paio di signorine che vogliono venderci il biglietto dell'autobus. Ovviamente scegliamo quello che parte prima, tanto il prezzo e la qualità sono gli stessi. Andrea s'è svegliato decisamente male ma ha eroicamente deciso di stringere i denti e affrontare il viaggio…in parte anche obbligato dalle nostre finanze che giorno dopo giorno diventano sempre più misere.  Il paesaggio fino a Uyuni è veramente stupendo : canyon, monti colorati, sculture di rocce e cactus ogni dove. Quando arriviamo a destinazione Andrea è sfinito, si ferma con i bagagli alla fermata mentre Giulia va a cercare un ostello. Nonostante Uyuni in se come cittadina non sia nulla di che, anzi diciamolo è piuttosto bruttina e molto ma molto polverosa, rappresenta una delle mete turistiche boliviane più conosciute essendo la porta d'accesso al famoso Salar de Uyuni, una delle saline naturali più grandi del mondo. Questo implica che i prezzi sono decisamente più elevati rispetto al resto della Bolivia. Dopo una lunga ricerca sotto un sole cocente Giulia riesce a trovare, in Avenida Sucre, un ostello, anzi quasi un residence, con bagno privato a 140 bolivianos a notte…certo sono pur sempre 15 euro a notte in due ma per la Bolivia è decisamente caro, d'altronde è il più economico considerando le caratteristiche e, soprattutto, è vicino al terminal degli autobus in modo tale che la nostra superdonna riesca a fare spola con tutti gli zaini. Andrea si fionda a letto dove passerà il resto della giornata mentre
Giulia va a fare un primo giro di perlustrazione della cittadina, più che altro per raccogliere informazioni in merito a prezzi e orari dei tour al Salar! L'umore non è buono e la preoccupazione aumenta per cui dopo un paio d'ore anche Giulia se ne torna in ostello…domani è un altro giorno. Le circostanze ci obbligano a restare ad Uyuni un giorno in più del previsto, almeno la sorte vuole che giusto questo giovedì ci sia un enorme mercato per tutta la cittadina così almeno passiamo la giornata tra banchetti a cercare regali per le rispettive famiglie. Decidiamo che per raggiungere l'Argentina viaggeremo in treno fino a Villazon, la città di confine, il prezzo è lo stesso degli autobus ma il viaggio è di notte e ci permetterà di arrivare a destinazione ad un'ora decente la mattina…tra l'altro in questo modo faremo anche il nostro primo viaggio in treno in America Latina! L'unico problema è che si può acquistare il biglietto il giorno stesso del viaggio…speriamo di avere fortuna e di trovare posto.
Tutte le agenzie, tantissime, offrono più o meno gli stessi pacchetti per visitare la salina: 
-un giorno con visita al cimitero dei treni, breve sosta al villaggio di Colchani e salina con pranzo alla cosiddetta Isola Incahuasi o del Pescado (120/150 bolivianos); 
-due giorni, che è l'opzione meno sensata in quanto non offre molto di più rispetto al tour giornaliero ma che è molto più cara dato che si dorme una notte in uno degli hotel di sale all'interno del Salar stesso; 
-tre giorni, il tour più completo che oltre al Salar include visita a varie lagune colorate e geyser, ma che per quanto ci riguarda è troppo caro (700/800 boliviano).
Le condizioni climatiche al Salar sono piuttosto dure, durante il giorno fa molto caldo e il riflesso del sole sul sale è molto forte, mentre di notte si può arrivare fino a meno 20/30°…anche queste caratteristiche ci portano a decidere di fare solo una giornata, è meglio non mettere sotto ulteriore sforzo le già deboli condizioni di Andrea. 
Durante una delle sue passeggiate Giulia incontra Diana, la ragazza colombiana, e scopre che pure lei prenderà il treno per Villazon, il caso vuole che le nostre strade continuino a incrociarsi. La sera finalmente ci concediamo un pasto diverso dal riso lesso e ci fermiamo a mangiare in una polleria alla brace. 
La mattina seguente, dopo aver fatto il benamato biglietto del treno e aver lasciato i nostri zaini nell'agenzia che abbiamo scelto per il tour , la"Giselle Tour", partiamo per andare a visitare ciò per cui siamo venuti! Avendo scelto una delle poche agenzie più economiche, ovvero 120 boliviano invece di 150 per il tour giornaliero, nella 4X4 ci troviamo in 9 con l'autista invece che in 8; Fabio, l'autista, in compenso è molto simpatico e disponibile prestandosi anche da guida e da fotografo. Insieme a Noi nell'auto ci sono due amiche cilene, una coppia spagnola/boliviana e un'altra coppia boliviana, quest'ultimi non molto amabili né loquaci. Prima tappa il cimitero dei treni; qui è stata costruita la prima linea ferroviaria di tutto il Sudamerica per collegare le numerose miniere della zona, come la città di Pulacayo, con le coste del Pacifico. Ci divincoliamo tra una miriadi di turisti nel tentativo di scattare qualche foto ai treni abbandonati senza troppe persone sullo sfondo…è incredibile il fascino che riescono ad avere dei treni arrugginiti. 












Una ventina di minuti dopo si riparte, 
destinazione Colchani, un piccolissimo villaggio dove viene lavorato il sale per la produzione di mattoni e vari souvenir. Il paesello in se stesso non è un granché interessante, non c'è nulla da vedere ma viene inserito come tappa all'interno del tour per permettere alle poche famiglie che vi vivono di vendere i propri prodotti, i prezzi sono molto più convenienti rispetto a Uyuni e anche Noi ci diamo alle spese folli e compriamo alcuni souvenir, quello che le nostre tasche ci permettono. 
Al momento di risalire in auto manca all'appello la coppia di boliviani che si fa attendere più del dovuto spazientendo il chofer, e anche noi passeggeri.  Finalmente i ritardatari appaiono e si può quindi riprendere la marcia. Ci addentriamo all'interno del Salar, ma sono già le 12.30 per cui Fabio decide di portarci direttamente all'Isola dei Pescatori per pranzare… una quarantina di minuti in macchina circondati da un abbagliante distesa di sale…PAZZESCO!!! 

L'isola del pescado altro non è che una collina nel bel mezzo della
salina ricoperta da enormi e stupendi cactus, una specie di oasi arida. Il caro Fabio apparecchia uno dei vari tavolini di sale e ci serve il pranzo; tanto per cambiare, pollo, riso lesso e insalatina mista. Finito il pranzo Giulia si arrischia ad andare in cima alla collina nonostante i duemila gradi sotto il sole mentre il resto della banda desiste. All'ora stabilita per il rientro la coppia di taciturni boliviani nemmeno questa volta si fa vedere e così approfittiamo, sempre grazie al aiuto della nostra fantastica guida, per scattare alcune delle foto tipiche del Salar.













Grazie all'immenso biancore e alla sostanziale assenza di qualsivoglia ostacolo all'orizzonte si possono fare delle divertentissime foto con strani effetti di prospettiva. Approfittiamo per farcene scattare a coppie e pure tutti insieme per avere un ricordo  di tutti, o quasi, i compagni di questa splendida avventura. I simpaticoni sono arrivati e ci si rimette in moto. Ci dirigiamo al vecchio hotel di sale, una struttura interamente costruita di sale con all'esterno una piattaforma con tutte le bandiere dei vari visitanti…quella italiana non c'è! Prima di rientrare definitivamente a Uyuni ci fermiamo qualche minuto all'ojo del Salar, delle piccole pozze, conseguenza della risalita dell'acqua dal sottosuolo, nulla di speciale se confrontato allo splendore del paesaggio.
Rientriamo a Uyuni poco dopo le cinque, abbiamo cinque ore prima che parta il treno e ben poco da fare. Impieghiamo il nostro tempo con un'ultima passeggiata per questa cittadina che vive di turismo, di sale e delle miniere, estremamente orgogliosa di aver ospitato la Dakar 2014 come si può ben notare percorrendo le sue sabbiose stradine. 
Ci concediamo una veloce omelette come cena e via in stazione, dove c'è già molta gente che aspetta l'arrivo del treno, tra cui la nostra nuova conoscente Diana. 
Questa volta è Giulia a incominciare a sentirsi poco bene…fantastico dato che dovrà affrontare un viaggio di nove ore! Per lo meno il treno è puntuale, comodo e, nonostante ciò che ci era stato raccontato, molto ben riscaldato…buona notte a tutti. Chuf Chuf!!!



    



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