La sera prima, per fortuna, abbiamo azzeccato la scelta dell'autobus facendo così un viaggio bello liscio riuscendo pure a dormire; però, certo, è sempre una notte passata in bus e quando arriviamo a Cusco, alle cinque e mezza della mattina, siamo abbastanza intontiti. Ci fermeremo a Cusco più avanti, oggi andiamo diretti a Ollantaytambo, nella Valle Sacra, dove lavoreremo come volontari ad un lodge. Grazie alle indicazioni di Vincent, il nostro contatto al lodge, sappiamo che il modo più economico e rapido per arrivare a Ollantaytambo è prendere uno dei vari minivan, che funzionano come autobus pubblici, da calle Pavitos. Per cui prendiamo un taxi fino alla via indicataci, non facciamo quasi a tempo a smontare dal taxi e veniamo caricati su un minivan, 10 soles e un paio d'ore di strada e siamo arrivati a destinazione.
Ollantaytambo ci sembra subito un gioellino, tutto il paese è fatto di pietra sulla base di edifici incaici ristrutturati, circondato da monti stupendi, ogni quattro passi si incontrano rovine Inca. Nella piazza centrale troviamo un telefono pubblico, chiamiamo Vince e lo avvisiamo del nostro arrivo; ci siamo dimenticati di scriverci indirizzo e nome del hotel per cui non abbiamo la più pallida idea di dove dobbiamo andare. Nessuno problema, aspettiamo giusto dieci minuti e Vince viene a prenderci. Il Full Moon Lodge, questo il nome dell'hotel dove lavoreremo, è vicinissimo alla piazza, poco dopo il mercato centrale.
Facciamo due chiacchiere con Vince il quale, a grandi linee, ci spiega cosa dovremo fare e, capendo perfettamente la nostra stanchezza, sostanzialmente ci mostra la nostra stanza e ci invita a riposare un paio d'ore…oggi siete di riposo, più tardi parliamo e da domani si incomincia a lavorare! Sante parole! Non ci facciamo pregare troppo e ci buttiamo subito sotto le coperte. Ci risvegliamo all'una e con nostra grande sorpresa troviamo un biglietto sul tavolo della reception : Ciao ragazzi, sono partito devo tornare negli USA; Vilma, la ragazza che si occupa della gestione, è in ferie con le figlie; questo il manuale per i volontari, se avete bisogno di qualcosa chiedete a Elder…grazie di tutto, Vince! Siamo sbigottiti; non che il lavoro in un ostello sia particolarmente difficile, ovviamente siamo in grado di gestirlo, ma questo senza neanche averci conosciuto un paio d'ore prende e se ne va sostanzialmente lasciandoci il posto in mano! BAH!
Il lodge è molto carino, sei stanze in tutto, per un totale di 20 posti letto, un ampio giardino con amache e buco nel terreno dove poter fare il falò, una cucina aperta solo ai lavoratori con connessa sala per la colazione degli ospiti, e la casa di Elder e Vilma, i gestori. Andiamo a bussare a casa di Elder per presentarci e sperando, che almeno lui, possa darci qualche indicazione in più su ciò che dovremmo fare. Lo svegliamo! e non sembra molto in vena di parlare; con poche e brevi frasi ci licenzia
dicendoci che lui dovrà occuparsi del campeggio e del bar che gestisce sempre qui in paese sicché Noi dovremo stare 24 ore su 24 qui, nel caso in cui arrivino turisti, e se non arriva nessuno al massimo andare in piazza a cercare nuovi clienti! SEMPRE MEGLIO!! Nel frattempo dato che oggi non dobbiamo lavorare approfittiamo per andare a fare una bella passeggiata per il pueblo, domani si penserà al resto…Non ce che dire, Ollantaytambo è proprio un incanto, speriamo di avere il tempo e la possibilità di scoprirla e viverla!
I primi tre giorni saranno alquanto frustranti per Noi; Elder non c'è quasi mai e le rare volte che riusciamo a incrociarlo sembra sempre restio a parlare con Noi. Non capiamo bene che tipo di persona sia, anzi, la nostra prima impressione è negativa tant'è che, quando una sera ci invita a partecipare a un temescal (un rito di purificazione molto simile ad una sauna all'interno di una tenda dove vengono posizionate delle pietre incandescenti) rifiutiamo; non ci sentiamo veramente ben voluti e l'invito ci suona forzato per cui preferiamo passare la mano…più avanti capiremo quanto ci siamo sbagliati. Nel frattempo il lavoro in ostello è decisamente noioso; per via delle piogge è bassa stagione; i turisti sono pochi e la maggior parte di quelli che incontriamo sono a Ollantaytambo solo di passaggio, prima o dopo la visita a Machu Picchu. Ripuliamo da cima a fondo tutta la struttura, tirando su una quantità di polvere da pensare che i volontari precedenti non abbiamo fatto proprio nulla; cerchiamo di trattare al meglio i pochi ospiti che arrivano, facciamo le spese, prepariamo le colazioni, gestiamo in totale libertà i soldi…insomma praticamente è come se il posto fosse nostro, solo che c'è ben poco da fare e sapere di
essere circondati da tanta bellezze senza poterle andare a visitare perché bloccati in un hotel quasi vuoto, è decisamente frustrante. Giovedì sera sul tardi arrivano una coppia di conoscenti/amici di Vilma, Silvana peruana John (o Juanito) nordamericano ma che vive in America Latina da nove anni…probabilmente anche un certo sesto senso ci ha fatto rifiutare l'invito al temescal dato che arrivano giusto poco dopo del nostro ritorno dal campeggio di Elder, dove si sarebbe tenuto il rito stesso. Sono una coppia alquanto particolare, ma abbiamo qualcuno con cui fare due chiacchiere, conoscere nuove esperienze di vita e giocare un po' a calcio! John, inoltre, fa parte di una associazione nata negli anni Settanta, la South American Explorers, il cui scopo è quella di dare consigli, sconti e mettere in contatto vari viaggiatori (soprattutto nordamericani), questo comporta che John abbia molte conoscenze in merito alla zona del Cusco e ci da qualche dritta.
Sabato arriva Paola…la svolta totale nella nostra permanenza a Ollantaytambo. Paola, una ragazza italiana che lavora come traduttrice, era già stata a Ollantaytambo prima di andare a Machu Picchu; avendo dormito al campeggio di Elder, aveva conosciuto quest'ultimo e alcuni altri suoi amici! Tornata a Cusco, dopo un paio di giorni, aveva incominciato a chiedersi cosa stesse facendo lì e perché non tornasse a Ollantaytambo dove si era trovata così tanto bene…detto, fatto! Elder la invita a conoscere anche il lodge e "la coppia di volontari italiani che mi sta aiutando". Ci appare subito molto simpatica ma per il pomeriggio più che approfittare della sua compagnia approfittiamo della sua presenza, e soprattutto di quella di Elder, all'ostello e ci prendiamo la mezza giornata libera…per la prima volta andiamo a fare una camminata tra le rovine che ogni giorno vedevamo in fronte a noi.
Che bellezza ritrovarsi in mezzo alla pace della natura insieme alla forza della storia. A Ollantaytambo ci sono molte rovine, le principali ovviamente a pagamento (anche se esiste un modo per entrare a gratis che noi purtroppo non abbiamo avuto tempo di verificare) ma qua e la si trovano, quasi misconosciuti, resti di case, terrazze per la coltivazione, magazzini etc.
La sera stabiliamo di cenare tutti insieme al lode, così mentre Elder e Paola vanno a comprare birre e pasta, noi incominciamo a imbastire un sugo e ad accendere il fuoco in giardino. Si unisce a noi anche Rinaldo, un amico artigiano! La serata è veramente divertente! Scopriamo che Elder non è affatto scorbutico né antipatico ma semplicemente estremamente timido e chiuso; grazie al fatto di trovarsi con alcuni suoi amici e non solamente con Noi due soli, e beh grazie anche a un paio di birre, si lascia andare completamente! La serata finisce tutti attorno al fuoco in giardino, e Noi sentiamo che non solo le ossa si riscaldano ma anche l'animo! La mattina dopo alzarsi alle sette è veramente una missione…ma ci sono gli ospiti a cui bisogna preparare la colazione e le stanze da rifare, quindi, forza e coraggio. Poco dopo di Noi si sveglia anche Elder, deve preparare pisco suor per 100 persone…si incomincia bene la giornata! Tra un assaggio e l'altro per verificare se il drink è buono o no, arrivano altri amici e si incomincia a cucinare; la sera prima abbiamo deciso di fare un bel pranzo comunitario…assolutamente senza carne però, Paola è vegetariana! Dopo la zuppa tipica, la "Quinoa Chaufa" preparata da Elder e la tortilla di patate e cipolle preparata da Andrea siamo sfiniti, per fortuna non ci sono ospiti e possiamo andare a fare un bel collasso in camera.
La sera siamo di nuovo tutti insieme e dopo una birretta attorno al fuoco viene proposto di andare al Ganso, il bar di Elder, ma Noi passiamo la mano…due sere di seguito sono decisamente troppe, tanti saluti e a nanna.
Lunedì tornano Silvana e John i quali per il fine settimana erano andati a Cusco, e appaiono anche Vilma con le sue due adorabili bimbe. La giornata scorre tranquilla, la presenza di Vilma ci da molta più libertà di movimento e incominciamo a programmare i nostri giorni a Machu Picchu.
Per raggiungere Aguas Calientes, il paesino ai piedi di Machu Picchu c'è un solo modo "ufficiale", il treno, ed è costosissimo; solo l'andata costa un minimo di 50 dollari e Noi decisamente non possiamo permettercelo, inoltre riteniamo che sia sbagliato obbligare un turista a pagare più di cento dollari solo per raggiungere il sito se si considera che l'entrata costa altri 50 euro e per potersela godere bene bisogna passare due notti ad Aguas Calientes…inoltre i peruani pagano solo 3 euro per prendere un treno che fa esattamente la stessa strada ma che gli stranieri non possono prendere! Ci restano, quindi, altre due opzioni! La prima è farsi portare con un autobus fino al km 82 della linea ferroviaria, a circa 15 km da Ollantaytambo, e da lì camminare per 30 km a fianco dei binari stessi fino ad Aguas Calientes. Abbiamo parlato con vari ragazzi che hanno scelto questo percorso e tutti ci dicono che è assolutamente fattibile, la strada è tutta in leggera pendenza e in una giornata la si percorre facilmente, unico inconveniente è che bisogna stare attenti al treno, soprattutto quando si passa dentro le gallerie, in quanto in vari tratti non c'è strada a fianco dei binari ma bisogna camminare sopra i binari stessi! L'altra possibilità è prendere un autobus fino a Santa Maria, da lì un taxi fino a Hidroelettrica dalla quale con una camminata di soli 8/9 km, sempre seguendo i binari del treno, si arriva ad Aguas Calientes. In questo caso ci si mette più tempo in quanto non si passa per la Valla Sagrada ma si aggirano i monti da dietro; i chilometri da percorrere in autobus sono circa cento e la maggior parte di tornanti quasi a strapiombo. Nonostante i timori di Andrea di stancarsi troppo, e la fobia di Giulia di incontrare branchi di cani per la strada, alla fine decidiamo di andare a piedi dal km 82, grazie anche a Elder e Paola che si offrono di venire con Noi per una parte del tragitto…o almeno questa sarebbe stata la nostra intenzione.
La sera decidiamo di andare al famoso Ganso, bisogna assolutamente farci una tappa prima di andare via. Insieme alla ormai nostra inseparabile amica andiamo prima a fare aperitivo e cena…ovvero birra in baretto di vecchi e pollo con riso lesso, che non si pensi che abbiamo soldi da spendere :) Già mezzi brilli ci dirigiamo al Ganso, una cosa e via eh che domani si va a camminare…le ultime parole famose!! Il bar è veramente grazioso, tutto in legno, forno in pietra per le pizzette, un bel balcone e il piano di sopra arredato con panche altalene, cuscini qua e là, candele e un palo tipo pompieri per scendere! Non facciamo neanche a tempo a ordinare che conosciamo due ragazze italiane, Elisa e Lisa di Lignano, alle quali ci uniamo per la serata. Tra risate e racconti scorrono i piscosour e le ore. Noi cerchiamo di convincere le ragazze a farsi rimborsare il biglietto del treno per Machu Picchu e unirsi a noi nella camminata, loro cercano di convincerci a partire un giorno prima per unirci a loro una volta ad Aguas Calientes; tutti, sotto sotto, consapevoli che alla fine ognuno andrà avanti con i propri piani, già fortunati di aver avuto l'occasione di condividere questa serata.
Martedì grande giornata di escursione. Elder ha proposto di andare a fare una camminata tutti insieme : Noi, Paola, Silvana, John , Jack, un ragazzo nord americano arrivato la sera prima e che fa parte dell'associazione per la quale lavora John, Chris un conoscente limense di Elder, e ovviamente Huairuru, il fedele cagnolino di Elder che lo segue ovunque vada. Prendiamo un pulmino fino a Patakancha, un paesino a 4010 km slm a nordest di Ollantaytambo (10 soles a testa)
Prima di incominciare la camminata ci fermiamo da una signora che ci offre un infuso di mugna, una pianta selvatica simile alla menta che aiuta con l'altura e il dopo sbornia, e a mangiare una patata andina…pancia piena e mal di testa alleviato si incomincia la discesa. Mano a mano che ci inoltriamo per il cammino siamo sempre più estasiati dalla bellezza del luogo, siamo sopraffatti dalla maestosità della natura; l'euforia e l'incredibilmente piacevole compagnia non ci fanno rendere conto della fatica, del tempo e della fame. La passeggiata si
alterna tra la strada carrozzabile, ovviamente tutta in terreno, e tratti all'interno della foresta, costeggiando l'impetuoso fiume Patakancha.Facciamo una sosta a Markacocha, un antico paesino dove si trova un grande atelier di artigianato…peccato non avere due lire in più da spendere per comprare le coloratissime tele! Quasi tutte le persone che incontriamo durante il cammino o nei vari villaggi sono locali e vestiti con gli abiti tradizionali, questo ci fa capire quanto sia radicato l'orgoglio per le proprie origini andine…non si
pongono i buffi cappelli e le variegate gonne per attirare qualche scatto fotografico, qui di turisti non ce ne sono proprio, ma semplicemente perché questa è la loro cultura…che spettacolo! Mangiata una specie di humita con formaggio (mais lessato, triturato e compattato con formaggio di capra, servito all'interno della foglia del mais stesso) riprendiamo la camminata.
Ad un certo punto ci troviamo di fronte ad un ostacolo, manca un ponte e per poter continuare il cammino bisogna attraversare il suddetto fiume, o tornare indietro e riprendere la strada principale! Di tornare indietro non se ne parla, e poi una piccola avventura non può che animarci ancora di più. Per primo va ovviamente Elder, anche per verificare la fattibilità dell'attraversamento…si può fare, anche se finiamo con mezza gamba dentro il fiume, che in particolare in questo tratto sembra più che altro un torrente! Peccato per le scarpe zuppe d'acqua, ma quante risate!
Arrivati a Muskapucho facciamo un'altra piccola sosta, il prato verde e la chiesetta sono troppo invitanti per non fermarsi a riscaldarsi un po' le ossa. Silvana non si sente bene, perciò John e lei proseguono
soli, trovano un pulmino e tornano a casa…que lastima.Da lontano vediamo che incomincia ad annuvolarsi, meglio andare avanti prima che il tempo cambi e incominci a piovere.…siamo stati anche troppo fortunati nel trovare una giornata di sole splendente. Allungando un po' il passo in meno di due ore siamo già a Ollantaytambo, e senza prenderci nemmeno una goccia di pioggia. Che giornata stupenda, che luoghi mozzafiato! Siamo così pieni di splendore da non essere capaci ad esprimere il nostro stupore per aver trovato un luogo tanto magico!
Mentre ci avviamo verso l'ostello non nascondiamo la nostra speranza di non trovare la coppia di volontari che ci darà il cambio; sarebbe bello potersi fermare qui un altro paio di settimane, tutti e tre ovviamente…troppo bello…e infatti una volta arrivati al lode troviamo Ruth e Ronan, una amabile coppia di irlandesi che prenderà il nostro posto! Peccato però! Giusto il tempo per una doccia calda e a letto quasi subito, domani appuntamento alle sei per andare ad Aguas Calientes.
Ci svegliamo che sta piovendo…porca miseria e adesso che si fa! Ci prepariamo ugualmente, hai visto mai che sia una delle tipiche piogge passeggere! Elder capisce anche troppo bene i nostri dubbi; non vogliamo rischiare di dover camminare per 8/9 ore sotto la pioggia e quindi scatta il piano B. Andiamo a Urubamba, facciamo il biglietto dell'autobus per Santa Maria, passeggiata in piazza mentre aspettiamo le nove e salutiamo i nostri amici…ma questa è un'altra avventura, un altro post!
Venerdì nel tardo pomeriggio, dopo i due giorni a Machu Picchu, rientriamo a Ollantaytambo! L'idea sarebbe di partire l'indomani mattina per Cusco, ma una volta ritrovata Paola, ci comunica che Elder ha proposto di andare a fare un'altra camminata tutti insieme; non possiamo perderci l'occasione! Andrea purtroppo non si sente molto bene, probabilmente qualcosa che abbiamo mangiato, o le nuove pastiglie (quelle comprate in Cile) non stanno funzionando come dovrebbero, cenetta leggera e a letto quasi subito, chissà che con un lungo riposo riesca a riprendersi.
La mattina dopo, purtroppo, Andrea si sveglia e non sta ancora bene, meglio restare a casa a riposare; Giulia, però, non perde l'opportunità di andare a scoprire un altro pezzetto di questo incredibile angolo di mondo, così, anche sotto consiglio di Andrea stesso, abbandona il povero malaticcio al suo destino e parte con Paola, Elder e sua figlia più grande, verso Moray…ovviamente il buffo e fedele Huairuru ci accompagna. Anche questa volta all'andata prendiamo un autobus, anzi tre, per arrivare fino a Moray, una serie di interessantissime rovine Inca.
Le rovine in questione, infatti, sono le uniche circolari che siano state ritrovate, in ottimo stato oltre tutto. Si pensa che queste terrazze circolari venissero occupate per studiare lo sviluppo di varie piante; ogni piano,infatti, presenta un microclima a se stante. Visitate le rovine, Elder ci propone varie scelte e, una volta consultateci, decidiamo di andare a Chinchero dove si trova un enorme mercato artigianale. Anche qui da mangiarsi le mani…avendo due lire in più da spendere ci si potrebbero portare a casa tante di quelle stoffe, borse, maglioni e chi più ne ha più ne metta! Poco male, già essere qui è un privilegio! Mangiamo al mercato stesso, da una serie di vecchiette che, beh diciamolo, l'igiene non sanno nemmeno cosa sia…Andrea probabilmente sarebbe morto solo all'avvicinarsi a questi specie di ristoranti improvvisati per terra.
Dopo un breve giro per la parte alta di Chinchero dove si trovano una serie di mura Inca circondanti una chiesa coloniale, incominciamo la camminata vera e propria. Percorriamo un sentiero Inca fino a Huaràn, poco meno di dieci chilometri in discesa in mezzo ad una vallata assolutamente mozzafiato. La bellezza e la pace della natura che ci circonda è talmente ampia che ne siamo sopraffatti, soprattutto Giulia si sente talmente serena e felice che si commuove. Huaràn è un paesino assolutamente fuori dal tempo, il nostro passaggio desta la curiosità di tutti i paesani, alcuni bambini ci osservano come se non avessero mai visto prima due ragazze europee…per fortuna c'è
Elder che parlando in Quechua ripristina la normalità! Siamo stanchi morti, nonostante la strada fosse tutta in discesa è stato molto stancante, per cui ci dirigiamo verso la strada principale e prendiamo un autobus per Urubamba e da lì un altro collettivo per Ollantaytambo.
E' la nostra ultima serata qui ma tra Andrea che non si sente ancora in forma, e Giulia e Paola distrutte dalla giornata, decidiamo di mangiare una cosa veloce in ostello e andarcene dritti a dormire.
La mattina dopo facciamo gli zaini, ci regaliamo un caffè al bar in piazza insieme a Paola e ci prepariamo a partire. Salutiamo tutti con il cuore in gola, i primi giorni non ci saremmo mai immaginati di innamorarci in modo così intenso di questi luoghi e delle persone incontrate. Per sempre grati a Elder, al suo profondo rispetto e attaccamento alla natura che insegna a tutti coloro che lo circondano senza averne la pretesa, e alla sua immensa generosità; un abbraccio continuo a Paola, una donna piena di vita in ogni sua sfaccettatura che ci sentiamo di chiamare veramente Amica.
Ollantaytambo un luogo assolutamente magico, uno più belli che abbiamo mai visto, grazie.
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